Una
lettera di Güler Zere, prigioniera del DHKP-C – poi morta il 7 maggio 2010
14-10-2009
http://www.autprol.org/public/news/news000415613102009.htm
[Presentazione della lettera, settembre 2009] |
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2009, INIZIO AGOSTO
L’ex prigioniera
politica Güler Zere, dopo il successo della campagna per la sua liberazione,
partecipa alla dimostrazione periodica per la liberazione di tutti i prigionieri
gravemente malati. 2010, 7 - 8 MAGGIO - ISTANBUL
Muore Güler Zere, ex
prigioniera politica rilasciata solo quando il tumore che aveva non poteva più
essere curato. |
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Buongiorno,
in questo momento, nella notte, io sento la vostra voce, ancora una volta.
E così come io sento la vostra voce, so che voi sentite la mia.
I palpiti del vostro cuore si mescolano ai miei. E’ un cuore immenso quello che
palpita dentro di me alla mia sinistra.
Il cuore… com’è gonfio il nostro cuore… Cosa non siamo riusciti a contenere nei
nostri cuori.
Nel mio cuore, ci sono tante cose. In primo luogo un amore grande, quindi il
profumo dei garofani, che sono al mio capezzale e il cui odore si mescola a
quello dei fiori di montagna, poi voi, anime sensibili che mi siete care e tutti
coloro che io amo, tutte le cose che ho lasciato a metà, tutti coloro il cui
affetto io avverto…
Ogni volta che il mio cuore si stringe, che il mio corpo si contorce di dolore,
vi sento a portata di mano, i vostri occhi sfiorano i miei, questa piccola cella
si mescola alla folla e una polifonia vocale si sprigiona. Rimango impietrita.
Rispondo ad ogni suono con un sorriso. In modo involontario, spontaneo. E voi
accogliete ogni rantolo cavato alle mie viscere con i vostri occhi sorridenti.
Che voi siate al mio capezzale, all’ingresso della mia porta, ad un passo da me,
nella strada o in non importa quale città, in presidio davanti all´Istituto
medico-legale o altrove, io vi sento.
Il vostro calore, la vostra forza e le vostre voci mi cingono. E’ per questo che
rimango a testa alta ogni volta che il male mi bracca. E’ grazie a questo che
sono pronta a fargli lo sgambetto. Voi siete con me, di conseguenza, che importa
il resto!
Quando seguendo un breve tragitto, i vostri occhi incrociano i miei, il mio
cuore si mette a tremare come un passero.
Sì, è di voi che parlo, miei cuori valorosi ardenti come la canicola di Adana,
gli occhi scintillanti come il riflesso della luna nel fiume Seyhan. Io vi amo.
Voi non siete accampati dinanzi alla mia porta, ma nel bel mezzo del mio cuore.
Ci sono poi coloro che aspettano, seduti, nella città della mia lotta. Siete là
da giorni e chi può dire il numero di volte che mi sono protesa verso voi? Mi
protendo e tocco la vostra speranza. Sapete, questo stato di sublimazione in cui
la voce dei vostri cuori si mescola al sudore dei vostri occhi. Io sono sempre
con voi. A tal punto che è moltiplicandomi che io torno alla mia cella. Ed ogni
volta, è con la vostra forza che io abbatto la mia cella. Stringo le vostre mani
con tutto il mio cuore, con tutte le mie forze.
E ci sono coloro che dimorano nelle profondità tumultuose del mio cuore. Coloro
che instancabilmente vengono a me, la penna colma di amore, di fratellanza, di
amicizia. Loro, i portatori di speranza. Questi compagni che sono anima della
mia anima. Come esprimere il dolore generato dalla vostra assenza? Mi mancate
tanto. Vi amo tanto…
E ci sono ancora tutti i nostri amici in questa lotta. Voi, che con la vostra
amicizia siete sempre stati al mio fianco. Non avete mai cessato di far sentire
la vostra presenza. E unendo la vostra voce alla mia, mi avete riempito del
particolare conforto che procura la presenza di un amico nella lotta. Vi invio
un sorriso amichevole pieno d’amore e di combattività… un saluto a voi tutti.
Qualunque cosa io dica o faccia, sarà insufficiente e incompleta, lo so. E’
meglio quindi che io ora vi saluti. Ma guardo con i miei occhi ai vostri occhi
profondi affinché vediate la profondità dell’amore che vi porto. Concludo questa
mia lettera, ripetendovi ancora una volta: vi amo, vi amo tanto!
Güler Zere
Ospedale di Balcali, Adana,
1 settembre 2009 (Traduzione a cura dell’ASP)