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Economia
del Kurdistan
Il Kurdistan è ricco di risorse naturali e probabilmente è tra
le regioni dotate di maggiore autosufficienza economica del Vicino
e Medio Oriente per la presenza di acqua e petrolio.
Data la varietà di clima che va dal freddo alpino al caldo
torrido delle regioni meridionali, la produzione agricola è abbondante
e varia per quantità e qualità: segale, frumento, riso,
orzo, avena, frutta. Il tabacco è di ottima qualità.
Le montagne erano molto boscose nell'antichità ma
oggi si presentano brulle, in netto contrasto con le vallate verdi
e coltivate.
Sulle pendici dello Zagros abbondano querce, pioppi, olmi, betulle,
platani, frassini. Questa ricchezza arborea ha incentivato nei curdi
l'amore per gli alberi, che non trova riscontro tra gli arabi delle
pianure: amore che si riflette nella poesia e nei villaggi che si
distinguono da quelli arabi per la presenza di alberi.
In queste aree montuose prevalgono le forme di vita e di economia
tradizionali. Le regioni interne sono isolate dal resto del mondo
durante i mesi invernali, bloccate dalla neve che si mantiene a lungo
ed ha notevole importanza per l'irrigazione.
Un proverbio curdo afferma "Ne ereb ú rez, ne fileh ú pez" (Né gli
arabi né la vigna, né i cristiani né il montone),
sottolineando cosi le antinomie evidenti che fanno dei curdi produttori
di vino prelibato e pastori per eccellenza. Agricoltura e pastorizia
formano le principali attività economiche. Sono distribuite
in modo abbastanza uniforme, data la relativa omogeneità morfologica
del Kurdistan, regione montuosa con ampie vallate.
L'allevamento è l'occupazione nazionale" della popolazione,
forgiandone il carattere, al punto che tutta la vita tradizionale
curda è regolata dai bisogni degli armenti, come è descritto
magistralmente nel film "Il gregge" del regista curdo turco
Yilmaz Güney.
La morfologia della regione è adatta all'allevamento di pecore,
capre, cavalli, asini che forniscono i prodotti base di sussistenza.
La pecora predomina su ogni altro animale domestico. Oltre a fornire
carne, dà lana di buona qualità che viene in gran parte
esportata e latte da cui si ottengono yogurt, burro e formaggi, i
prodotti base dell'alimentazione curda, Gli ovini sono sempre stati
venduti nei mercati di Iran, Iraq, Turchia, Siria.
L'area principale per l'allevamento si trova al confine turco-iraniano,
dove vi sono i pascoli migliori e le popolazioni curde sono meno
soggette ai controlli e alle pressioni dei governi centrali.
Il pastore e la sua vita nomade rappresentano
uno dei temi dominanti della letteratura curda che ha sempre
identificato nel
pastore il "vero
curdo", il simbolo delle tradizioni e di un modo di vivere che
si protrae nei millenni.
La recente storia curda è inscindibile dalla presenza nel
sottosuolo di ricchezze minerarie consistenti, soprattutto in rapporto
ai territori circostanti. L'estrazione presenta un alto grado di
concentrazione spaziale. Fosfati, lignite, rame, ferro, cromo, petrolio
sono concentrati nelle province di Elázig e Siirt nel Kurdistan
turco.
I giacimenti di cromo a Maden (tra Diyarbakir
ed Elázig)
sono tra i più rilevanti del globo. Da lunga data viene estratto
il rame a Ergani, presso Diyarbakir. Il petrolio è stato scoperto
a Raman, Garzan (provincia di Siirt), Diyarbakir. Il Kurdistan meridionale
produce il 75% del greggio iracheno (70% a Kirkuk, 5% a Ayn Zalah
e Khanaqin).
Nel Kurdistan iraniano il petrolio estratto nella regione di Kermanshah
serve per il consumo interno.
Per l'economia siriana il Kurdistan è molto rilevante per
la fertilità della pianura e per i giacimenti petroliferi,
i più importanti del Paese. I pozzi principali sono: Kerashuk,
Ramelan, Zarbe, Oda, Sayede, Lelak. Il greggio viene estratto con
l'apporto sovietico e solo negli ultimi tempi sono stati scoperti
nelle aree arabe altri giacimenti.
Il Kurdistan è carente di industrie.
Le poche funzionanti sono caratterizzate da un basso livello
di sviluppo. Generalmente
producono beni di consumo, connessi alla produzione agricola.
Malgrado la ricchezza del sottosuolo, la
fertilità del terreno,
l'abbondanza idrica, la popolazione curda rimane ai margini della
ricchezza prodotta in tutte le aree del Kurdistan. A causa della
politica economica messa in atto dai governi centrali, le risorse
naturali non vengono sfruttate in loco, per cui una regione potenzialmente
ricca come il Kurdistan rimane una delle aree più povere e
sottosviluppate del Vicino e Medio Oriente.
La principale caratteristica della configurazione
del Kurdistan è data
dal fatto che non costituisce una unità ma è diviso
tra quattro Stati. La divisione del Kurdistan ha distrutto l'unità economica
già presente nell'impero ottomano. La delimitazione delle
frontiere nel 1925 ha impedito la transumanza effettuata dalle tribù curde
tra Turchia e Iraq. La sedentarizzazione forzata ha avuto effetti
dannosi sull'economia dei nomadi curdi.
I confini politici dividono non soltanto
il Kurdistan, ma anche la sua economia, così che le aree produttive del territorio
sono economicamente isolate l'una dall'altra, essendo ognuna di loro
dipendente dall'economia dello Stato in cui è inclusa. Il
Kurdistan costituisce quindi l'area marginale di Stati che sono a
loro volta in via di sviluppo.
Le risorse della regione curda si dirigono
verso i centri produttivi dello Stato in cui è inclusa ed esistono disuguaglianze tra
il Kurdistan ed il resto dello Stato. Il flusso tende ad aumentare
invece che a diminuire, rispecchiando la strategia dei governi centrali
di mantenere il territorio curdo nella condizione di area sottosviluppata
e subalterna. Il Kurdistan costituisce un tipico esempio di "colonialismo
interno".
(go
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