INFO :
Mirella Galletti
Economia del Kurdistan
Source :
 

Mirella Galletti
"I Curdi nella Storia"
Chieti, Vecchio Faggio Editore, 1990
ISBN 88-7113-020-2
t

-

.
Economia del Kurdistan

Il Kurdistan è ricco di risorse naturali e probabilmente è tra le regioni dotate di maggiore autosufficienza economica del Vicino e Medio Oriente per la presenza di acqua e petrolio.

Data la varietà di clima che va dal freddo alpino al caldo torrido delle regioni meridionali, la produzione agricola è abbondante e varia per quantità e qualità: segale, frumento, riso, orzo, avena, frutta. Il tabacco è di ottima qualità.

Le montagne erano molto boscose nell'antichità ma oggi si presentano brulle, in netto contrasto con le vallate verdi e coltivate. Sulle pendici dello Zagros abbondano querce, pioppi, olmi, betulle, platani, frassini. Questa ricchezza arborea ha incentivato nei curdi l'amore per gli alberi, che non trova riscontro tra gli arabi delle pianure: amore che si riflette nella poesia e nei villaggi che si distinguono da quelli arabi per la presenza di alberi.

In queste aree montuose prevalgono le forme di vita e di economia tradizionali. Le regioni interne sono isolate dal resto del mondo durante i mesi invernali, bloccate dalla neve che si mantiene a lungo ed ha notevole importanza per l'irrigazione.

Un proverbio curdo afferma "Ne ereb ú rez, ne fileh ú pez" (Né gli arabi né la vigna, né i cristiani né il montone), sottolineando cosi le antinomie evidenti che fanno dei curdi produttori di vino prelibato e pastori per eccellenza. Agricoltura e pastorizia formano le principali attività economiche. Sono distribuite in modo abbastanza uniforme, data la relativa omogeneità morfologica del Kurdistan, regione montuosa con ampie vallate.

L'allevamento è l'occupazione nazionale" della popolazione, forgiandone il carattere, al punto che tutta la vita tradizionale curda è regolata dai bisogni degli armenti, come è descritto magistralmente nel film "Il gregge" del regista curdo turco Yilmaz Güney.

La morfologia della regione è adatta all'allevamento di pecore, capre, cavalli, asini che forniscono i prodotti base di sussistenza. La pecora predomina su ogni altro animale domestico. Oltre a fornire carne, dà lana di buona qualità che viene in gran parte esportata e latte da cui si ottengono yogurt, burro e formaggi, i prodotti base dell'alimentazione curda, Gli ovini sono sempre stati venduti nei mercati di Iran, Iraq, Turchia, Siria.

L'area principale per l'allevamento si trova al confine turco-iraniano, dove vi sono i pascoli migliori e le popolazioni curde sono meno soggette ai controlli e alle pressioni dei governi centrali.

Il pastore e la sua vita nomade rappresentano uno dei temi dominanti della letteratura curda che ha sempre identificato nel pastore il "vero curdo", il simbolo delle tradizioni e di un modo di vivere che si protrae nei millenni.

La recente storia curda è inscindibile dalla presenza nel sottosuolo di ricchezze minerarie consistenti, soprattutto in rapporto ai territori circostanti. L'estrazione presenta un alto grado di concentrazione spaziale. Fosfati, lignite, rame, ferro, cromo, petrolio sono concentrati nelle province di Elázig e Siirt nel Kurdistan turco.

I giacimenti di cromo a Maden (tra Diyarbakir ed Elázig) sono tra i più rilevanti del globo. Da lunga data viene estratto il rame a Ergani, presso Diyarbakir. Il petrolio è stato scoperto a Raman, Garzan (provincia di Siirt), Diyarbakir. Il Kurdistan meridionale produce il 75% del greggio iracheno (70% a Kirkuk, 5% a Ayn Zalah e Khanaqin).

Nel Kurdistan iraniano il petrolio estratto nella regione di Kermanshah serve per il consumo interno.

Per l'economia siriana il Kurdistan è molto rilevante per la fertilità della pianura e per i giacimenti petroliferi, i più importanti del Paese. I pozzi principali sono: Kerashuk, Ramelan, Zarbe, Oda, Sayede, Lelak. Il greggio viene estratto con l'apporto sovietico e solo negli ultimi tempi sono stati scoperti nelle aree arabe altri giacimenti.

Il Kurdistan è carente di industrie. Le poche funzionanti sono caratterizzate da un basso livello di sviluppo. Generalmente producono beni di consumo, connessi alla produzione agricola.

Malgrado la ricchezza del sottosuolo, la fertilità del terreno, l'abbondanza idrica, la popolazione curda rimane ai margini della ricchezza prodotta in tutte le aree del Kurdistan. A causa della politica economica messa in atto dai governi centrali, le risorse naturali non vengono sfruttate in loco, per cui una regione potenzialmente ricca come il Kurdistan rimane una delle aree più povere e sottosviluppate del Vicino e Medio Oriente.

La principale caratteristica della configurazione del Kurdistan è data dal fatto che non costituisce una unità ma è diviso tra quattro Stati. La divisione del Kurdistan ha distrutto l'unità economica già presente nell'impero ottomano. La delimitazione delle frontiere nel 1925 ha impedito la transumanza effettuata dalle tribù curde tra Turchia e Iraq. La sedentarizzazione forzata ha avuto effetti dannosi sull'economia dei nomadi curdi.

I confini politici dividono non soltanto il Kurdistan, ma anche la sua economia, così che le aree produttive del territorio sono economicamente isolate l'una dall'altra, essendo ognuna di loro dipendente dall'economia dello Stato in cui è inclusa. Il Kurdistan costituisce quindi l'area marginale di Stati che sono a loro volta in via di sviluppo.

Le risorse della regione curda si dirigono verso i centri produttivi dello Stato in cui è inclusa ed esistono disuguaglianze tra il Kurdistan ed il resto dello Stato. Il flusso tende ad aumentare invece che a diminuire, rispecchiando la strategia dei governi centrali di mantenere il territorio curdo nella condizione di area sottosviluppata e subalterna. Il Kurdistan costituisce un tipico esempio di "colonialismo interno".

(go to the top of the page)