February 11, 2013
Ad
Molti civili sono stati vittime di
bombardamenti effettuati dall’esercito siriano nel quartiere di
Achrafieh, dove la maggior parte dei residenti
sono kurdi. Le milizie pro-regime hanno
continuato a uccidere civili tramite cecchini.
Secondo segnalazioni provenienti da Achrafieh, attualmente sotto assedio, tra l’8 e il 10 febbraio almeno 35 soldati e miliziani pro-regime sono stati uccisi e più di 70 altri
sono rimasti feriti in scontri con i combattenti kurdi.
Il 10 febbraio, le Unità di Difesa del
Popolo (YPG) hanno annunciato di aver perso in totale sette combattenti.
La YPG, in
un comunicato, hanno dichiarato che i loro
combattenti non permetteranno
a nessun gruppo armato di accedere
alle aree kurde e che risponderanno
con fermezza a qualsiasi attacco contro i civili. Nelle
città kurde, migliaia di persone
sono scese in piazza per protestare contro gli attacchi
I media e i governi occidentali, che denunciano attacchi sferrati dall’esercito siriano contro altre regioni in Siria, stanno giocando
al gioco delle tre scimmiette (quella che non vede, quella che
non sente e quella che non parla) quando si tratta
dei kurdi.
Dall’inizio della
rivolta, che si è trasformata velocemente in una lotta di potere
con l’intervento di potenze straniere nella formazione e nel finanziamento dei gruppi armati,
i kurdi si
sono rifiutati di partecipare al sabotaggio della rivoluzione.
Adottando una terza
via, quella di una rivolta
ANF Aleppo
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