May 08, 2013
Salih Muslim, co-Presidente del Partito
kurdo siriano dell’Unione Democratica (PYD) si è rivolto ai
molti partecipanti di un seminario intitolato “I Kurdi ed il conflitto in Siria”, tenutosi lo scorso venerdì presso il Centro per il Medio Oriente
della London School of Economics. Il
seminario è stato presieduto dal direttore del Centro, Robert Lowe.
Fornendo una panoramica
degli ultimi sviluppi nel conflitto
in corso in Siria, Muslim
ha sostenuto che la rivolta anti-regime non rappresenta
più una battaglia
per la democrazia ma una lotta per il controllo
del paese; il sanguinoso conflitto che è seguito alle
prime proteste in favore della democrazia nel 2011 è il risultato
del fatto che le potenze regionali ed internazionali hanno armato la rivoluzione e fornito sostegno militare, diplomatico e pratico alle fazioni
estremiste. Al contrario,
la lotta per un sincero cambiamento democratico da parte dei gruppi
kurdi in Kurdistan Occidentale
(nella regione settentrionale della Siria) è stata ampiamente ignorata o compromessa sia dall’opposizione riconosciuta internazionalmente –la Coalizione
Nazionale Siriana (SNC) e l’Esercito Siriano Libero (FSA) – sia dai governi e dai
media occidentali.
Una relativa calma è stata assicurata in molte aree del
Kurdistan Occidentale dalle
Unità di Difesa
Muslim ha sottolineato che
l’auto-governo democratico
non comporta la creazione di uno stato
kurdo separato. Il PYD sostiene piuttosto una Siria libera,
democratica e pluralista in
cui tutte le minoranze siano riconosciute e rispettate all’interno
Il fatto che migliaia di sfollati
interni da tutta la Siria stiano raggiungendo il Kurdistan Occidentale come rifugiati alla ricerca di un posto
sicuro testimonia i progressi che
il PYD e i kurdi siriani hanno
raggiunto nel corso dell’ultimo anno. Anche il fatto che nessun aiuto
umanitario internazionale sia stato offerto
al Kurdistan Occidentale per l’aiuto
dei rifugiati è il risultato
Alla domanda sui possibili effetti che i rinnovati
sforzi di pace tra la Turchia ed il PKK potrebbero avere sulla Siria
ed il Kurdistan Occidentale,
Muslim ha risposto esprimendo
il suo sostegno
ai colloqui ed al positivo effetto che potrebbero avere sulla lotta
per il riconoscimento in Siria: “Ció è stato
per lo più respinto dalla Turchia. Se i Kurdi venissero
riconosciuti in Turchia,
non si potrà più continuare a negare il
riconoscimento dei Kurdi in Siria”. Muslim ha sottolineato inoltre che il cambiamento più importante che la Turchia ha effettuato negli ultimi due anni è la decisione di riavviare i
colloqui di pace con la
leadership kurda ed ha suggerito
che quanto accaduto in Siria possa aver avuto un probabile impatto anche su questa
decisione.
ANF Londra
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