Avviso urgente per il nord della
Siria
June 27, 2013
Inizio della resistenza in Siria e stabilimento di
un’amministrazione regionale autonoma.
Più di 2 anni fa, il 15 marzo 2011, quando alcuni studenti in Daraa scrissero
lo slogan in riferimento alla Primavera araba sui muri, il governo siriano
rispose tanto violentemente che tuttora resistenza e conflitto sono in corso.
Le attitudini politiche anti-democratiche, oppressive e pericolose,
violazioni di diritti umani del regime siriano hanno portato alla ribellione
del popolo siriano. Questa ribellione, supportata da tutte le parti della
società, contro l’oppressione era già iniziata dai curdi nella regione a
maggioranza curda nel nord della Siria nel 2004. La ribellione era iniziata a
Qamishli e successivamente ha attraversato tutte le città curde. Sfortunatamente
durante i 13 giorni della ribellione 37 giovani attivisti curdi sono stati
ammazzati e centinaia di loro arrestati dall’esercito siriano.
7 anni dopo le dimostrazioni nella regione curda dimostrazioni democratiche
e pacifiche sono iniziate in Siria nuovamente nel 2011. Il regime siriano
ancora una volta ha scelto la misura violenta e le aree colpite dalle
dimostrazioni sono state attaccate dall’esercito siriano. Il risultato è stato
di migliaia di persone ferite e ammazzate. Dopo la violenta risposta, le
dimostrazioni si sono trasformate in lotta armata. I gruppi anti-secolari in
Siria hanno iniziato a partecipare al Libero esercito siriano e deciso di
rispondere alla violenza del governo siriano. Ma la società organizzata curda
ha deciso di non prendere parte né al regime siriano né alla lotta armata ma ha
scelto la terza via di una strada democratica e pacifica.
Scegliendo una strada democratica e pacifica come terza opzione, i curdi
hanno avviato l’opportunità di stabilire un’Amministrazione regionale autonoma.
In questo nuovo sistema tutte le diverse fazioni della società nella regione
curda, come 4 milioni di curdi, 300 mila arabi, 150 mila cristiani e più di 25
mila yezidi e assiri, zoroastriani, turcomanni, alevi hanno trovato una
risposta alle loro richieste di diritti.
Nel nuovo sistema, come primo passo, è stato stabilito un consiglio locale
attraverso i voti di tutte le comunità nell’area liberata: Qamishli, Afrin,
Kobani, Hasakah, Derik, Rimelan, Tirbespi, Cewadiye, Amuda, Dirbe Siye, Sere
Kaniye and Tiltemir. Poi sono stati istituiti dei comitati con il consenso di
tutti i rappresentanti per soddisfare le esigenze della società.
Questi comitati sono:
-Comitato per i problemi sociali
-Comitato per i servizi
-Comitato di autodifesa
-Comitato di giustizia
-Comitato della gioventù
-Comitato delle donne
-Comitato della fratellanza dei popoli
-Comitato di unità delle religioni
Questi comitati sono stati riconosciuti da tutte le parti curde della
regione. Stabiliti da tutte le comunità dell’Amministrazione regionale autonoma
questi comitati sono dei facilitatori della vita quotidiana e permettono una
vita regolare a confronto con gli aspetti caotici del resto del paese. Accanto
ai comitati sono state istituite molte organizzazioni non governative come
l’Unione degli insegnanti, l’Unione del commercio, l’Unione degli ingegneri,
l’Unione degli operai, l’Unione dei medici, l’Unione dei farmacisti, l’Unione
degli artisti, il Consiglio della saluta e della mezzaluna rossa dei curdi, in
cui il popolo ha trovato la possibilità di difendere i propri diritti in un
sistema democratico.
Nonostante tutte le difficoltà, come l’embargo, il rischio di essere
attaccati e i limiti nel raggiungere i livelli internazionalmente richiesti da
Nazioni Unite, Unione Europea, Stati Uniti e altri paesi e organizzazioni, le
persone che vivono sotto l’Amministrazione regionale autonoma stanno cercando
di sopravvivere con i propri mezzi.
Condizioni sociali durante la resistenza
Durante gli ultimi 3 anni di insurrezione in corso e l’atmosfera conflittuale
in Siria, più di 70.000 (secondo l’ONU sarebbero 60.000) civili sono morti, più
di 700.000 sono feriti e 2,5 milioni di persone sono emigrate. Con la
migrazione dei civili che hanno perso qualsiasi garanzia di sicurezza di vita e
di proprietà, sono iniziate importanti ondate migratorie interne ed esterne che
hanno portato grossi problemi sociali. Migranti dalle zone interne delle Siria
si sono recati nella zona curda situata a nord del paese. La popolazione di
Afrin, di 500 mila abitanti, è cresciuta a più di un milione dopo la migrazione
di 500 mila persone provenienti da Aleppo. Inoltre, ci sono state migrazioni di
massa da Al-Hasakah e da Deir-ez Zor a Qamishli; da Manbij, Al-Bab e Jarabulus
verso Kobani.
Oggi più di 5 milioni di persone si stanno confrontando con il rischio di
morte a causa del numero di feriti nelle città di migrazione, insufficiente
numero di ospedali, tagli di acqua e elettricità da parte del governo e
problemi di igiene ed epidemiologici. Le condizioni di embargo impediscono che
qualsiasi tipo di aiuto e sostegno raggiunga la regione curda.
Durante gli ultimi 3 anni i bambini non sono stati vaccinati, le riserve di
medicinali sono terminate e non è stato ammesso l’ingresso di medicinali
dall’esterno. Malattie epidemiche come la tubercolosi, l’epatite B, la diarrea,
morbillo e varicella costituiscono grossi pericoli non solo per la regione
curda e
La distribuzione tardiva e ineguale degli aiuti è un altro trattamento che
viene riservato alla salute. Gli aiuti che stanno arrivando dai diversi attori
internazionali, come l’ONU, l’UE, gli USA,
Chiamata urgente e appello
A nome di tutti i comitati istituiti nella regione autonoma, invitiamo tutte le
organizzazioni di soccorso amministrative e umanitarie dell’ONU, UE, USA e
Turchia e tutte le ONG, come associazioni di diritti umani, organizzazioni
sanitarie e medici senza frontiere di compiere la propria responsabilità morale
per salvare 5 milioni di persone che lottano contro la morte.
Noi rappresentiamo 3 comitati dell’Amministrazione
regionale autonoma:
– a favore del Comitato degli aiuti umanitari e distribuzione, signor
Abdurehman Hemo,
– a favore del Comitato dei problemi e della salute delle donne, signora Emine
Use
– a favore del Comitato delle ONG, signor Abdulkarim Saruhan
Facciamo appello a nome di questi tre comitati e di tutti gli altri
presenti nell’Amministrazione regionale autonoma per:
- organizzare una commissione d’inchiesta indipendente sotto il controllo
dell’ONU. In tal modo la commissione potrebbe verificare la situazione di cui
si è detto in questo rapporto con l’accompagnamento e la garanzia della regione
autonoma;
– eliminare l’embargo e aprire due nuovi varchi al confine con
I Comitati di servizi e salute dell’Amministrazione regionale autonoma
garantiranno che gli aiuti siano distribuiti equamente e in tutta sicurezza
all’intera popolazione.
Vorremmo ringraziarvi per la vostra attenzione nella lettura di questa
relazione e per fornire la possibilità di un’ampia divulgazione e conoscenza in
tutto il mondo.
Comitato per l’aiuto umanitario del Kurdistan siriano
UIKI: Appello Urgente per
il sostegno Kurdistan Orientale – in Siria