Siria, “ribelli” massacrano
civili curdi. Gli “Amici della Siria” tacciono
August 03, 2013
«Il 31 luglio
gruppi islamisti hanno massacrato oltre cinquanta civili fra cui donne e
bambini nei villaggi curdi di Tall Hassil e Tall Aran. Ci risulta anche che il
primo agosto venti donne e bambini che stavano scappando su un camion sono
stati uccisi vicino a Tall Aran,»: via skype da Aleppo, l’agenzia di
informazioni curda Anha conferma quanto già denunciato nei giorni scorsi da
partiti e reti curde; «Le informazioni ci vengono da abitanti dei villaggi e
dai combattenti in zona; l’area è a noi inaccessibile, il primo villaggio è
circondato dagli islamisti, il secondo è del tutto nelle loro mani». La zona
non si trova nel Kurdistan siriano ma in provincia di Aleppo, e nell’area i
curdi sono circa quarantamila.
Da Londra, Ahmet Semo, del principale partito curdo in Siria, il Pyd,
riferisce: «L’accerchiamento dei due villaggi è iniziato il 29 luglio. Gli
islamisti hanno assaltato le case. Una donna che è riuscita a fuggire e ora si
trova con altri ad Afren ha visto uccidere i suoi bambini. So che anche mio
cugino che faceva parte del fronte curdo, è stato ucciso».
La maggior parte delle donne e dei bambini uccisi farebbe parte di famiglie di
membri dello Jabhat al-Akrad, fronte curdo alleato delle Unità di protezione
del popolo curdo (Ypg, formato da uomini e donne) che combattono contro i
gruppi vicini ad al Qaeda e contro l’Esercito siriano libero (Esl).
Il massacro sarebbe una vendetta per l’uccisione in battaglia di diversi
combattenti jihadisti e “ribelli”; ma i curdi parlano anche di « una riunione a
Gaziantep in Turchia il 26 luglio di settanta comandanti dell’Esercito siriano
libero nella quale si è deciso di annientare i curdi», cosa ripetuta in un
video da un membro del consiglio militare dell’Esl, Abdul Jabar al-Akidi.
Un comunicato del Pyd accusa Unione europea, Stati Uniti e paesi arabi
per il loro silenzio di fronte ai massacri e precisa che «gruppi
affiliati ad Al Qaeda e all’Esl sono sostenuti da paesi esteri, soprattutto
L’ufficio di informazione del Kurdistan in Italia riferisce inoltre di dodici
camion di aiuti alimentari destinati alle zone curde della Siria e bloccati da
due giorni al confine di Nusaybin;
Intanto, a proposito di massacri, dopo l’uccisione giorni fa di decine di
persone hors combat a (soldati catturati e civili) a Khan al-Assal vicino ad
Aleppo, da parte del gruppo jihadista Ansar al-Khalafa, e dopo la condanna
russa della «strage compiuta dall’internazionale del terrore », da Ginevra la
commissaria Onu per i diritti umani Navi Pillay, dopo aver visionato foto e
video girati dagli stessi gruppi islamisti ha condannato il fatto e chiesto
un’indagine indipendente, come aveva già fatto Damasco rivolgendosi al
Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite.
A Zabadani vicino a Damasco sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco il
sindaco della cittadina e un esponente dei comitati di Riconciliazione.
di Marinella Correggia
Sibialiria