UIKI: ESL* e gli Islamisti
dichiarano guerra contro le curde e i curdi
August 04, 2013
Nelle località
Til Hasil e Til Aran nella zona di Aleppo civili curdi vengono massacrati da
gruppi di Al-Qaeda ed unità dell’Esercito Libero Siriano (ESL). Giovani curdi
vengono assassinati solo a causa della loro identità curda. Intanto i gruppi
rapiscono centinaia di donne e bambini curdi.
Già il 31 luglio
e il 1 agosto in entrambe le località 70 civili sono stati assassinati da
gruppi di Al-Qaeda. Gli attacchi contro civili curdi continuano.
Nella regione
vivono circa 40 mila curde e curdi. Tramite gli altoparlanti delle moschee, i
gruppi islamisti ora hanno dichiarato che queste persone sono bandite. Così,
secondo gli islamisti, sarebbe ‘hallal’ (giusto dal punto di vista islamico)
rapire e violentare donne curde. Anche le abitazioni curde vengono lasciate al
saccheggio. La maggior parte degli abitanti curdi delle località Til Hasıl e
Til Aran nel frattempo sono in fuga. Nel villaggio Sixêr a
Uno dei
rifugiati, che non ha voluto fornire il suo nome per motivi di sicurezza, ha
dichiarato che l’unica ragione per la quale in quei luoghi curde e curdi
vengono massacrati è la loro identità curda. Su dove siano i curdi e le curde
rapiti, il cui numero ammonta a centinaia, al momento non ci sono informazioni.
Ai massacri
partecipano anche unità dell’esercito libero siriano (ESL). Tramite un
videomessaggio, il comandante del ESL Abdulcabbar el-Akidi ha minacciato di
massacrare le curde e i curdi. Verrebbe aperto e messo a disposizione il
deposito di armi e munizioni del fronte Al-Nusra e del gruppo Stato Islamico in
Iraq e in Siria per la lotta contro le curde e i curdi.
La
decisione sull’attacco contro la popolazione curda è stata presa a Dîlok
(Gaziantep, Turchia)!
Il 26 luglio
2013 70 comandanti dell’esercito libero siriano si sono incontrati godendo
dell’ospitalità della Turchia a Dîlok (Gaziantep). Ora è diventato di pubblico
dominio che la decisione di attaccare la popolazione curda di Rojava (Kurdistan
occidentale/Siria settentrionale) è stata presa in occasione di quell’incontro.
A Til Hasil e Til Aran nella zona di Aleppo il 31 luglio e il 1 agosto sono
stati uccisi almeno 70 civili curdi e centinaia sono stati presi in ostaggio.
Secondo
l’agenzia ANHA, il presidente del consiglio miliare dell’esercito libero
siriano Abdulcabbar El-Akidi durante un incontro a Dîlok ha dichiarato che loro
forze sono molto maggiori di quelle del PYD e che tutti i curdi devono essere
scacciati dalle zone siriane. Ha dichiarato che è arrivato il tempo
dell’annientamento. Inoltre è stato messo in onda un videomessaggio nel quale
compaiono anche diversi comandanti dell’esercito libero siriano. Nel video si
dichiara che tra le altre, la brigata ‘Azadi’ prende parte agli attacchi a Til
Hasil e Til Aran e che l’obiettivo degli attacchi sono le Unità di difesa
popolari (YPG).
La
collaborazione tra il ESL e Al-Qaeda è stata duramente criticata dal comandante
del fronte El-Akrad Haci Ahmet. ‘Coloro che chiedono che mettiamo a
disposizione le nostre armi, se hanno coraggio, vengano qui e cerchino di
togliercele’, così Ahmet. Si continuerà difendere i popoli contro il regime
fascista del Baath e contro le bade armate.
Ahmet ha sottolineato
che Abdulcabbar el-Akidi nel suo discorso ha ammesso che i combattenti dell’ESL
sono responsabili per i massacri della popolazione a Til Aran e Tel Hasil
insieme a gruppi di Al-Qaeda. Le potenze internazionali devono quindi rivedere
l’appoggio militare ai gruppi armati in Siria, così Ahmet.
Il fronte
El-Akrad è costituito da unità curde armate che agiscono ovunque ci siano
comunità curde che vivono in Siria fuori dai territori del Kurdistan
occidentale.
PYD: Le
forze democratiche devono sostenere la nostra lotta
La
rappresentanza in Europa del Partito per un’Unione Democratica (PYD) rispetto
ai massacri di civili curdi perpetrati nelle località nei pressi di Aleppo da
gruppi islamisti, ha fatto appello ai sostenitori della democrazia affinché
appoggino la popolazione curda nella sua lotta contro Al-Qaeda ed i gruppi
vicini. ‘La rivoluzione siriana è iniziata con una protesta pacifica di alcune
donne nel bazar di Hamadiah a Damasco nel marzo 2011. Oggi però è diventata una
guerra sanguinosa tra il regime siriano e un’ampia fascia di cosiddetti
oppositori. Questa opposizione si rappresenta volentieri come rivoluzionaria e
democratica. Tuttavia la loro pratica non ha nulla a che vedere con questa
autorappresentazione. L’opposizione, guidata da gruppi vicini ad Al-Qaeda come
Jabhat al Nusra e Stato Islamico in Iraq e Siria (ISIS) attualmente attaccca
zone curde e non esita ad aggredire civili’,si dice tra l’altro nella
dichiarazione.
Anche il
consiglio esecutivo del Partito del Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha
rilasciato una dichiarazione sugli attacchi contro civili curdi a Rojava
(Kurdistan occidentale/Siria settentrionale). Gli attacchi hanno come obiettivo
i risultati della rivoluzione a Rojava, si afferma. Si fa appello per una
grande mobilitazione in tutto il Kurdistan ed alla solidarietà internazionale. Ogni
luogo deve diventare un luogo di ribellione. Tutti devono prendere posto al
fianco della popolazione di Rojava, minacciata dall’attacco da parte di forze
regionali e dei loro collaboratori, che vogliono distruggere la rivoluzione di
Rojava e costruire un proprio sistema corrotto. ‘Chiediamo al popolo curdo ed
ai suoi amici a non lasciare solo il popolo di Rojava, che conduce una lotta
per la libertà e la dignità contro le bande e oscure forze internazionali ed a
sviluppare la rivoluzione in tutto il Medio Oriente’, si afferma nella
dichiarazione del PKK.
In dozzine di
città curde ci sono già state manifestazioni e concentramenti nei quali è stata
espressa solidarietà con la popolazione di Rojava. Venerdì (02.08.2013) il
Congresso Democratico del Popoli (HDK) insieme a dozzine di organizzazioni di
sinistra ed al movimento LGBT hanno organizzato una manifestazione ad Istambul,
alla quale hanno partecipato migliaia di persone.
Il Congresso
Democratico dei Popoli (DTK), il Partito per
Anche in vari
paesi Europei si sono ritrovate migliaia di persone per manifestazioni contro
la guerra a Rojava, convocate dall’organizzazione PYD Europa. Tra l’altro è
stata chiesta la partecipazione di tutti i popoli che vivono in Siria, delle
comunità religiose e culturali e pacifiste ed in particolare alle donne
siriane.
Chiediamo a
tutte le forze democratiche e progressiste, all’opinione publica e tutta la
stampa internazionale di non restare in silenzio ai massacri, violazioni e
l’ambargo conto al popolo curdo che vive in Rojava e di sostenere la lotta del
popolo curdo.
Ufficio
d’Informazione del Kurdistan in Italia
05.08.2013