Sopravvissuti dal massacro di
Til Hasil e TIl Aran raccontano la brutalità del Fronte Al Nusra
August 08, 2013
Settimana scorsa almeno 50 civili curdi sono stati uccisi e altri 350 sono
stati rapiti da jihadisti in due villaggi della regione di Aleppo. Per
vendicare le pesanti sconfitte subite dai combattenti curdi, gli jihadisti si
stanno immergendo sempre più nei crimini contro l’umanità, commettendo atti
barbarici.
Nei villaggi di Til Hasil e Til Aran, città nella regione di Aleppo
vivevano circa 40 mila curdi. Molti giovani comprese donne e bambini sono stati
rapiti da gruppi legati ad al-Qaeda dopo l’attacco a Til Hasil e Til Aran tra
il 28 luglio e il 2 agosto 2013.
Due donne con alcuni bambini e un ragazzo sono riuscite a sfuggire dalle
mani di Al Nusra ed hanno raggiunto Afrin. Ora sono liberi, ma le loro ferite
bruciano ancora. Sopravvissuti al massacro hanno raccontato all’agenzia ANHA
quello che hanno visto e vissuto.
Una delle sopravvissute al massacro Arife Abdulkadir Semo, ha raccontato;
‘Hanno ucciso davanti ai miei occhi mio figlio e hanno ferito l’altro mio
figlio. Sono stati uccise meta delle persone e molte sono rimaste ferite. Che
cosa posso dire ora? Sono traditori!… Siamo nel mese di Ramadan… questi non
hanno nessuna fede e nessun credo. Che cosa posso dire…?’
Un’altra madre Necah Bozan ha detto, ‘hanno arrestato mio figlio maggiore,
è stato ucciso uno dei miei nipoti e un altro ancora non sappiamo dove sia. Abbiamo
perso il contatto e hanno arrestato tutti quelli che c’erano…ora mi sono
rimasti figli entrambi feriti . Questi (riferendosi ad Al Nusra) sono
traditori, sono ladri e sono assassini.’
La madre curda di Til Aran continua, ‘Mio figlio era andato a lavorare. E
per proteggere l’onore e il suo villaggio è tornato indietro. Sono venuti i
membri di Al-Nusra. Sono venuti da luoghi lontani, non sono di zona, sono
venuti per saccheggiare il nostro paese ricco. E hanno ucciso mio figlio che
ora è diventato un martire. Hanno arrestato anche le donne del nostro
villaggio. Hanno detto che porteranno via gli uomini per tagliare loro la
testa. E dicevano che le donne erano “legittimamente” per loro .’ eravamo più
di 40 famiglie in villaggio ma ora non abbiamo più loro notizie.
Cerca di essere forte e di raccontarci le crudeltà ma le parole le si
bloccano in gola, si copre il visto con la mano per non far vedere che piange…
e continua, ‘Io non ho potuto prendere il corpo di mio figlio e non so dove
sarà seppellito. Non conosco la sua tomba. Ma questi sarebbero fedeli
dell’Islam? Sono esseri umani questi? Non erano venuti a combattere contro il
regime? Hanno tagliato teste e ci hanno detto di venire a guardare …nei negozi
del villaggio mostravano le teste tagliate. Ma gli esseri umani fanno così?
Ibrahim Cuma Ato e Muhammed Ato sono due ragazzi del Til Aran. Nei giorni
del massacro sono riusciti a scappare dal villaggio, sono stati arrestati da
parte di Liwa Tewhid durante la fuga e deportati a Nikeriye, un distretto di Al
Bab dove sono stati consegnati alle brigate di Al Nusra.
Cuma ha 22 anni, nel vilalggio di Nikeriye è stato torturato in maniera
molto crudele. Ci ha raccontato quello che ha vissuto; ‘colpivano con i cavi
spessi a tutte le parti del nostro corpo. Ci picchiavano con i pugni in testa e
agli occhi. Ci hanno detto che ci avrebbero dato la pena di morte che il loro
modo di eseguirla era di tagliare la testa. Hanno messo in scena un finto
tribunale e poi ci hanno consegnato alle brigate di Al Nusra.’
Ci hanno portato in una caserma di Al Nusra che era sulla via di Til Hasil
e ci hanno messo in una stanza. Ci hanno detto che le nostre teste sarebbero
state tagliate l’indomani. Quella notte ci hanno torturato. Ci hanno detto che
tutta la famiglia Ato fa parte del PKK. ‘Recideremo (nel vero senso della
parola) tutte la radici della vostra famiglia. Siete Kafir! (infedeli).’ Però
voglio dire che noi fino a quel momento avevamo osservato il Ramadan. Loro
usano il nome dell’Islam ma loro e le loro azioni non c’entrano niente con
l’Islam …
Cuma Ato ha continuato dicendo che un comandante di Al Nusra gli ha detto
che domani avrebbero ucciso anche loro. ‘Non ho voluto consegnarmi cosi nelle
loro mani, ho visto una finestra in alto e da quella sono riuscita a scappare.’
Ato ha detto che Al Nusra ha deciso di massacrare le famiglie di Kalo,
Bisar, e Hawa.
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