Le Donne sono la Garanzia della
Rivoluzione di Rojava
October 02, 2013
di Halil Deniz * - Rojava Report ha tradotto brani
tratti da un articolo di Halil Deniz dal titolo “
Deniz inizia
richiamando l’attenzione sul ruolo preminente delle donne nelle zone sotto il
controllo amministrativo del PYD e YPG . Egli osserva ad esempio che in Afrin –
una città con una popolazione oggi superiore ad un milione di individui a causa
dell’attuale crisi dei rifugiati – oltre il 65 per cento degli individui che
partecipano all’amministrazione della città è costituito da donne. Passa poi a
redigere una breve storia del YPJ e quindi a presentare una serie di
conversazioni che ha avuto con le donne membri del YPJ.
La storia del
YPJ e la sua composizione
Con il rapido
aumento delle combattenti donne il primo battaglione tutto femminile – il
Martyr Ruken Battalion – è stato fondato il 5 marzo 2013 ad Arfin . Successivi
battaglioni femminili sono stati fondati in altre città. Ora ci sono due
battaglioni femminili ad Afrin. L’obiettivo finale, insieme con la conclusione
positiva della rivoluzione di Rojava, è di fondare un nuovo esercito tutto
femminile.
Il YPJ ha
battaglioni in tutte le città di Rojava così come legami e attività
organizzative in tutte le sue città e i suoi quartieri. Anche se il numero
esatto di combattenti femminili è sconosciuto si pensa che sia nell’ordine
delle migliaia.
L’età media delle
combattenti femminili è tra i 19 e i 20 anni. Mentre la maggior parte delle
combattenti sono curde, anche alcune donne arabe e armene – tra le altre – vi
stanno prendendo parte. Mentre il YPG è composto di combattenti di tutte le
età, la maggioranza dei membri del YPJ sono giovani donne. A causa della
necessità di tutelare le famiglie, non sono accettate, con alcune eccezioni,
coloro che vogliono aderire al YPJ ma sono sposate e hanno figli.
Non vi è alcuna
relazione gerarchica tra questo battaglione e il YPG. La caserma principale e
il sistema di lavoro sono gli stessi ma la struttura militare e i battaglioni
sono separati.
Il Generale
Comandante del YPJ, Axin Nucan, sulla formazione del YPJ
Deniz ha
intervistato il Generale Comandante del YPJ, Axin Nucan, e le ha chiesto
commenti su alcuni argomenti. Riguardo la formazione militare che le donne
ricevono prima di unirsi al YPJ, questo è quanto sembra abbia detto:
Le donne che
vogliono unirsi al treno del YPJ si addestrano con il YPG per venti giorni . Dopo
questo breve periodo di formazione tutte quelle che vogliono unirsi al YPJ si
sottopongono ad un periodo di intenso addestramento. In questa formazione le
donne ricevono una preparazione politica e militare oltre all’istruzione sulla
storia delle donne e al mainstreaming di genere. Quando la loro formazione
termina e le donne sono assegnate ad un battaglione, questa istruzione
continua.
Nucan sulla
prima vittima del YPJ
La nostra prima
martire fu la compagna Berivan. Qui ogni donna soffre. Berivan divenne madre da
bambina. E’ stata molto abusata dal marito. Ha sofferto molto. È stata
costretta a sposarsi. Al fine di non rimanere lì e continuare a soffrire cercò
un’altra soluzione e trovò la sua salvezza nel far parte del YPJ. Immaginate
una stanza molto buia piena di dolore ma dove da qualche parte spunta un
piccolo fascio di luce. In queste circostanze alcune persone hanno paura e non
si avvicinano alla luce. Alcuni vanno con perseveranza verso la luce e riescono
ad essere salvati. Proprio in questo modo Berivan si diresse verso quel fascio
di luce con costanza e ardore attraverso un mondo pieno di tenebre e fu salvata
da quel buio. E’ riuscita a diventare una combattente per la libertà nel YPJ. Ha
combattuto per la libertà del suo paese, della sua gente e delle donne del suo
paese e quando è caduta in qualità di prima martire ha impresso il suo nome
d’onore nella nostra storia in un modo che non sarà mai cancellato.
Parlano le
Combattenti del YPJ
Deniz ha anche
parlato con un certo numero di giovani combattenti all’interno del YPJ. Di
seguito sono riportati alcuni stralci di interviste che ha condotto con loro:
Avesta Cotkar
(Età 22): io sono di Afrin. Sto nel YPJ da un anno. Quando gli eventi in Siria
cominciavano nel 2011 io studiavo ad Aleppo. In quel periodo sono stata
coinvolta nel movimento giovanile curdo. Siamo una famiglia di tre figli. Non
siamo rimasti a guardare indifferenti e insieme con i miei fratelli abbiamo
aderito al movimento giovanile. In realtà mentre eravamo nel movimento
giovanile non eravamo a conoscenza di nulla. Non sapevano cosa stesse accadendo
politicamente, come le nostre vite sarebbero state influenzate e di come
avremmo vissuto in seguito. Dopo essere stata attiva nel movimento giovanile
per qualche tempo ho deciso di aderire al YPJ. In un primo momento la mia
famiglia era contro questa decisione ma ho insistito e loro hanno acconsentito
e mi hanno sostenuto. Dopo di me ha aderito anche mia sorella.
Inizialmente ho
avuto quattro mesi di formazione. Vedo molto chiaramente ora la differenza
verificatasi in me stessa prima e dopo questo addestramento. Dopo questa
formazione la mia visione degli eventi, la mia conoscenza, il mio processo di
pensiero e le mie percezioni sono completamente cambiate. Mi sento molto
diversa ora. Pensavo di aver capito tutto. Adesso ho compreso molto bene quello
che abbiamo vissuto e come dobbiamo procedere da qui. Dal punto di vista della
mia percezione e della mia valutazione degli eventi posso vedere che sono una
persona completamente diversa. La mia mentalità è cambiata in un breve periodo.
E naturalmente il modo e lo stile in cui mi esprimo sono completamente
cambiati.
Zilan Cudi (Età
25 anni): io sono di Kobane. Sono nel YPJ da sei mesi. Prima di entrare a farne
parte vivevo a casa. Insomma secondo il linguaggio popolare ero una ‘ragazza di
casa’. Quando la rivoluzione è iniziata, come migliaia di giovani curdi ho
deciso di combattere. Se devo essere sincera ho deciso di diventare una combattente
per desiderio di vendetta. Sotto il regime Baath tutta la mia famiglia e
soprattutto mio padre erano terribilmente oppressi. Con questo desiderio sono
arrivata e mi sono fatta assoldare. Ho ricevuto una formazione politica e
militare. Oggi ho tutta l’attrezzatura necessaria per essere una combattente. Posso
usare qualsiasi tipo di arma. Ora, quando mi giro a guardare vedo questo: i
benefici che le persone hanno raggiunto sono più importanti della vendetta
personale. Forse mi sono fatta reclutare per vendetta personale ma dopo la mia
formazione il mio pensiero è molto diverso. Ciò che è importante è la vendetta
del nostro paese, la nostra gente, e i loro successi. Se la gente prende
possesso di questi risultati, sarà sufficiente dire che ho avuto la mia
rivincita.
Come donna è
difficile combattere? No non lo è. Tutto ciò che un uomo può fare in guerra
anch’io posso farlo. In questo senso non ho alcuna difficoltà. In ogni caso che
tipo di differenza ci può essere tra un combattente maschio e una combattente
femmina? Se un uomo può combattere per 15 ore senza una pausa allo stesso modo
posso farlo io. Utilizziamo le stesse armi. In realtà le uso meglio io.
Ora il mio unico
pensiero è quello di avere successo. Combattendo porteremo questa rivoluzione
ad una conclusione e in questo modo otterremo anche la libertà per le donne.
* Halil Deniz ha
pubblicato una versione più lunga di questo articolo nella pagina turca di ANF