Ginevra II: i curdi vogliono un posto

Posted date: January 15, 2014

Ginevra II: i curdi vogliono un posto

A una settimana dalla conferenza cruciale sul futuro della Siria, il problema dei curdi torna di prepotenza sul tavolo dei negoziati.

I 2 milioni di curdi siriani sono concentrati nel nord del Paese, molti sono sfuggiti ai combattimenti trovando rifugio in Iraq o inTurchia.
Alla frontiera tra Turchia e Siria, i curdi manifestano regolarmente solidarietà ai confratelli siriani in risposta agli appelli del Partito per la Pace e la democrazie, che rappresenta il PKK al parlamento turco.

Il nostro corrispondente, in Turchia, ha incontrato il leader del partito con cui ha parlato della volontà dei turchi di partecipare alla confeenza di Ginevra.

Selahattin DEMİRTAŞ:
“I curdi vogliono partecipare alla conferenza di Ginevra, tutti i curdi, i diversi gruppi, hanno deciso di parteciparvi con delegazioni separate in cui tutti i gruppi siano rappresentati.
Se non è possibile, vogliono che l’opposizione siriana riconosca e garantisca i loro diritti in modo che possano partecipare alla conferenza insieme all’opposizione siriana.
Se almeno una di queste due condizioni non è attesa non è il caso di partecipare a Ginevra II”.

I curdi siriani, divisi e geograficamente separati in tre distinte regioni, sono divisi anche politicamente.

Dall’inizio del confitto in Siria, non smettono di ondeggiare, difendendo i propri interessi, gli uni sono con Assad, gli altri con l’opposizione.

Difficile in queste condizioni parlare con una voce sola. Gli islamisti radicali, che non vedono di buon occhio le velleità autonomiste curde, restano il l’unico nemico da cui i vari gruppi devono difendersi.

“La regione curda in Siria è interamente circondata da militanti radicali appartenenti a Al Qaida e Al Nusra.

La parte turca è bloccata da quando Ankara ha chiuso i propri confini. La regione curda resta isolata. Noi curdi procediamo personalmente alla raccolta di aiuti e cerchiamo di farli arrivare a destinazione con molta difficoltà.

L’aiuto internazionale non sempre riesce a arrivare.

Al Qaida e altri gruppi fanno di tutto per impedirlo perché combattono contro i curdi”.

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