Intervento di Jan Van Aken in
Parlamento sul viaggio del Rojava
January 17, 2014
Il discorso di
MP Van Aken in Parlamento tedesco sul suo viaggio in Rojava in gennaio 2014
Signor
Presidente, Signore e Signori,
Mi trovavo
questo fine settimana in Siria. E la situazione è catastrofica.
Abbiamo visto
l’afflusso di profughi, persone che cercano, con solo un sacchetto di plastica
in mano, di fuggire dalla guerra. Abbiamo parlato con le persone che
disperatamente cercano di difendono il loro paese. C’era una donna che era una
casalinga prima della guerra, con due figli piccoli a casa, e che ora ha
aderito alle milizie curde per evitare che gli jihadisti superino il loro
villaggio. Si tratta di destini che difficilmente possiamo immaginare.
Ma ho visto
anche un barlume di speranza, un assaggio di un possibile futuro di pace in
Siria.
Stavo viaggiando
nella Siria settentrionale abitata prevalentemente da curdi. Quattro milioni di
persone vivono in quella zona. Lì le persone hanno preso il loro destino nelle
proprie mani, e effettivamente sviluppato il proprio autogoverno pur se in
tempo di guerra. Diciotto mesi fa hanno respinto il regime di Assad e stanno
costruendo comitati di base eletti democraticamente nei villaggi. E, cosa più
importante: presentarsi con tutte le etnie e tutte le religioni e quasi tutte
le parti della regione.
Anche le
elezioni sono previste per la primavera. In mezzo alla guerra.
Abbiamo parlato
con rappresentanti degli Assiri, dei cristiani nella regione. Le persone
parlano aramaico, la lingua che parlava Gesù Cristo. Partecipano anche
all’autogoverno, difendono i loro villaggi insieme con i curdi contro gli
jihadisti. Anche i cristiani si preparano per le elezioni della primavera. Tuttavia
era evidente che non potevano raggiungere la percentuale prevista del 40% nel
futuro parlamento regionale – il Partito dei cristiani in Siria apparentemente
non si discosta molto dai partiti cristiani in Germania.
Questo
esperimento democratico è ora essenzialmente minacciato di distruzione da due
lati. Da un lato ci sono sempre gli attacchi sia delle truppe di Assad sia
degli jihadisti. E dall’altro la regione è completamente tagliata fuori dal mondo
esterno a causa di un embargo da parte della Turchia e dell’Iraq. Dietro tutto
questo c’è la politica della Turchia che tenta di soffocare sul nascere ogni
autogoverno curdo nella regione.
Quindi
A Qamishlo,
capoluogo della regione del nord della Siria, abbiamo dovuto testimoniare che
ci sono pochissime medicine. La malattia renale cronica non può più essere
curata, alcuni di loro sono già morti, chi non può curarsi con mezzi propri
privati, muore – anche se
Signor
Steinmeier, il vostro alleato in Turchia sta per distruggere un barlume di
speranza, un blocco di costruzione potenziale per un futuro democratico, libero
e pacifico in Siria.
Pertanto penso
che sia sbagliato che
Sappiamo tutti
che
Il ritiro
dell’esercito tedesco dalla Turchia sarebbe un importante segnale politico
perché Ankara possa abbandonare questa politica errata.
Vorrei davvero
invitare a fare tutto il possibile perché
E un’ultima
parola: Perché i curdi, alla conferenza di pace a Ginevra la settimana
prossima, non possono essere rappresentati? Se i curdi possono contribuire a una
Siria democratica, perchè non possono partecipare con una delegazione? Non ha
senso. I curdi sono una parte della Siria e pertanto devono essere parte della
soluzione. Se non si portano tutte le parti intorno al tavolo, non si sarà mai
in grado di raggiungere una soluzione per tutta
Inoltre io sono
del parere che
http://www.bundestag.de/Mediathek/index.jsp?isLinkCallPlenar=1&action=search&contentArea=details&ids=3047081&instance=m187&categorie=Plenarsitzung&destination=search&mask=search