Hêvi Ibrahim: le donne sono le
apripista di questa rivoluzione.
February 06, 2014
Signora Ibrahim,
mercoledì scorso é stata proclamata l´autonomia democratica anche ad Afrin. Ce
ne vuole parlare? Cosa ne pensa e quali sensazioni prova? Che cosa significa
questa dichiarazione?
Si, anche nella
provincia di Afrin é stata proclamata l´autonomia. Il nostro auspicio é di
andare incontro ai bisogni e alle esigenze della nostra popolazione. Sarà il
nostro obiettivo immediato. Questa amministrazione é stata voluta dalla nostra
popolazione. La regione della “ montagna dei Kurdi” , ossia quella intorno ad
Afrin, é stata già difesa e amministrata da noi, prima della proclamazione
dell´autonomia democratica, ma l’opinione pubblica internazionale fa finta di
non vedere. La proclamazione dell’autonomia democratica é stata anche una
risposta a questa sottovalutazione. Qui ci siamo noi. La dichiarazione é stata
anche una risposta alla Conferenza di Ginevra II. Visto che non ci hanno voluto
nelle trattative di pace, non riteniamo le loro decisioni vincolanti per noi.
Quale
significato attribuisce al fatto che é stata eletta una donna Presidente della
provincia?
Per il
Medio-Oriente pareva essere una cosa impossibile, ma non per i Kurdi. Succede
spesso che le donne hanno un ruolo da apripista nella nostra società. Ci sono
molti esempi di donne che, prima di me, hanno assunto ruoli importanti. Seguo
solo le loro tracce. Ad Afrin e a Rojava le donne hanno assunto il ruolo di apripista.
Oltre ad essere
una donna e una kurda, lei possiede un´altra identità che viene repressa: lei é
alevita……
Si, é vero. Sono
nata a Mabada, una piccola città, dove vivono i Kurdi aleviti. Anche gli
Aleviti hanno patito nella loro storia molte sofferenze, e per questa ragione
la loro storia é segnata dalla resistenza. Vale anche per me e ciò ha
contribuito al fatto che io abbia assunto un ruolo nella lotta di liberazione. Che
io sia alevita, tuttavia, non significa affatto che intendiamo fare differenze
tra le appartenenze etniche e religiose.
Sono
rappresentati nella sua auto-amministrazione altre confessioni e gruppi etnici?
Certamente.
Oltre ai kurdi aleviti, sono rappresentati i kurdi yezidi, e due clan arabi si
sono uniti all’autoamministrazione. Il mio rappresentante, Mustafa Abdulhamid,
ad esempio, é un arabo, e il nostro portavoce per la diplomazia, Suleyman
Cafer, é yezida.
Lei parla di una
struttura democratica e pluralista. D´altra parte, Lei ha fatto riferimento al
fatto che le potenze internazionali hanno semplicemente fatto finta di niente
di fronte a queste nuove strutture amministrative. Secondo Lei, per quale
ragione?
Gli interessi di
alcune potenze cozzano con le conquiste dei Kurdi. Temono che queste conquiste,
il raggiungimento della libertà, possano portare a grandi trasformazioni e
svolte per loro. Non rientriamo, dunque, nei loro interessi.
Cosa intende
fare prossimamente per ottenere un riconoscimento della comunità
internazionale?
Per il momento
festeggiamo insieme alla nostra popolazione la proclamazione
dell’autoamministrazione democratica ed autonoma. Certamente parleremo tra noi
di come relazionarci alla comunita´internazionale. Di sicuro intendiamo avere
contatti con la società civile internazionale e con i governi.
Il territorio di
Afrin e´da tempo accerchiato. Come si presenta al momento la situazione?
E´ vero,
l´intero territorio della “ montagna dei Kurdi” é accerchiato da 5-6 mesi. La
popolazione fa grandi sforzi per mantenere una vita pubblica. La popolazione
condivide la sofferenza, la gioia, la proprietà e si cerca, nonostante tutto,
di vivere bene. Questa é la nostra risposta all´embargo, che speriamo finisca
presto.
Più di tutto,
giornalisti europei ed americani sono positivamente impressionati dal ruolo
della donna nella regione di Rojava. Come donna, ha da dire qualcosa alle donne
di questo mondo?
Noi vogliamo che
tutte le donne abbiano successo nella loro vita. Oggi, le donne kurde di Rojava
esercitano un’importante resistenza per tutte le donne di questo mondo, ma anche
qui c’é molto da fare, proprio perché sinora non hanno potuto avere un ruolo
nella vita pubblica. Le donne a Rojava hanno tutto da guadagnare e in
particolar modo in questa rivoluzione si sono molto distinte. E, per poter
assumere il ruolo che spetta loro, devono avere il giusto posto
nell´amministrazione autonoma e democratica.
Approfitto per
lanciare un appello all´opinione pubblica democratica e kurda. Chiediamo il
sostegno di tutti, affinché l´autonomia democratica possa basarsi su fondamenta
stabili. Sono di gran importanza per noi sia il sostegno umanitario sia quello
politico.
Radikal,
01.02.2014