In un’intervista ad ANF, Henife Husen – una componente dell’organismo di
coordinamento delle Yekitiya Star – ha parlato della rivoluzione del Rojava e
dell’importante ruolo fino ad ora svolto dalle donne nel processo
rivoluzionario. Husen ha parlato anche della storia della lotta delle donne
nella regione e del ruolo in questa lotta ha svolto la filosofia del leader
curdo Abdullah Öcalan.
“La resistenza
delle donne curde” ha detto Husen, “è continuata senza interruzioni da Ishtar a
Besê e Zarife. Questa lotta ha fatto una serie di passi in avanti rispetto agli
ultimi 40 anni attraverso la filosofia del leader Apo [Öcalan]. Apo ci dice che
l’affermazione della libera volontà delle donne e delle donne libere sono
l’affermazione di una società libera e una società libera significherà
un’umanità e una natura liberate. Così come la prima forma di egemonia si è
sviluppata a discapito delle donne, l’autoliberazione delle donne sconfiggerà
tutti gli egemoni.”
La Husen ha parlato anche
dell’effetto che la rivoluzione sta avendo sul processo di liberazione delle
donne e sulle relative riflessioni nel Medio Oriente e nel mondo dicendo che
“la lotta della donna curda sta aumentando in tutte le quattro parti del
Kurdistan. Questa lotta sta attraversando i pensieri, la politica e la società.
La cosa più importante è che le donne non sono in condizioni di difendersi e di
svolgere il proprio lavoro. Le donne curde hanno pagato un prezzo pesante da
questo punto di vista. Donne come Leyla Kasım e Şirin Elemhuli sono state
assassinate in carceri fasciste. Migliaia di donne curde hanno resistito alla
tortura nelle carceri turche. Una di loro era Sakine Cansız. Ci sono state
anche amiche in Siria come Xelat Nazliye Keçel e Gule Selmo che sono state
assassinate dal regime. Le migliaia di nostre donne che sono cadute come
martiri ci hanno lasciato una grande eredità di resistenza. La lotta che le
donne hanno fatto nelle quattro parti del Kurdistan e le conquiste che hanno
fatto, danno una prospettiva seria sia alle donne del Medio Oriente e alle
donne del mondo.”
La Co-Presidenza e un nuovo modello di
governo
La Husen ha parlato del nuovo
modello di governo attuato nel Rojava e dell’importanza del sistema di
co-presidenza dicendo che “in passato nelle lotte condotte da altri popoli la
libertà delle donne veniva sempre lasciata a dopo la rivoluzione. Ma la donna
curda ha cambiato quest’equazione. Il leader Apo è stato chiaro su questo
argomento dicendo che senza la liberazione delle donne non ci sarà liberazione
della società. La libertà delle donne e lo sviluppo rivoluzionario sono parte
integrante l’una dell’altro. Ora nel Rojava le donne si stanno organizzando e
stanno creando organizzazioni dappertutto. Allo stesso tempo il sistema della
co-presidenza è diventato un principio governativo in tutti i settori. In
particolare nel settore della difesa, le Unità di Difesa delle donne (YPJ) e la
sicurezza pubblica delle donne sono state un esordio”
Né
l’individualismo occidentale, né il tradizionalismo reazionario medio-orientale
La Husen ha proseguito dicendo
“nel Rojava gli sviluppi rivoluzionari e la libertà delle donne si stanno
sviluppando come parte integrante gli uni dell’altra. Non abbiamo accettato né
la libertà individualista dell’Europe né la schiavitù avvolta in un lenzuolo
nero all’interno della tradizione del Medio Oriente. Abbiamo fatto riferimento
alla donna libera che esce dallo status di proprietà e per se stessa mette al
primo posto la moralità naturale. Anche se questo sta avvenendo lentamente,
questo è ciò che si sta affermando. In primo luogo abbiamo dato luogo ad una
formazione delle donne che lavora per sviluppare una scienza di ‘gineologia’
(scienza delle donne) e abbiamo sostenuto la formazione di organizzazioni di
donne libere. Migliaia di donne hanno ricevuto formazione sulla scienza delle
donne e sui loro diritti nelle nostre accademie. Allo stesso tempo e da un
punto di vista economico, è iniziato un lavoro sulle cooperative per includere
le donne.
Le donne
sono la dinamica fondativa della nazione democratica
La Husen ha parlato anche dei
principi della nazione democratica e di come la lotta delle donne nel Rojava
riguardi la lotta delle donne in tutta la Siria e nel Medio Oriente, dicendo “le donne del
Rojava stanno partecipando ad una lotta su due fronti per dare una forza comune
alle donne in Siria in generale, lottando anche per la liberazione delle donne
da punto di vista nazionale. Proprio ora ci sono partiti curdi e in particolare
partiti che sono stati qui per anni e nei quali non ci sono donne. Stiamo
lottando affinché delle donne possano avere un posto in questi partiti e stiamo
costruendo alleanze. Allo stesso tempo abbiamo formato una piattaforma comune
con le donne arabe, siriane, armene, assire e cecene e siamo dentro la lotta. Proprio
ora questa piattaforma è diventata nota come ‘Iniziativa delle Donne della
Siria’. Da questo punto di vista le donne stanno diventando la dinamica
fondativa nella creazione della nazione democratica.”
L’aspetto
culturale dell’Islam
La Husen ha detto che mentre le
donne si trovano ad affrontare reazioni negative da parte di alcune
organizzazioni religiose, stanno anche prendendo come riferimento l’aspetto
culturale dell’Islam, dicendo “dopo la proclamazione dei cantoni ci siamo
riunite come donne di tutti i popoli e abbiamo messo insieme bozze di leggi
relative alla legislazione delle donne. Questa legislazione è fatta di 39
articoli e mira ad una garanzia legale per tutti i diritti delle donne. Lotteremo
affinché questi articoli abbiamo effetto sulla Costituzione siriana che verrà
definita in futuro. Per ora ci sono state alcune reazioni contro queste leggi
secondo le quali non hanno nulla a che fare con la religione dell’Islam. Ma noi
come donne non siamo contro alcuna religione e nel nostro approccio non c’è un
femminismo grezzo. Abbiamo preso la dimensione culturale dell’Islam come nostra
base, ma non la sua dimensione politica. Ora sappiamo che tipo di maledizione
sia la dimensione politica per l’umanità. Che siano emersi elementi così
radicali, lo rende chiaro e comprensibile
Le donne
arabe sono le più oppresse
la Husen ha parlato anche della
situazione delle donne arabe dicendo “la situazione delle donne arabe
confrontata con quella delle donne di altri popoli è quella di una sofferenza
interiore. Molti arabi hanno accettato la schiavitù delle donne come una forma
di devozione. Centinaia [di donne] sono state offerte ai gruppi radicali in
Siria con il pretesto del ‘matrimonio jihadista’. Fino ad ora non c’era alcuna
organizzazione e ancora non c’è un’organizzazione vera e propria. Per questa
ragione le donne curde e siriache sono diventate decisive nella creazione dei
cantoni. Ma anche adesso le donne non sono ancora rappresentate nei governi
cantonali come vogliamo. Stiamo lavorando per andare oltre.”
di D. Cudi/A.KÖYLÜOĞLU* – Qamisli