Lettera43

 

SCHEDA

Iraq, l'appello della comunità yazidi

I miliziani del califfato vogliono «sterminarli».

09 Agosto 2014

La comunità degli yazidi, dopo quelle cristiana, curda e sciita, è finita nel mirino dello Stato islamico.
IN 4 MILA IN PUGNO ALL'ISIS. I jihadisti dell'Isis minacciano di giustiziarne circa 4 mila nei villaggi a sud della città irachena di Sinjar se non si convertiranno all'islam. Lo ha affermato un attivista yazidi, Ali Sanjari, parlando con un sito di notizie curdo.
Sanjari ha affermato che i suoi correligionari, seguaci di una fede pre-islamica e considerati miscredenti dai fondamentalisti dello Stato islamico, sono bloccati dai miliziani nei villaggi di Haju e Hatemiya, 25 chilometri a sud di Sinjar, la città conquistata dall'Isis una settimana fa da cui decine di migliaia di altri yazidi sono fuggiti.

L'appello della deputata yazida: «Cominceranno a morire in massa»

I militanti del califfato, bombardati dai droni americani, professano un islam sunnita di stampo fondamentalista e non tollerano la presenza di altre fedi religiose sul territorio che hanno recentemente conquistato: una regione grande quanto il Belgio, che si estende tra Siria e Iraq.
L'APPELLO DELLA DEPUTATA. Una deputata della comunità yazida ha chiesto espressamente agli Usa di colpire con raid anche Sinjar, la città montuosa a ovest di Mosul dove vivono decine di migliaia di appartenenti alla minoranza.
«Non restano che uno o due giorni per aiutare questa gente, poi cominceranno a morire in massa», ha affermato la parlamentare Vian Dakhil, che si era rivolta in lacrime anche al parlamento iracheno.
IL DESTINO DELLE DONNE SCHIAVE. La deputata ha anche denunciato l'uccisione di 500 uomini yazidi da parte dei jihadisti, e il rapimento di 500 donne che potrebbero essere usate e vendute come schiave sessuali.
Decine di migliaia di civili yazidi erano rimasti bloccati durante la fuga da Sinjar sulle montagne circostanti, e ora rischiano di morire di fame e di sete. Aerei americani hanno paracadutato viveri e altri generi di prima necessità nella regione, ma hanno concentrato gli interventi intorno alla regione del Kurdistan a protezione della sua capitale, Erbil. Del resto, secondo molti analisti, l'intervento americano sarebbe mirato proprio a difendere la regione ricca di petrolio e graziata dalle violenze negli ultimi 10 anni.
TRECENTO FAMIGLIE IN TRAPPOLA. Secondo alcuni testimoni, almeno trecento famiglie yazide dei villaggi di Koja, Hatimiya e Qaboshi sarebbero state circondate da miliziani dell'Isis, che minacciano di sterminarle se non si convertono all'islam.

·                     L'appello della deputata yazidi Vian Dakhil.

Tra islam e zoroastrismo: 700 mila fedeli nel mondo

Quella yazida è una religione che combina l'islam e lo zoroastrismo. Secondo la Theosophical Society of America conta circa 700 mila fedeli al mondo.
Oltre a credere in un Dio creatore dell'Universo, i yazidi confidano nell'esistenza di altre sette divinità o angeli, che periodicamente si incarnano in uomini. La più importante è Tawsi Melek o Melek Taus, traducibile in Angelo Pavone o Re Pavone. Sono accusati di essere adoratori del diavolo, a causa dell'altro nome di Melek Taus: Shaytan, lo stesso nome che il Corano usa per indicare Satana.
MISCREDENTI SECONDO L'ISIS. I yazidi sono considerati miscredenti dai miliziani del califfato. La maggiore presenza di yazidi è concentrata nella provincia di Ninive in Iraq, dove si stima vivessero circa 500 mila esponenti di questa comunità prima dell'avanzata dello Stato islamico.
Minoranze yazidi sono presenti anche in Germania (oltre 40 mila), Siria (tra i 12 e i 15 mila), Russia, Armenia e Georgia, mentre si stima che solo 500 di loro vivano negli Stati Uniti. La maggior parte di loro parla il curdo, tranne gli abitanti dei villaggi Bashiqa e Bahazane che sono di lingua araba.
APPARTENENTI ALL'ETNIA CURDA.  Etnicamente, i yazidi sono curdi. Il loro principale luogo sacro si trova a Lalish, a nord est di Mosul, nel nord dell'Iraq. La località ospita la tomba di Sheikh Adi ibn Musafir, dove secondo la religione bisogna compiere un pellegrinaggio di sette giorni almeno una volta nella vita.
Strettamente endogamici e prevalentemente monogamici, gli esponenti delle tre caste degli yazidi devono esclusivamente sposarsi tra di loro, pena la morte per l'onore perduto. Per i yazidi ha una notevole importanza la purezza religiosa, per cui considerano 'inquinante' un eccessivo contatto con chi non appartiene alla setta. Tra le usanze, evitano di indossare abiti di colore blu. Le origini di tale divieto non sono chiare, ma possono derivare dalla volontà di non usurpare il colore dell'Angelo Pavone: il blu, per l'appunto.

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