SCHEDA
09 Agosto 2014
La comunità degli yazidi, dopo quelle
cristiana, curda e sciita, è finita nel mirino dello Stato islamico.
IN 4 MILA IN PUGNO
ALL'ISIS. I jihadisti dell'Isis minacciano di
giustiziarne circa 4 mila nei villaggi a sud della città irachena di
Sinjar se non si convertiranno all'islam. Lo ha affermato un attivista yazidi,
Ali Sanjari, parlando con un sito di notizie curdo.
Sanjari ha affermato che i suoi correligionari, seguaci di
una fede pre-islamica e considerati miscredenti dai fondamentalisti dello Stato
islamico, sono bloccati dai miliziani nei villaggi di Haju e Hatemiya,
L'appello della
deputata yazida: «Cominceranno a morire in massa»
I militanti del califfato, bombardati
dai droni americani, professano un islam sunnita di stampo
fondamentalista e non tollerano la presenza di altre fedi religiose sul
territorio che hanno recentemente conquistato: una regione
grande quanto il Belgio, che si estende tra Siria e Iraq.
L'APPELLO DELLA
DEPUTATA. Una deputata della comunità yazida ha
chiesto espressamente agli Usa di colpire con raid anche Sinjar, la città
montuosa a ovest di Mosul dove vivono decine di migliaia di appartenenti alla
minoranza.
«Non restano che uno o due giorni per aiutare questa gente, poi
cominceranno a morire in massa», ha affermato la parlamentare Vian
Dakhil, che si era rivolta in lacrime anche al parlamento iracheno.
IL DESTINO DELLE
DONNE SCHIAVE. La deputata ha anche denunciato
l'uccisione di 500 uomini yazidi da parte dei jihadisti, e il rapimento di 500
donne che potrebbero essere usate e vendute come schiave sessuali.
Decine di migliaia di civili yazidi erano rimasti bloccati durante la fuga da
Sinjar sulle montagne circostanti, e ora rischiano di morire di fame e di sete.
Aerei americani hanno paracadutato viveri e altri generi di prima necessità
nella regione, ma hanno concentrato gli interventi intorno alla regione del
Kurdistan a protezione della sua capitale, Erbil. Del resto, secondo molti
analisti, l'intervento
americano sarebbe mirato proprio a difendere la regione ricca di petrolio e
graziata dalle violenze negli ultimi 10 anni.
TRECENTO FAMIGLIE
IN TRAPPOLA. Secondo alcuni testimoni, almeno trecento
famiglie yazide dei villaggi di Koja, Hatimiya e Qaboshi sarebbero state
circondate da miliziani dell'Isis, che minacciano di sterminarle se non si
convertono all'islam.
·
L'appello della deputata yazidi Vian Dakhil.
Tra islam e
zoroastrismo: 700 mila fedeli nel mondo
Quella yazida è una religione che combina
l'islam e lo zoroastrismo. Secondo
Oltre a credere in un Dio creatore dell'Universo, i yazidi confidano
nell'esistenza di altre sette divinità o angeli, che periodicamente si
incarnano in uomini. La più importante è Tawsi Melek o Melek
Taus, traducibile in Angelo Pavone o Re Pavone. Sono accusati di essere
adoratori del diavolo, a causa dell'altro nome di Melek Taus: Shaytan, lo
stesso nome che il Corano usa per indicare Satana.
MISCREDENTI SECONDO
L'ISIS. I yazidi sono considerati miscredenti dai
miliziani del califfato. La maggiore presenza di yazidi è concentrata
nella provincia di Ninive in Iraq, dove si stima vivessero circa 500 mila
esponenti di questa comunità prima dell'avanzata dello Stato islamico.
Minoranze yazidi sono presenti anche in Germania (oltre 40 mila), Siria (tra i
12 e i 15 mila), Russia, Armenia e Georgia, mentre si stima che solo 500 di
loro vivano negli Stati Uniti. La maggior parte di loro parla il curdo, tranne
gli abitanti dei villaggi Bashiqa e Bahazane che sono di lingua araba.
APPARTENENTI
ALL'ETNIA CURDA.
Etnicamente, i yazidi sono curdi. Il loro principale luogo sacro si trova a
Lalish, a nord est di Mosul, nel nord dell'Iraq. La località ospita la
tomba di Sheikh Adi ibn Musafir, dove secondo la religione bisogna compiere un
pellegrinaggio di sette giorni almeno una volta nella vita.
Strettamente endogamici e prevalentemente monogamici, gli esponenti delle tre
caste degli yazidi devono esclusivamente sposarsi tra di loro, pena la morte
per l'onore perduto. Per i yazidi ha una notevole importanza la purezza
religiosa, per cui considerano 'inquinante' un eccessivo contatto con chi non
appartiene alla setta. Tra le usanze, evitano di indossare abiti di colore blu.
Le origini di tale divieto non sono chiare, ma possono derivare dalla volontà
di non usurpare il colore dell'Angelo Pavone: il blu, per l'appunto.
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