Il ministro donne Omer: fornite case
di protezione delle donne
August 28, 2014
L’avvocato Emina
Omer ha assunto, dopo la rivoluzione, nell’ambito dell’auto-governo, l’incarico
di Ministro del Cantone Cizîre. Ha due deputati, uno assiro e uno curdo.
L’edificio, che
ospita anche altri ministeri e impiegati, è sorvegliato dalle forze di
sicurezza di sesso femminile, che effettuano costanti controlli di identità e
ispezioni di borse.
Il Ministero
include cinque divisioni: finanza, diritti dei minori, project management,
legislazione e servizi esterni. Il bilancio è determinato dal cantone. Nelle
relazioni pubbliche è usata di solito la lingua araba per facilitare la
comunicazione, oltre che il curdo e le altre lingue presenti nel cantone.
Sono
stati stabiliti dei rifugi per la protezione delle donne dalla violenza.
Il Dipartimento
delle donne ha risposto alle nostre domande. Il Ministro Omer ha affermato che
questi rifugi sono stati istituiti un mese fa. “Le donne che sono esposte a
situazioni di violenza vengono, inizialmente, fate alloggiare in rifugi e poi
portate in abitazioni più sicure. Se i problemi persistono, si va in tribunale.
La decisione di inserire le donne nei rifugi sicuri è presa tramite
consultazione”, ha detto Omer.
All’interno dei
rifugi, le donne possono alloggiare con i loro bambini, i quali ricevono
l’istruzione e dove viene fornita alle donne una piccola formazione
professionale. I rifugi hanno una capacità di 12 persone, ci si può alloggiare
per un periodo di 6-8 mesi. In questo periodo, le donne dovrebbero imparare a
stare in piedi sulle proprie gambe; nel caso in cui la situazione non migliori,
il soggiorno viene prolungato.
Tali rifugi
dedicati alle donne sono stati creati solo di recente. Quando le è stato
chiesto il motivo per cui si è aspettato così tanto tempo, la risposta del
ministro Umer è stata che le condizioni esistenti non lo permettevano. L’auto-governo
e quindi la distribuzione dei compiti dovevano, ancora, essere sviluppati. “Il
nostro obiettivo è quello di prendere le donne per mano e proteggerle. Dopo
l’istituzione dell’autogoverno, questa zona è stata assegnata al reparto
femminile. Gli indirizzi delle case di accoglienza delle donne non sono
comunicati, in quanto le donne sono spesso minacciate. Stiamo anche valutando
una diversa soluzione, ma dobbiamo proteggere le donne”, ha spiegato.
Lei sottolinea,
inoltre, che queste strutture non avrebbero fornito alcuna soluzione definitiva
ai problemi. L’obiettivo principale è una trasformazione sociale e psicologica.
“Nel momento in cui il nostro progetto di soccorso fu presentato al governo,
non vi furono obiezioni. Nonostante la rivoluzione continui, molte donne sono
oppresse e perseguitate. Pertanto, la nostra idea è stata approvata immediatamente
“, dice Omer.
Il Ministero
delle Donne ha già preparato un progetto di legge sulla prevenzione della
violenza contro le donne, attualmente in attesa dell’entrata in vigore della
legge. Sottolinea inoltre Omer, che è fondamentale la collaborazione con altre
organizzazioni femminili: “Quando il Ministero delle Donne è stato fondato,
abbiamo visitato tutte le organizzazioni femminili per presentarci. Era
importante, prima dell’avvio del progetto, scoprire le esigenze e le necessità.
Attualmente abbiamo incontri regolari con loro.”
Dalla
rivoluzione in Rojava sono passati due anni. Come è stato possibile una così
veloce modifica dei ruoli sociali e fino a che punto la rivoluzione è penetrata
nella società? La risposta può essere trovata per le strade, nelle istituzioni
politiche e sulla linea del fronte. Ovunque si incontrano giovani e anziani.
Secondo Emina
Omer, le donne hanno sviluppato un certo livello di conoscenze politico e
culturale: “I loro diritti iniziano ad essere rispettati, diminuiscono le situazioni
di violenza ed oppressione. Ma non si può dire che tutte le donne sono libere. I
problemi sociali sono ancora in corso. Gli uomini si difendono in molti punti. In
questo senso, la fiducia delle donne è cambiata.”
Umer ha risposto alle nostre domande con la sua natura calda e in tutta onestà,
spesso sottolineato che le donne del Rojava devono portare avanti la loro lotta
per la libertà Abdullah Öcalan: “La ferma convinzione delle donne e la loro
capacità di resistenza per i diritti ha spinto a non mollare. Così hanno già
partecipano al livello politico e militare.
Vogliamo che le
donne turche siano fiduciose nella nostra lotta per la libertà. Rojava era solo
una piccola parte del paese, nessuno avrebbe potuto immaginare la resistenza a
tal punto. Le donne hanno portato ad una grande rivoluzione in Rojava. La
nostra lotta continuerà fino a quando neppure una sola donna sarà più
oppressa.”