KNK: Il genocidio contro I curdi
yezidi
September 01, 2014
Gli attacchi
sistematici contro i curdi yezidi dal 3 al 24 Agosto 2013 devono essere
attentamente documentati e investigati.
Introduzione
In questo
dossier desideriamo condividere con voi importanti informazioni sulla guerra in
corso in Siria ed Iraq. Come potrete raccogliere da queste informazioni c’è una
grande guerra che sta accadendo in Medio Oriente e soprattutto in tutto il
Kurdistan.
Il dossier
mostra anche che i terroristi di ISIS stanno attuando un massacro su scala
totale e un’atto di genocidio contro i curdi e gli altri gruppi
religiosi(sciiti,cristiani,yezidi etc.) nella regione.I curdi sono impegnati in
una guerra legittima di autodifesa per porre fine a questa sporca guerra contro
l’umanità.
Stanno
combattendo ISIS con armi e tecnologia militare limitata e hanno solo la loro
forza di volontà ed il sostegno della popolazione.La tragedia è che i curdi
sono stati lasciati soli in questa guerra che minaccia tutta
l’umanità.Nonostante questo stanno resistendo.
Gli attachi di
ISIS stanno continuando nel Kurdistan Rojava sul confine Iraq Siria.
Quando è
iniziata la rivolta in Siria,la popolazione del Rojava-Kurdistan (“Rojava” è la
parola curda per “occidente”, vale a dire il Kurdistan occidentale / Siria del
nord) ha preso il suo posto nella rivoluzione.I curdi insieme agli assiri ,i
caldei e gli armeni hanno incominciato a proteggere i loro territori tenendone
fuori il conflitto.Le popolazioni nel Rojava hanno costituito la loro
auto-amministrazione e si sono governati per oltre due anni.Questa situazione
ha portato certe forze scioviniste,cioè il regime baathista ed i salafiti(ISIS,
Al-Nusra ed il Fronte Islamico), ad attaccare il Rojava.
Lo stato
turco,che non vuole che i curdi divengano una forza nella regione,ha sia
sostenuto gli aggressori e ha chiuso i propri confini con la regione per
attuare un’embargo contro i curdi.
Fino alla meta
del 2013,gli attacchi erano sporadici.Tuttavia dal Luglio del 2013, ISIS
ha condotto un attacco che si è trasformato in un tentativo sistematico di
distruzione e di annientamento. Negli ultimi 14 mesi,le regioni di Cezire,
Kobani, Afrin (i tre cantoni nel Rojava Kurdistan in Siria) ed i quartieri
curdi di Allepo sono stati sottoposti ad un attacco incessante.ISIS ha promosso
l’uccisione di curdi come parte della Jihad,e ha legittimato religiosamente il
saccheggio della proprietà curda e preso le donne curde come concubine.
Corridoio umanitario
di sicurezza per i civili sul confine Iraq-Siria
Con la presa di
Mosul,il 10 Giugno 2014,ISIS ha ottenuto molte opportunità.Il 2 di Agosto,ISIS
ha avviato un nuovo attacco contro il Kurdistan.ISIS ha attaccato la città
yezida di Sengal e ha preparato un nuovo massacro.A seguito di tale sviluppo,le
forze delle YPG hanno combattuto e raggiunto il Monte Sengal.Qui hanno creato
un corridoio di sicurezza per centinaia di migliaia di yezidi intrappolati
sulla montagna privi di acqua e cibo per andare nel Rojava Kurdistan.Ci sono
ancora più di diecimila Yezidi sul Monte Sengal.
ISIS adesso sta
iniziando ad attaccare il corridoio formato dalle YPG.Il loro obiettivo è
quello di rompere questo corridoio per massacrare le rimanenti persone sulla
montagna.
A tal fine,il 18
di Agosto ISIS ha schierato tutta la sua artiglieria pesante alla fine del
corridoio nel Rojava aJe`zaa (città situata sul confine tra Siria e
Iraq).Secondo le informazioni che provengono,più di 24 combattenti delle YPG
hanno perso la loro vita negli scontri con ISIS a Ja`zaa. Più di 140 militanti
di ISIS sono stati uccisi negli ultimi cinque giorni di pesanti scontri a
Ja`zaa e nei villaggi di Bêgara, Hemedan, Zerga e Arcê. Questi attacchi di ISIS
stanno ancora continuando.Tuttavia, il mondo ha chiuso gli occhi davanti a
questa resistenza e agli attacchi di ISIS in questa regione.
Le forze
occidentali ed il proprio pubblico si sono resi conto di quanto sia disumana
questa organizzazione ISIS durante i suoi attacchi in Iraq.
Contro gli attacchi
di ISIS,l’Iraq ed il Kurdistan del sud sono stati sostenuti dalle potenze
occidentali.Tuttavia,questo sostegno non è stato offerto alle popolazioni del
Rojava;nonostante il fatto che la più efficace resistenza contro ISIS è in atto
nel Rojava.
La regione del
Rojava sta ancora subendo un embargo. Centinaia di migliaia di persone nel
Rojava, tra cui gli Yezidi,sono in attesa di attenzione internazionale e aiuti
umanitari. La minaccia di ISIS nel Rojava non è stata annullata. Se ISIS riesce
nei suoi attacchi nel Rojava, una tragedia umanitaria peggiore è alle porte.
Alla luce di
questo;l’embargo sul Rojava deve essere rimosso con effetto immediato e la
lotta per la libertà della popolazione del Rojava deve essere sostenuta.
• Dentro questo
quadro,il nostro appello urgente per le Nazioni Unite e l’Unione Europea è di
mettersi in contatto con l’Amministrazione del Rojava allo scopo di offrire il
sostegno necessario.
• Esortiamo la
comunità internazionale ad includere il Rojava Kurdistan(Kurdistan
occidentale,Siria) nel sostegno e negli aiuti umanitari che sono forniti al
Kurdistan del sud (Iraq).
• Esortiamo
anche la comunità internazionale a rimuovere l’embargo e ad aprire l’accesso ai
confini che sono chiusi nel Rojava.
• Chiediamo un
indagine legale indipendente sui crimini commessi da ISIS contro la comunità
yezida nella rrgione di Sinjar.
I massacri di
ISIS contro gli yezidi nel villaggio di Kocho
Nel corso di
pesanti scontri intorno al monte Sinjar stanno proseguendo nuovi attacchi da
parte dei terroristi di ISIS sul confine tra Iraq e Siria.Gli scontri sono
scoppiati tra le HPG (Forze di difesa del Popolo), le YBS (Unità di resistenza
di Sengal) e le bande che si fanno chiamare Stato islamico (IS) nella zona
della provincia di Cezaa (in arabo Ja`zaa) e nei vilaggi,Begara, Hemedan,Zerga
e Arce.ISIS sta tentando di impadronirsi del corridoio di sicurezza che è
protetto dalle YPG tra Til Kocer e Sinjar (Shengal). Questo corridoio creato
dalle YPG,impedisce maggiori massacri e ha salvato la vita di migliaia di yezidi.
Intanto pesanti
scontri sono scoppiati il 20 Agosto tra la resistenza che difende Sinjar e le
bande di ISIS nel villaggio di Heyalê . Le HPG (Forze di difesa del popolo) e
le YBŞ (Unità della resistenza di Sinjar) hanno distrutto alcuni veicoli e ucciso
molti esponenti delle bande e le bande hanno dovuto scappare dal villaggio.Il
villaggio è stato completamente liberato.
Kocho,un
villaggio yezida abitato da 250 famiglie,è stato circondato dai combattenti di
ISIS il 3 Agosto 2014.
Tutte le armi da
fuoco personali sono state inizialmente sequestrate alle famiglie yezide
su ordine di uno dei comandanti,chiamato Abu Hamza.Lo stesso comandante ha
diramato
un’ultimatum agli abitanti yezidi del villaggio con questo
messaggio:”Convertitevi all’Islam o affrontate la morte entro 24 ore”.
Per quanto
riguarda il termine per l’ultimatum, le bande di ISIS hanno informato gli
abitanti del villaggio che nulla sarebbe accaduto a loro, indipendentemente
dall’ ultimatum.
Simili ultimatum
sono stati imposti loro nei villaggi vicini di Tal Qasab e Hatamiya.In
quest’ultimo villaggio,molti yezidi sono riusciti a scappare durante il primo
giorno dell’arrivo di ISIS in questa zona.
Ciò ha provocato
un serrato accerchiamento di Kocho attraverso il rafforzamento delle posizioni
in tre sedi in tutto il paese da parte dei combattenti di IS.
Il 15 Agosto
2014 le bande di IS hanno raccolto tutti gli abitanti del villaggio in una
scuola elementare,che avevano trasformato in un loro quartier generale, e hanno
diviso gli uomini e le donne in gruppi separati.Le donne sono state portate in
un luogo non identificato e il loro destino è ancora sconosciuto.
Gli uomini e i
ragazzi sono stati spinti nella parte posteriore di un veicolo pick-up KIA,in
gruppi di 20-25 persone, e allontanati in una località tra i 500 e i
Almeno tre gruppi sono stati portati via in questo modo.
I ragazzi e gli
uomini sono stati allineati e costretti ad accovacciarsi per terra in uno
stretto ammasso.Un esponente delle bande di ISIS li ha filmati e diversi altri
terroristi di hanno aperto il fuoco sotto le loro urla Allahu Akbar in
arabo(“Dio è grande”).
La vittima più
giovane aveva 10-12 anni ed il più vecchio era un uomo di 80 anni.
Diverse delle
vittime che erano rimaste ferite ma circondate dai corpi dei morti fingevano di
essere morti e più tardi sono riusciti a scappare dopo che le bande di ISIS
hanno lasciato il luogo delle esecuzioni.
Tre dei
sopravvissuti sono stati intervistati intervistati dall’Esperto internazionale
in risposta alle crisi di Amnesty International Donatella Rovera(vedi
l’allegato).Le prime dichiarazioni delle vittime del villaggio di Kocho
forniscono forti testimonianze degli attacchi di ISIS contro le popolazioni
civili yezide.L’esecuzione di uomini e ragazzi e la presa in ostaggio di donne
devono essere indagate a fondo in quanto costituiscono gravi violazioni del
diritto penale internazionale e del diritto umanitario internazionale.
A questo
riguardo l’elemento dell’”intenzionalità”deve essere adeguatamente indagato(per
vedere se conforme all’intenzionalità’ sancita dall’articolo 2 della
Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio,
1948)come le informazioni fino ad ora raccolte indicano fortemente che
l’aggressione agli yezidi nel villaggio di Kocho può rappresentare un atto di
genocidio.
Anche l’ampio e
sistematico attacco ai civili yezidi iniziato tra il 3 ed il 17 Agosto 2014deve
essere attentamente documentato e indagato.
Una grave crisi
umanitaria in Kurdistan e Mesopotamia
Dopo che lo Stato
Islamico(IS), conosciuto anche con gli acronimi di ISIS,ISIL e DAISH,ha
attaccato le regioni occidentali della città di Mosul nel governatorato di
Niniveh il 3 Agosto,più di 450.000 persone sono state sfollate.Molte di esse
appartengono al ricco mosaico di comunità delle minoranze nella regione.
La regione di
Sinjar è stata per migliaia di anni terra di diverse antiche comunità religiose
e fedi minoritarie come yezidi,cristiani,kakai e caldei.
Comunità etniche
come arabi,assiri,curdi e turcomanni compongomo la maggior parte della
popolazione. Quest’area geografica ricca e diverrsa è una parte essenziale
dell’antica Mesopotamia.
Il 3 Agosto le forze armate di IS hanno preso il controllo della regione di
Sinjar dopo un ampio attacco che ha provocaro un inaspettato ritiro delle
forzee curde Peshmerga.
Senza nessun
avviso o piano di evacuazione,le comunità di minoranza della regione sono
fuggite in preda al panico,temendo attacchi mortali e persecuzioni dai gruppi
jihadisti radicali.
Più di 200.000
yezidi nella città di Sinjar sono fuggiti sul monte Sinjar,una catena montuosa
lungo
Successivamente
all’esodo di massa degli yezidi, la comunità internazionale ha visto aprirsi
una grave crisi umanitaria quando i combattenti di IS hanno accerchiato l’area
della montagna da tutti i lati.
Quasi 50.000
yezidi sono rimasti intrappolati sul monte Sinjar senza accesso a cibo, acqua,
medicine e a un rifugio.
Poichè il monte
Sinjar si trova in prossimità del confine siriano, un gruppo armato curdo
siriano, le YPG -Forze di difesa del popolo- sono intervenute durante le prime
48 ore per aprire un corridoio umanitario dove gli yezidi potevano ottenere
aiuto in Siria, dopo 12-24 ore di cammino. Molti anziani e bambini sono morti
di disidratazione o di spossatezza. Autorità irachene e curde, assieme alle
agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie, hanno adottato
misure disperate per raggiungere gli yezidi attraverso lanci aerei di aiuti
umanitari.
Quando il mondo
ha rivolto la sua attenzione al monte Sinjar per impegnarsi in sforzi
concertati per fornire aiuti e assistenza salvavita,i combattenti di IS hanno
perpetrato un uccisione di massa in un villaggio yezida a
Testimonianze da
Kocho: Il villaggio che ISIS ha cercato di cancellare dalla carta geografica
18 Agosto 2014 Donatella Rovera
Elias un
infermiere 59 enne mi ha detto:”Alle 11-11.30( Venerdì 15 agosto)ISIS ha
chiamato tutti i residenti alla scuola secondaria,che è diventata il loro
quartiere generale da quando sono arrivati nel villaggio due settimane fa.
Ci hanno chiesto
di consegnare i nostri soldi, i nostri telefoni cellulari, e alle donne di
consegnare la loro gioiellieria. Dopo circa 15 minuti hanno portato i veicoli e
hanno iniziato a riempirli con uomini e ragazzi. Hanno spinto circa 20 di noi
sul retro di un veicolo pick-up Kia e ci hanno accompagnati a circa un chilometro
a est del villaggio. Ci hanno fatto scendere dal veicolo a bordo piscina e ci
hanno fatto accovacciare a terra in un ammasso stretto e uno di loro ci ha
fotografati. Ho pensato allora che dopo ci avrebbero lasciato andare, ma hanno
aperto il fuoco contro di noi da dietro. Sono stato colpito al ginocchio
sinistro, ma il proiettile ha soltanto sfiorato il mio ginocchio. “
Mi ha mostrato
un foro a misura di proiettile nei suoi pantaloni dal suo ginocchio ferito.
“Mi solo
lasciato cadere in avanti,come se fossi morto,e sono rimasto lì a facca in giù
senza muovermi.Quando la sparatoria è terminata ho continuato ancora e dopo che
se ne sono andati sono scappato via.Anche altri 5 o 6 erano ancora vivi e anche
loro sono scappati dal luogo.Tutti gli altri sono stati uccisi.Conosco due di
loro,erano vicini a me:
Khider Matto
Qasem, di 28 anni e Ravo Mokri Salah, di circa 80 anni.Non so dove erano gli
altri;ero troppo terrorizzato dal guardarmi attorno.Non ho potuto mettere a
fuoco.
Non so cosa è
successo alla mia famliglia,a mia moglie ,ai miei sette bambini,alla moglie di
mio fratello e ai suoi due bambini.Non so se sono vivi o morti o dove sono.Non
riesco a contattare nessuno in quanto hanno preso i nostri telefoni cellulari. “
Khider, uno
studente di 17 anni,mi ha detto che anche lui faceva parte del primo gruppo di
uomini e di giovani che erano stati ammassati sui veicoli e portati nei
villaggi in periferia per essere fucilati.“Non c’era un ordine,loro(ISIS) hanno
solo riempito i veicoli indiscriminatamente.Io e mio cugino,Ghaleb Elias siamo
stati spinti sullo stesso veicolo.Eravamo vicini uno l’un l’altro quando ci
avevano allineato sul terreno.Lui è stato ucciso.Lui aveva la mia stessa età e
aveva lavorato come lavoratore giornaliero,prevalentemente nelle
costruzioni.Non ho notizie di cosa è successo ai miei parenti e ai miei quattro
fratelli e sei sorelle.Loro li hanno uccisi? Li hanno rapiti?Non so nulla di
loro..”
Khider è fuggito
con quella che sembrava una ferita superficiale alla schiena.
Un terzo sopravvissuto
Khalaf,un padre di 32 anni mi ha detto:
“Io ero nel
terzo gruppo.Prima di me,loro hanno portato via altri due veicoli pieni di
uomini e di giovani.Siamo stati accompagnati a una distanza molto
breve,probabilmente 200-
Eravamo 20 o 30
stipati nel retro di un pick-up.Io non lo so per certo.Quando noi siamo
arrivati ci hanno fatto stare in fila e poi uno ha gridato”Dio è grande”.’ [‘Allahu
Akbar’] e c’è stata una sparatoria.C’erano probabilmente 10 di loro,ma erano
dietro di noi.Non so quanti di loro abbiano aperto il fuoco.Sono stato colpito
due volte,all’anca sinistra e al polpaccio sinistro.
“Dopo che la
fucilazione è finita ho sentito i veicoli andarsene ; io e un altro uomo ci
siamo alzati e abbiamo corso.Io ero andato in una direzione e l’altro uomo
nell’altra.Io non so dov’è adesso.Non so dov’è ognuno,i miei bambini e la mia
famiglia.Dove sono?Come posso trovarli?Tra gli uccisi vicino a me c’era Salah
Qasem,il fratello di Elias[l’infermiere sopravvissuto all’uccisione del primo
gruppo]e suo figlio Asem di 10- 12 anni e sette altri di cui conosco il nome e
altri 10-12 di cui non conosco il nome in quanto non potevo vedere bene.Io ero
così terrorizzato.Ho tenuto la testa abbassata e quando tutto è diventato
tranquillo ed ero sicuro che erano andati sono corso via”.
Il bilancio
delle vittime è sconosciuto.Il numero totale di quelli uccisi a Kocho non è
conosciuto.Secondo i tre sopravvissuti che ho intervistato,dopo aver radunato
gli abitanti
del villaggio nella scuola locale,i combattenti di ISIS hanno portato via
almeno tre gruppi
di uomini e ragazzi per ucciderli,20-25 alla volta.
Molti degli
uomini e dei ragazzi del primo e del terzo gruppo sono stati uccisi,mentre si
pensa che tra i sei e gli otto sono riusciti a scappare.
Non si sa se
qualcuno è sopravvissuto nel secondo gruppo,anche la numerazione di 20-25
persone.Non è conosciuto quanti altri gruppi hanno sofferto lo stesso
destino.Viene riferito che centinaia di uomini,donne e bambini sono stati
portati da Kocho a Tal Afar-a metà strada tra Sinjar e Mosul-dove I gruppi di
ISIS stanno tenendo gli altri civili yezidi rapiti.Ma non poteva essere
confermato.
Secondo i
residenti di Kocho con cui sono stata in contatto prima dell’incidente,il
villaggio aveva una popolazione di oltre1200 persone.Da venerdì icontatti con
loro sono andati persi.I loro parenti che vivono altrove, non sono in grado di
tenersi in contatto e rimangono estremamente preoccupati per la loro sicurezza.
Koco è rimasto
sotto assedio dai gruppi di ISIS da quando hanno preso il controllo della
regione di Sinjar il 3 Agosto,ed il contatto con i residenti è stato da allora
difficile.
I sopravvissuti
dell’ultima uccisione di venerdi, mi hanno detto che la pressione dei combattenti
di ISIS è aumenata significativamente una settimana fa,dopo che i residenti del
vicino villaggio di Hatemiyah,il quale è stato circondato in modo simile,hanno
tentato di scappare:
“Da allora la
sorveglianza su di noi è diventata molto stretta.Non potevamo andare da nessuna
parte e far nulla.Siamo rimasti soltanto nelle nostre case.ISIS ha inizialmente
chiesto che dovevamo convertirci[per i gruppi armati di marca fondamentalista
dell’islam sunnita]ma più tardi hanno detto che non era necessario se non lo volevamo,e
che nulla ci sarebbe capitato.Ma noi eravamo impauriti”.
Come si è visto,
la gente di Kocho aveva ragione di avere paura.Ora la pressione è sullo
scoprire cosa è successo al resto dei residenti di Kocho.
Source:
http://livewire.amnesty.org/2014/08/18/testimonies-from-kocho-the-village-isis-tried-to-wipe-off-the-map/
Conclusioni
Cosa è meno
conosciuto e non adeguatamente riferito dai media, sono i brutali attacchi
contro civili innocenti curdi,assiri,armeni e arabi nel Rojava(kurdistan
occidentale- Siria),molti dei quali sono fuggiti da altre parti della Siria
dilaniata dalla guerra e che ora sono tra gli oltre 1.4 milioni di IDP,che
finora non sono stati sostenuti dalle Nazioni unite o dagli aiuti umanitari del
Comitato internazionale di soccorso ICR.
Dall’occupazione
di Mosul il 10 Giugno,ISIS ha ampiamente intensificato i suoi attacchi in Iraq
e ha perpetrato numerosi attacchi rivolti contro comunità specifiche.
Inanzitutto sono
stati presi di mira i cristiani(Assiri ,Caldei),le loro chiese distrutte,le
persone uccise,i beni confiscati e migliaia di persone costrette a fuggire per
salvarsi la vita da terre ancestrali che le loro famiglie avevano vissuto per
migliaia di anni.Gli yezidi,i sabak, i curdi mussulmani a Mosul e gli sciiti
turcomanni a Telafer hanno sofferto simili atrocità e violazioni.Il 2 Agosto di
quest’anno ISIS ha attaccato la città di Sinjar,vicino a Mosul.Sinjar è
popolata dai curdi yezidi, e terra natia dei loro luoghi sacri.Gli attacchi di
ISIS e le minacce di assassinare chiunque resistesse loro,hanno costretto oltre
cento mila persone a scappare dalla loro città e a trovare rifugio nelle
montagne circostanti,dove ora è in corso una crisi umanitaria e di proporzioni
mastodontiche e senza precedenti.
Allo stesso
tempo,ISIS ha preso in ostaggio migliaia di persone,ci sono resoconti
confermati dell’uccisione di molti degli uomini e del sequestro e della vendita
di donne e ragazze yezide come schiave.La minaccia di ISIS,poichè continua ad
avanzare sia attraverso l’Iraq e
E’ un gruppo
radicale islamista fondamentalista,jihadista e salafita che comanda un ampia
rete internazionale,che recluta giovani e con facilità uomini radicalizzati da
molti paesi,inclusi quelli europei.
All’inizio della
rivolta in Siria, molti governi, tra cui quelli occidentali, non sono riusciti
a vedere in ISIS come una minaccia e invece lo hanno considerato con indulgenza
perchè era apparentemente contrario al regime di Assad e sembrava combattere a
fianco dell’Esercito libero siriano.
Sfortunatamente
ISIS è sostenuto ancora da Qatar,Arabia saudita e Turchia,nonostante il fatto
che minaccia la stabilità dell’intera regione e prende di mira tutti i non
mussulmani(cristiani,yezidi,drusi) cosi come gli sciiti,gli aleviti e tutti i
curdi indipendentemente del loro credo.
E’ vitale per la
pace e la vita di tutti i suoi popoli,che ISIS venga sconfitta e che il
sostegno da parte di stati regionali venga ritirato.
I curdi di
distinguono come la forza dominante contro ISIS in Siria ed Iraq.I curdi del
Rojava(Kurdistan occidentale)dove le YPG e le YBS(Unità della resistenza di
Sengal) stanno difendendo I loro confini dagli attacchi di ISIS e stanno
difendendo i villaggi e la loro popolazione contro il
saccheggio,l’assassinio,lo stupro ed il rapimento non hanno avuto il sostegno
necessario di cui hanno bisogno e meritano.
Invitiamo la
comunita internazionale a includere il Rojava Kurdistan
(Kurdistan occidentale Siria) nel sostegno e negli aiuti umanitari che sono
forniti al Kurdistan del Sud(Iraq)
Chiediamo anche
alla comunità internazionale di rimuovere l’embargo e ad aprire gli accessi ai
confini che sono vicini al Rojava
www.kongrakurdistan.net