Bayik: Gli Yazidi sono
sopravvissuto grazie alle forze difesa popolare
September 10, 2014
Il co-Presidente
del Consiglio Esecutivo dell’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK) Cemil
Bayik, che ha parlato venerdì sera al canale televisivo MED NUÇE, ha avanzato
valutazioni significative riguardo Sinjar, l’unità nazionale, la guerra in
corso in Medio Oriente, la questione della lingua madre e la settimana di
boicottaggio che il KCK ha chiesto nella prima settimana del nuovo anno scolastico.
Riferendosi alla
migrazione dalla propria casa di persone Yazide, Bayik ha detto che gli Yazidi
dovrebbero tornare indietro alle loro terre – dove hanno le loro origini e la
loro storia, così come i luoghi sacri – al fine di non consentire alle bande dell’ISIS
di realizzare il loro piano di ripulire questa regione di Yazidi, di migrazione
forzata e di impedire il loro ritorno a casa.
Bayik ha detto
che per raggiungere questo obiettivo, gli Yazidi devono predisporre il proprio
sistema di autodifesa in quanto non possono fidarsi di nessuno, come è stato
dimostrato da quanto è successo. Secondo Bayik gli Yazidi a Tal Afar dovrebbero
formare insieme con i turkmeni un fronte comune di lotta contro l’ISIS. “Si può
ricostruire la vita nelle loro terre assistendosi l’un l’altro e stando insieme
contro le bande dell’ISIS. In questo modo possono purificare Tal Afar, Sinjar e
Rabia dall’ISIS e vivere lì”, ha suggerito.
L’Esecutivo del
KCK ha sottolineato che l’intervento di HPG e YPG il primo giorno era di vitale
importanza, ricordando il fatto che il popolo Yazida non sarebbe sopravvissuto
se non fosse stato per le forze dell’HPG e del YPG. “Se tutte queste persone
fossero state massacrate, i curdi, il governo regionale curdo e i partiti curdi
nel Kurdistan meridionale, non sarebbero stati in grado di comparire davanti
all’umanità. L’intervento dell’HPG e del YPG ha fatto in modo che l’onore curdo
non fosse calpestato, così come l’onore del Sud del Kurdistan e dei partiti, il
KDP in particolare, e tutti lo devono al YPG, all’HPG e alle Unità di
Resistenza di Sinjar che proteggevano i valori etici e morali dell’umanità così
come delle fedi e delle religioni.”
Il co-Presidente
del Consiglio Esecutivo del KCK ha sottolineato che l’ISIS è stato formato e
sviluppato per colpire i curdi, con gli attacchi fin dall’inizio della
rivoluzione del Rojava alle regioni curde e alle persone che determinano il
destino delle loro terre attraverso le loro lotte e organizzazione. Bayik ha
dichiarato che l’ISIS è stato portato avanti in modo da eliminare il modello
del Rojava che è un’alternativa e una soluzione.
Riferendosi ad
una discussione in corso nei paesi europei circa la rimozione del Partito dei
Lavoratori del Kurdistan (PKK) dalla lista delle organizzazioni terroristiche,
Bayik ha detto che si sta finalmente accettando che il PKK è un movimento per
la libertà, e che sta anche lottando per altri popoli e fedi diverse, e che
persegue per loro lo stesso di ciò che vuole per i curdi. “Anche chi ha messo
il PKK nell’elenco sta discutendone in questo momento la sua rimozione. Viene
accettato che il PKK ha fatto a Sinjar quello che avrebbe dovuto fare,
prevenendo massacri e proteggendo la dignità umana, le fedi, le religioni, le
culture e i valori, mentre si è posto contro il terrorismo dell’ISIS. I popoli
del Medio Oriente traggono forza dal PKK ora che la verità su di esso diventa
più evidente.”
Bayik ha inoltre
richiamato l’attenzione sul fallimento della cosiddetta conferenza di pace di
Ginevra I e II per
Commentando il
processo di risoluzione in corso con il nuovo governo in Turchia, Bayik ha
detto che il popolo curdo nel Nord del Kurdistan dovrebbe affrontare il
processo con cautela, considerando le promesse non mantenute dal precedente
governo che non ha nella pratica preso alcuna iniziativa. “I funzionari del
governo dicono che il processo sta andando bene e forse lo stanno dicendo
perché il leader Apo [Ocalan] sta dicendo così. Il leader Apo non sta dicendo
che non c’è alcun problema o pericolo nel processo in corso. Dice ciò che deve
accadere. “
In guardia anche
contro le dichiarazioni che intendono dimostrare che il processo è in corso
senza alcun problema, Bayik ha detto: “Questa è una guerra psicologica in cui
vengono mantenuti l’assimilazione e il genocidio culturale, mentre il tempo lo
si ottiene dando speranza a tutti i poteri della democrazia e dei popoli”.
Sottolineando
che tutti i passi fatti nel processo finora sono stati il risultato degli
sforzi compiuti da Ocalan, Bayik ha detto che la parte turca, la quale non ha
adottato alcuna misura al servizio dello scopo del processo fino ad oggi, vuole
ora ingannare il popolo dicendo che è pronta per i colloqui con Kandil e
presenta il tutto come un nuovo passo.
L’Esecutivo del
KCK ha osservato che tutti i passi che lo Stato turco ha finora messo in atto
sono risultati nel genocidio culturale e nell’assimilazione, che ricordano la
recente demolizione della statua di Mahsum Korkmaz, commentata come un attacco
ai valori sacri dei curdi.
Bayik ha fatto
notare che la gente dovrebbe continuare la lotta e basarsi sul processo solo
dopo aver visto passi concreti da parte turca.
Il co-Presidente
del KCK ha anche detto che i poteri della democrazia in Turchia dovrebbero
spingere il governo a fare un passo, avvertendo che in mancanza del quale si
andrebbe verso un’assenza di fiducia del pubblico e la guerra.
“Non ci sarà
fiducia fino a quando le condizioni del leader Apo saranno migliorate e le
delegazioni del negoziato saranno formate. I negoziati possono progredire
soltanto assicurando le condizioni necessarie al Leader Apo”, ha sottolineato.
Riferendosi ad
un recente invito avanzato dal KCK per una settimana di boicottaggio nella
prima settimana del nuovo anno scolastico, Bayik ha detto che il popolo curdo
dovrebbe protestare contro il sistema turco di istruzione che impone
l’assimilazione e non consente loro di usare la lingua madre.
Bayik ha
affermato che le istituzioni, i partiti e le organizzazioni curde, dovrebbero
portare avanti il boicottaggio e organizzare manifestazioni di protesta fuori
dalle direzioni dell’istruzione nazionale per chiedere l’istruzione nella
lingua madre.