13 -09- 2014
Duro colpo alla strategia
dalla redazione
Roma, 13 settembre
2014, Nena News – Un
patto di non aggressione è stato firmato a Hajar al-Aswad, quartiere sud di Damasco,
tra i miliziani
dell’Isis e alcuni gruppi di opposizione
moderati e islamisti. Lo rivela l’Osservatorio Siriano per i diritti
umani: un
vero e proprio cessate il fuoco
“fino a che sarà trovata una
soluzione finale”. “Promettono di non attaccarsi a vicenda perché considerano il loro principale
nemico il regime Nussayri [la setta alawita, di cui fa parte la famiglia
Assad]”.
Un colpo duro alla strategia
finora disegnata dalla coalizione dei volenterosi guidata dagli Stati
Uniti, soprattutto dopo il
meeting di Jeddah, in Arabia Saudita,
dove Giordania, Turchia, Egitto e i sei
regimi
Fonti riportano che tra
i firmatari del patto di non aggressione
ci sarebbero anche gruppi collegati
all’Esercito Libero Siriano, braccio armato della Coalizione
Nazionale, unico referente ufficiale dell’Occidente in Siria, e il Fronte Rivoluzionario
Siriano, altro riferimento statunitense nel paese che più di
una volta ha ripetuto di essere
interessato a far cadere Assad e non a combattere altri gruppi. L’accordo sarebbe
stato mediato dal Fronte al-Nusra,
gruppo qaedista che negli ultimi
mesi ha subito i duri attacchi
dell’Isis a nord e spesso è stato costretto a ritirarsi verso sud.
Un simile fatto rafforza la posizione dell’asse Russia-Iran-Siria, da giorni impegnata
ad accusare il
fronte anti-Isis di puntare alla caduta
di Assad e all’indebolimento dell’influenza iraniana nella regione, piuttosto che a sradicare le milizie di al-Baghdadi dalle zone dichiarate califfato. Dopo
il discorso di Obama
alla nazione, mercoledì sera, la Russia ha avvertito
che un’operazione militare in Siria, senza il consenso di Damasco,
sarà considerata un’aggressione in violazione al diritto internazionale. Mosca è tornata a chiedere, come fece un anno fa, quando
Obama preparò e poi abbandonò il piano di bombardamento del regime alawita, l’intervento delle Nazioni Unite.
Stesso il discorso dell’Iran: seppure sul
campo le forze militari Usa collaborino
ufficiosamente con i pasdaran presenti
in Iraq,
A monte sta però l’asse
sunnita guidato da
Una politica che accompagnata
a quella divisiva messa in campo dagli Stati Uniti in Iraq durante gli
anni dell’occupazione ha prodotto i suoi
drammatici frutti: al di là dell’offensiva
dell’Isis, l’Iraq
è oggi in piena guerra civile. Si moltiplicano gli attentati (una decina quelli
compiuti tra giovedì e venerdì nelle città sciite
di