20 -09- 2014
Da più di 48 ore nella
zona di Kobani,
a nord della
Siria, si susseguono violenti scontri tra i
combattenti curdi dell’YPG e i jihadisti
dell’Isis. Si cerca di scongiurare
un nuovo massacro,
dopo quello degli yazidi, dei
turcomanni e dei cristiani.
di Federica Iezzi
Aleppo, 20 settembre
2014, Nena News – Iniziato l’assedio da parte dei
combattenti dell’Isis di 24 villaggi curdi nell’area di Kobane (Ayn
al-Arab), nel nord della Siria, vicino
al confine con la Turchia. Gli
attacchi nelle ultime 48 ore hanno
coinvolto carri armati e artiglieria pesante, fucili d’assalto, kalashnikov e granate. Continuano i bombardamenti
dell’Isis nei villaggi di Barkel
e Qihida a sud di Kobane. Questa notte presi altri
3 villaggi nei pressi
Il violento assalto ha spinto i civili
ad abbandonare le proprie
case nel timore di ritorsioni da
parte dei jihadisti. Circa 3.000 rifugiati tra uomini, donne e bambini sono arrivati al confine turco nella notte. Hanno
lasciato le loro case, nei villaggi circondati
dalle forze dell’Isis, e hanno camminato per almeno
Già dallo scorso mercoledì,
aree ad ovest di Kobani, battevano
la bandiera nera dello Stato Islamico
dell’Iraq e della
Siria. L’Isis
ha cercato di stabilire il controllo
su una fascia di territorio vicino
al confine con la Turchia, ha tentato
l’espansione verso est, fuori dalle proprie
roccaforti, nelle province di al-Raqqa e Der
Ezzor, al confine con l’Iraq.
L’intera area curda di Kobani, nella
zona di
I 50.000 combattenti
siriani dell’YPG, Unità di Protezione
Popolare, hanno
richiesto al governo turco urgenti aiuti
nella lotta contro l’Isis, nel nord della
Siria. Il governo di Davotoglu
ha assicurato aiuti ai rifugiati siriani
curdi. In un conflitto che
contrappone militanti curdi contro gli
estremisti sunniti, armare il PKK e l’YPG rimane ancora
un dilemma. 46 cittadini turchi
sono ancora oggi in ostaggio in
I rapporti tra l’YPG e il governo siriano di al-Assad
rimangono ambigui. Finora l’YPG non sarebbe stato supportato dalle forze di
Damasco. Invece sembrano rafforzarsi
i rapporti con i gruppi di
insorti non islamici, nella provincia di
Intanto si ripetono massacri
e rapimenti di donne nelle
aree sequestrate di recente. I timori della comunità
internazionale sono puntati sul rivivere
le atrocità degli yazidi, nella regione
di Sinjar, nel vicino