Non paura, non c’è altro che la
morte…
September 27, 2014
“Non ho paura,
non c’è altro che la morte”, così
“Per difendere Kobanê dalla minaccia di occupazione ”
Non solo lei, ma
molti altri, soprattutto giovani uomini, tornano a Kobanê. „Per difendere
Kobanê dalla minaccia di occupazione“, come dice Dilan, una giovane curda.
In questi giorni
si parla molto della situazione a Kobanê e in Siria. Nelle notizie che
circolano sui giornali sugli attacchi aerei degli stati occidentali alle
postazioni di IS in Siria. Si specula molto su quello che potrebbe succedere se
Kobanê dovesse cadere. Vengono prefigurati possibili scenari. Purtroppo però,
come spesso avviene, non viene dato ascolto alle persone che si trovano sul
posto. Per questo in questo articolo si vuole dare la parola alle persone di
Kobanê, per illustrarci la situazione sul posto dal loro punto di vista.
„Siamo fuggiti a
Suruc perché ci è stato detto che
„ Neanche ci
hanno dato l‘acqua ci hanno dato [i soldati turchi]. I nostri fratelli e
sorelle del nord [si riferiscono a curdi e curde della Turchia] volevano correre
in nostro aiuto. Da dove ci trovavamo, potevamo vedere come loro [i militari
turchi] hanno distrutto le tende piantate e hanno lanciato lacrimogeni contro i
nostri fratelli e sorelle.“, così aggiunge la madre di Mohammed.
Già il 22
settembre la deputata tedesca Heike Hänsel recatasi al confine turco aveva
riferito dell’impiego di gas lacrimogeni, gas CS e idranti sul confine
turco-siriano da parte dei militari turchi contro i manifestanti curdi.
Dal 15 settembre
la milizia terroristica IS attacca Kobanê con particolare forza da tutte le
direzioni come ha riferito il portavoce delle Unità di Difesa del Popolo Polat
Can. Alla domanda su cosa pensa della neo-costituita alleanza contro IS, Can ha
risposto come segue: „Va notato che nonostante IS al momento operi
esclusivamente a Kobanê, non ci sia stato alcun tipo di attacco aereo degli USA
o di altri stati contro postazioni di IS intorno a Kobanê. Continuano a essere
solo le Unità di Difesa del Popolo delle YPG e YPJ a difendere la popolazione
di Kobanê dalla minaccia un massacro da parte di IS e che continuano a
difenderla con ogni mezzo.“
Le ed i
combattenti delle YPG e YPJ (Unità di Difesa delle Donne) riferiscono del
fronte e danno voce alla loro determinazione nella lotta contro la banda
terroristica IS.
Fewas Mislim
Ewaz, un giovane combattente della resistenza nega i numeri dei profughi che
circolano sui media, secondo i quali oltre 100.000 persone sarebbero fuggite in
Turchia. „Come si può vedere siamo tutti qui e difendiamo Kobanê.“
In effetti i
dati sui numeri dei profughi sembrano essere molto esagerati. Così
“Come
potremmo lasciare il paese ”
Ancora sul fronte: Şahin Necîp Elî, che prima faceva l‘avvocato, ha
sottolineato che a nessun costo Kobanê cadrà nelle mani dei barbari di IS. „Per
quanto possano attaccare, noi siamo pronti a difendere Kobanê. Come potremmo
lasciare la terra sulla quale così tante giovani donne e così tanti giovani
uomini sono caduti per l’uguaglianza e la libertà.“, così Amara Amed, una
giovane donna che dal Kurdistan settentrionale (Diyarbakir/Turchia) si è unita
alle Unità di Difesa delle Donne, le YPJ. Poi si è rivolta alla popolazione di
Kobanê perché non fugga verso
Effettivamente
ora anche nei media occidentali si diffonde la supposizione che il governo
turco dell’AKP appoggi IS nella lotta contro le strutture curde di autogoverno
nel nord della Siria sia con armi, che anche dal punto di vista logistico. Testimoni
oculari riferiscono di forniture di armi da parte della Turchia a IS. Treni con
carico militare sarebbero passati oltre il confine turco-siriano.„Sono girate
alcune notizie false secondo le quali si sarebbe già combattuto in città. Ma
fino ad ora questo non si è verificato.“, così Kurt Pelda a colloquio con
Spiegel Online.
Kurt Pelda è uno
dei giornalisti stranieri che danno notizie direttamente da Kobanê. Pelda ha
anche dichiarato che la gente a Kobanê confida nel fatto che la città verrà
difesa. „Ma ci sono anche civili che vogliono combattere. Ieri è arrivato
qualche centinaio di uomini che avevano abbattuto un recinto dal lato turco del
confine. Ci sono movimenti in entrambe le direzioni.“
“Chi c’è
dietro questa barbarie?”
„Chi c’è dietro questa barbarie? Non che non ci sia noto che alcune forze
occuperebbero volentieri il Rojava. Ma ci resta difficile capire il silenzio
che c’è. Il silenzio equivale all’accettazione del modo di agire disumano della
milizia terroristica di IS. Vorrei fare appello alla coscienza di ogni singola
persona. Contro la barbarie dei terroristi di IS che disprezzano gli esseri
umani viene fatta resistenza onorevole.“, queste le parole della co-presidente
del PYD (Partito dell’Unità Democratica) Asya Abdullah che attualmente si trova
a Kobanê e fa notare che la solidarietà e gli aiuti umanitari dall’estero sono
insufficienti.
A Muriel Reichl
di „Die Zeit“ Abdullah in un’intervista risponde così alla domanda se la città
verrà evacuata: „No. Kobanê verrà evacuata quando la città verrà attaccata con
le armi più pesanti. Anche nei villaggi tra noi e il confine turco c’è ancora
gente. Non sono ancora arrivati gli aggressori. Se si dovesse arrivare a questo
le donne e i bambini dovranno fuggire oltre il confine turco, gli uomini
resteranno e difenderanno la città.“
Ora immaginiamo
tutti che la città in cui viviamo venga attaccata da tutte le direzioni dai
terroristi di IS … Noi cosa avremmo fatto?
di Can Cicek-
Civaka Azad - Voci da Kobane