Intervista con una comandante
delle YPG sull’attacco a Kobanê e i suoi obiettivi
September 28, 2014
Una componente
del Comando Generale delle YPG Rojava Meysa Ebdo ha parlato con il giornalista
Ersin Çaksu in un’intervista per Özgür Gündem che è stata pubblicata ieri. Ebdo
ha parlato del fronte a Kobanê, dove le YPG continuano a resistere
all’offensiva di ISIS in atto contro il cantone che è iniziata il 15 settembre.
La comandante
delle YPG ha chiamato gli attacchi di ISIS un crimine contro l’umanità ed ha
accusato le potenze internazionali e regionali, in particolare
-La
regione di Kobanê dal 15 settembre è stata oggetto di pesanti attacchi. Le
bande di ISIS sono state in grado di conquistare facilmente città come Mosul,
Sinjar, Tikrit e Raqqa in solo uno o due giorni di combattimento. Kobanê sta
resistendo da dieci giorni. Com’è la situazione attuale?
Prima di tutto
lasciatemi dire che la regione di Kobanê è stata circondata da un grosso anello
per un anno mezzo. Non è stato permesso far entrare in città nemmeno gli
alimenti base di cui la gente ha necessità per i propri bisogni fondamentali. Hanno
interrotto tutte le strade. Questo è stato un inizio per indebolirci e per
renderci incapaci di resistere. Tuttavia nonostante questo accerchiamento
abbiamo fatto molti preparativi. C’erano già stati molti attacchi sporadici. Sono
stati tutti respinti. Tuttavia questo recente attacco è stato molto pesante. Non
è solo un attacco di ISIS. Questa è un’operazione guidata dalle potenze internazionali.
Loro stanno dirigendo questa operazione. Mote sono le parti coinvolte. Queste
forze stanno conducendo questa operazione secondo i propri interessi.
-Secondo
lei, qual è l’obiettivo di questa operazione?
Vogliono
spezzare geografia, popoli e culture. Qui c’è il faro del popolo curdo nel
Medio Oriente, la loro esistenza come una Potenza indipendente, la loro
capacità di agire senza ricevere sostegno da alcuno e il loro eroismo sono
stati presi di mira. Queste potenze internazionali stanno anticipando la
liquidazione di Kobanê secondo i propri interessi. Vedono il popolo curdo e gli
altri popoli come un ostacolo nell’avanzamento dei loro piani. Hanno portato
avanti questo piano anche rispetto all’Esercito Siriano Libero (ESL). Hanno
liquidato l’ESL che agiva secondo il loro disegno. Poi hanno rivolto la loro
attenzione alla forza – le YPG/YPJ – che ha continuato a resistere ed è rimasta
in piedi sia in Siria che nel Medio Oriente. Hanno rivolto la loro attenzione
al nostro movimento che stava lottando sia per l’Iraq che per il Kurdistan
meridionale. Arrivando all’obiettivo degli attacchi, Kobanê è un posto piccolo.
È circondando dalle bande [di ISIS] su tre lati e sul quarto lato c’è
Questa è
un’operazione internazionale. Quando, come, su quale fianco e in quali punti
attaccheranno è sempre stabilito. La geografia è stata studiata villaggio per
villaggio, borgo per borgo. Anche le tattiche sono stabilite. Ci sono molti
differenti fronti dell’attacco contro Kobanê e ogni fronte rappresenta uno
stato. Di fatto persino tra noi c’è un elemento traditore. Tutti i piani sono
diretti verso la presa di Kobanê. Stiamo combattendo contro di loro e
continueremo a combattere. Anche se il mondo intero dovesse unirsi per
combattere contro di noi, non faremo mai un passo indietro.
-Qual è
il ruolo della Turchia in questo piano? Quando sono iniziati gli attacchi gli
ostaggi del consolato che venivano tenuti da ISIS sono stati rilasciati a Girê
Spî (Til Ebyad) che è un sito molto strategico e simbolico.
C’è un processo
di pace in atto in Turchia. Ma
Tutti i confini
sono aperti per loro. Molte volte componenti delle bande che si sono persi, si
sono ricollegati ai propri gruppi attraverso
-
Fino a quando
noi siamo qui non potranno formare questa zona cuscinetto. Fino ad oggi non
abbiamo rappresentato alcuna minaccia per
Kobanê sarebbe
caduta e loro avrebbero colpito ISIS a Kobanê. Pianificavano che sarebbe stato
come a Mosul o Sinjar. L’avrebbero presa entro due o tre giorni. Avrebbero
detto, guardate li stiamo colpendo, ma loro hanno preso Kobanê. Ma hanno visto
che Kobanê non sarebbe caduta in un paio di giorni. Il piano è andato in fumo.
Hanno sofferto per via della nostra resistenza. Ora per mantenere la loro
legittimità stanno colpendo posti molto lontani da Kobanê una o due volte. ISIS
non è neanche presente nei posti dove colpiscono. Perché una larga parte di
ISIS ora è schierata a Kobanê. Se davvero vogliono combattere contro ISIS ci
sono voli di ricognizione e ci sono tecniche. Possono vedere anche se si muove
una sola persona. Allora come possono non vedere miliziani di persone di ISIS
intorno a Kobanê e non li colpiscono? Significa che ci sono cose che sono state
pianificate.
-Nelle
dichiarazioni della KCK e dell’HPD è stato detto che c’è stato un tradimento
nei confronti del popolo curdo. Come valuta queste dichiarazioni?
Stiamo dicendo
che c’è stata una grossa perdita per
-Cosa
vuole dire alla gente nelle quattro parti del Kurdistan in questa circostanza
storica in cui il popolo curdo e il popolo o la regione si stanno affrontando?
Far sapere alla
nostra gente che molto tempo qui è combattuta un’eroica lotta per l’identità,
l’esistenza e i diritti del popolo curdo. Abbiamo perso martiri in ogni
villaggio, in ogni borgo e su ogni collina. Abbiamo avuto feriti in ogni
villaggio. In alcuni posti sono passati sui nostri cadaveri, ma non
calpesteranno mai l’onore del popolo curdo. In ogni resistenza abbiamo
accresciuto la resistenza del nostro popolo e continuerà a crescere. Fino a
quando resterà uno di noi, continueremo a combattere come abbiamo fatto,
villaggio per villaggio, casa per casa. Questa è la patria della resistenza. Il
popolo curdo deve ricevere morale da questa resistenza. Non stiamo combattendo
con una forza così piccola. Ci sta passando sopra il mondo. Il mondo interno
sta passando in una piccolo città. Soffriremo migliaia di perdite. Se resterà
un solo combattente per la libertà noi continueremo ancora a resistere. Il
nostro popolo deve fare tesoro della grandezza di questa resistenza. Dovrebbe
guardare ad essa come a un simbolo di resistenza. Deve prendere posizione
contro i tradimenti interni.
Questo popolo
deve riconoscere chi non vuole unificare e solo guardare o solo stare a
guardare come Kobanê cadrà. Qui stiamo combattendo contro carri armati grazie a
dei coraggiosi. E accanto a questo c’è una grande guerra psicologica che viene
condotta contro di noi. Tuttavia la resistenza degli ultimi dieci anni senza
dubbio sarà una delle pietre fondanti di un Kurdistan libero. Ci sarà un popolo
curdo che ha assolutamente vinto. Tutti devono conoscere i curdi ancora una
volta in questa resistenza. Se dobbiamo vivere in questo mondo lo faremo
onorevolmente e con un’identità libera.
-Le YPG
hanno lanciato un offensive dal cantone di Cizîre contro Til Ebyad. Ha qualche
informazione su questo attacco e qual è l’obiettivo?
Siamo in una
guerra intensa. Abbiamo l’opportunità di guardarla in diverse parti. Per quanto
ci riguarda combatteremo ISIS ovunque si trovi. Questo non comprende solo le
regioni curde. Prenderemo anche una linea che sarà contraria ad ISIS. Guardiamo
ad ISIS non solo come a un nemico dei curdi, ma come a un nemico dell’umanità. Lo
consideriamo una linea pericolosa. Lo consideriamo una minaccia per l’umanità. Fino
ad ora siamo stati noi che li abbiamo combattuti nel vero senso del termine. Chiediamo
questo al mondo: Siete stati voi a salvare Sinjar? Se non fossimo stati lì e se
i nostri soldati non fossero stati li, loro avrebbero ucciso centinaia di
migliaia di persone. Stiamo combattendo contro una mentalità che prende per sé
tutte le possibilità del mondo e getta lo scompiglio dove vuole e distrugge. Stiamo
dicendo all’umanità che dobbiamo avere una posizione contro questo nemico
dell’umanità. Queste nostre operazioni non resteranno a Mebarak o Til Ebyad o
nei confini di qualsiasi altro distretto. Anche le regioni di Arap sono state
evacuate. Qui c’è una Siria senza umanità. Non hanno lasciato nessuno nelle
città e nei villaggi. Il Medio Oriente è diventato il medioevo.