04 -10- 2014
La città
curda siriana è sul punto di cadere, fanno sapere i combattenti curdi a difesa
della comunità. La Turchia si prepara a intervenire. Decapitato l’ostaggio
britannico Alan Henning.
AGGIORNAMENTO ore 11.00 – DECAPITATO L’OSTAGGIO
BRITANNICO ALAN HENNING
I miliziani dell’Isis hanno brutalmente
ucciso l’ostaggio britannico, Alan Henning, cooperante di 47 anni catturato in
Siria a dicembre. In un nuovo video pubblicato ieri dallo Stato Islamico, si
ripete lo stesso copione: Henning, vestito con la tuta arancione stile
Il premier britannico Cameron ha commentato
ieri in tarda serata l’uccisione di Henning: “Il fatto che sia stato catturato
mentre tentava di aiutare gli altri e sia stato ucciso dimostra che non ci sono
limiti alla brutalità di questi terroristi”. Condanna anche da parte
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di Chiara Cruciati – Il Manifesto
Roma, 4 ottobre 2014, Nena News – Le bandiere
nere dello Stato Islamico sventolano a Kobane. La città curda siriana, sotto
assedio jihadista da due settimane, è sul punto di cadere. L’annuncio,
drammatico, lo danno i miliziani curdi che difendono la comunità al confine con
la Turchia. Alla Cnn Alan Minbic, capo dell’Unità per la Protezione del
Popolo (Ypg), ha raccontato dell’ingresso degli islamisti nella zona sud ovest
dopo un’offensiva pesantissima: nella mattinata di ieri l’Isis ha
lanciato 60 missili e si è aperto lo strada verso il centro cittadino, ancora
presidiato dai curdi.
«Ormai tra noi e i jihadisti c’è meno di un
chilometro – ha detto al telefono con la Reuters un altro leader delle Ypg,
al-Sheikh – Ci troviamo in un’area piccola e assediata. Non ci sono arrivati rinforzi
e il confine [con la Turchia] è chiuso. Cosa mi aspetto?
Uccisioni, massacri, distruzione». Durissimi gli scontri in corso, ma la forza
sul campo è impari: alle sofisticate armi in mano ai jihadisti, i miliziani
curdi rispondono con strumenti poco efficaci e si affidano per ora ai cecchini,
in attesa dello scontro finale, casa per casa. Testimoni riportano di
esplosioni, colpi di mortaio e della presenza di molti civili: i quasi 200mila
profughi che nei giorni scorsi hanno raggiunto il confine turco provenivano per
lo più dai villaggi intorno Kobane, già occupati dall’Isis. Nella città restano
molte famiglie, intrappolate negli scontri o impegnate a difendere la comunità.
La presa di Kobane, a pochi chilometri dalla
Turchia, potrebbe accelerare l’intervento militare di
Ieri il premier Davutoglu ha detto che il
paese farà tutto il possibile per impedire la presa della città curda e,
secondo la stampa turca, Ankara ha dispiegato l’esercito alla
frontiera, allertato l’aviazione e inviato equipaggiamento militare. Sembra
trovare conferma quanto previsto dal leader del Pkk, Abdullah Ocalan,
che giovedì aveva definito l’assedio di Kobane «anormale». Davutoglu, su questo
punto, è stato chiaro: l’obiettivo di Ankara non è soltanto quello di
annientare lo Stato Islamico, ma soprattutto quello di distruggere il governo
di Assad. «Sapete cosa succederà senza una no-fly zone? Le postazioni Isis
saranno bombardate e il regime siriano, che ha commesso tutti quei massacri, ritenendosi
legittimato, bombarderà
Immediata arriva la reazione del governo di
Damasco, da quattro anni impegnato in un duro braccio di ferro con Ankara: un
intervento militare turco, ha detto il vice ministro degli Esteri Maqdad, sarà
considerato «un atto di aggressione contro uno Stato membro delle Nazioni
Unite». Ad impensierire Assad in questo momento è però l’effetto che
la strage jihadista di bambini ad
All’avanzata islamista, intanto, la
coalizione reagisce con l’intensificazione dei raid, ad oggi dimostratisi
inefficaci a frenare le milizie di al-Baghdadi, seppure la Casa Bianca si
mostri ottimista per la nuova partecipazione delle tribù sunnite a fianco di peshmerga
ed esercito iracheno. Ieri nuovi bombardamenti hanno colpito
postazioni dell’Isis a nord della Siria, tra le province di Aleppo, Raqqa e
Deir az-Zor, e in
Scende in campo anche l’Australia, che da
agosto preme per intervenire. Ieri il primo ministro australiano Tony Abbott ha
annunciato il via libera