Jacques
Berès, fondatore di Médécins Sans Frontières,
racconta l’orrore. «Mai visto nulla di simile»
«È
da oltre quarant’anni che faccio questo
mestiere. Ma ciò che ho visto in queste ultime settimane in Siria è peggio di qualunque cosa io abbia mai visto in
tutta la mia carriera. Se l’Occidente non agisce
in fretta sarà un genocidio». Tornato da una missione in zona di
battaglia al confine turco-siriano, nel Kurdistan occidentale, dove attualmente l’ISIS sta assediando le forze curde
dell’YPG/YPJ per prendere la città di Kobanê ed altre
città, Jacques Berès, co-fondatore di Médécins Sans
Frontières et Médécins du Monde, racconta la sua
esperienza come chirurgo sul fronte di guerra più caldo di tutta
«La
guerra in Siria è un orrore – racconta Berès nel corso di
una conferenza stampa che s’è svolta a Parigi, nella sede della
rivista
Tra i
guerriglieri morti o feriti per difendere il Rojava (Kurdistan occidentale)
dalla barbarie delle orde del Califfo ci sono molti giovani e molte donne.
«La percentuale delle donne che combatte nelle file dell’YPG/YPJ
(Unità di Protezione Popolare) – racconta Berès –
è molto alta. Almeno il 40% dei guerriglieri che ho
operato in seguito a gravi ferite provocate da esplosioni, missili e bombe sono
donne. Questa è una caratteristica unica nella regione.
Le strutture
della società sono laiche, il ruolo della donna qui è importante,
a capo di ogni istituzione ci sono generalmente un
uomo e una donna, una visione nettamente in contrasto con la misoginia tipica
di queste zone del Medioriente e soprattutto che cozza con la visione
integralista che vogliono imporre i seguaci del Califfo. Sono stato a un chilometro dal fronte di battaglia con l’ISIS. Ho
visto molte donne guerrigliere e anche giovani respingere gli assalti dei
jihadisti con armi modeste. I giovani sono armati di
coraggio, spesso vengono dal Kurdistan turco per aiutare la popolazione
a difendere le città dalla morsa dell’ISIS. Ma
sono equipaggiati solo di vecchi kalashnikov».
di Marco Cesario – Linkiesta