Milano, 20 ottobre 2014 - 12:46
Curdi di Kobane osservano i raid
americani per contrastare l’Isis (Afp/Kilic)
Svolta nella vicenda
dell’assedio di Kobane, l’enclave curda in Siria sotto assedio da
settimane da parte dell’Isis: lunedì il governo di Ankara ha
infatti concesso il passaggio delle forze peshmerga verso la città per
contribuire a fermare l’avanzata dello Stato islamico (Isis). Quasi contemporaneamente, all’alba, l’aviazione
americana ha iniziato un lancio di rifornimenti medici e militari ai curdi in
città: è la prima volta che si registra un invio diretto di
materiale, fattore che si temeva potesse creare qualche tensione con
«Aiutiamo le
forze peshmerga curde ad attraversare il confine per raggiungere Kobane»,
ha invece annunciato il ministro turco degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu,
aggiungendo che «le nostre discussioni su questo fronte proseguono».
È stata quindi accolta la richiesta del presidente del Kurdistan
iracheno Massud Barzani di consentire alle forze peshmerga di passare
attraverso il territorio turco per aiutare i miliziani delle Unità di
protezione del popolo (Ypg).
La battaglia di Kobane e la bandiera nera di Isis
Secondo l’agenzia
di informazione curda Rudaw Barzani e il ministro per i peshmerga
Mustafa Sayid Qader stanno già coordinando l’operazione in
collaborazione con Salih Muslim, il leader del Partito curdo dell’Unione
democratica (Pyd) e i comandanti dell’Ypg. La scorsa settimana Muslim ha
incontrato Barzani a Duhok per discutere dei combattimenti a Kobane tra l’Ypg
e i miliziani Isis che assediano la città siriana da oltre un mese.
«Non vogliamo che Kobane cada»
«Non abbiamo mai voluto che Kobane cadesse.
Nel frattempo il quotidiano panarabo Al Hayat racconta di circa 200
curdi che sarebbero stati fatti prigionieri dagli jihadisti a Shaykh Issa, una
decina di chilometri ad est di Kobane e di poco a nord di Raqqa, una delle zone
oggetto dei raid americani. I miliziani curdi chiedono l’apertura di
«corridoi di sicurezza» all’ interno della Siria per
collegare Kobane con le altre due zone a maggioranza curda nel nord del Paese. «Abbiamo decine di migliaia di uomini e armi pesanti a
Hassake e Afrin. Vogliamo solo farle arrivare qui»,
ha spiegato Ocalan Isso: «Abbiamo chiesto che
20 ottobre 2014 | 12:46