Duran Kalkan: Il PKK è in prima
linea nella lotta contro ISIS
October 26, 2014
di
Duran Kalkan, Il Comitato Esecutivo del KCK - Ricordiamoci la maggiore
tragedia nella storia dell’umanità che si è verificata nell’era della modernità
capitalista:
È evidente che
la più grande resistenza contro questo fascismo è stata fatta dalla Russia dei
Soviet, anche se ha sacrificato più di 20 milioni di suoi cittadini per fermare
questo fascismo, non è stata in grado di riuscire del tutto. Questa ondata
fascista ha continuato a minacciare l’umanità e di conseguenza ha portato alla
formazione di un “Fronte della Democrazia”. Tutti si sono uniti a questa
coalizione storica guidata dalla Russia dei Soviet, dagli USA e
dall’Inghilterra.
Il fronte che si
sta formando a Kobane ricorda questa coalizione. La banda fascista ISIS è una
versione rinata di hitlerismo che ora sta minacciando l’umanità nel Medio
Oriente. Questo fascismo di ISIS è nato dalla Guerra del Golfo nel 1991 che è
finita con la caduta di Saddam nel 2003. Questa sciagura fascista sta cercando
di utilizzare la rabbia e il furore della comunità araba.
Questa rabbia
non organizzata e incontrollata ma manipolata, per lungo tempo ha causato
spargimenti di sangue nella guerra civile irakena. E dalla primavera del
Al tempo questo
veniva chiamato “il nuovo intervento degli USA in Iraq e Siria”. Iraq e Siria
dovevano essere divisi, il dominio dell’Iran nella regione doveva essere
indebolito e la recente stagnazione degli USA in Medio Oriente doveva essere
superata. Inizialmente è così che si stavano sbrogliando le cose e molto
rapidamente. La banda fascista ISIS ha travolto una grande città come Mosul in
quasi meno di un giorno. Le successive occupazioni di Tikrit e di altre città
simili hanno significato che ISIS è arrivata alle porte di Baghdad con una
velocità impressionante.
La banda
fascista poi ha attaccato Raqqa e Kobane con le armi che ha preso così
facilmente alle forze di Maliki, che non ha mai mostrato nemmeno i minimi
segnali di resistenza. Poi ha dovuto fare poca fatica con le forze di Assad
intorno a Raqqa e con i rinforzi politici e militari venuti da questi successi
sul campo di battaglia, questa banda ha attaccato Kobane; ma quando si è
trovata di fronte la resistenza a Kobane, è andata verso Sinjar e Makhmour
nella regione del Kurdistan meridionale. Quando anche le forze peshmerga non
sono state in grado di mostrare alcun segno di resistenza contro ISIS, proprio
come le forze di Maliki e di Assad, i guerriglieri del PKK hanno preso in mano
la lotta nel Kurdistan meridionale. A Sinjar i guerriglieri del PKK hanno
salvato i curdi yezidi dal genocidio e difeso la popolazione del Kurdistan meridionale
e l’amministrazione respingendo ISIS a Makhmour e nelle zone circostanti. Tuttavia
questo ha significato che ora tra ISIS e i curdi si è creato un fronte lungo
ISIS non è stato
in grado di spezzare la resistenza curda in luoghi come Makhmour, Kirkuk,
Sinjar, Jazaa, Hasakah e Serikani. Il 15 settembre tuttavia ha iniziato un
attacco su larga scala contro quello che pensava fosse un punto debole per i
curdi, a Kobane. Pensava che avrebbe potuto spezzare la resistenza curda, una
cosa che non era stato in grado di fare in nessuno degli altri fronti di
battaglia. Da questo punto di vista la battaglia di Kobane è diventata una
battaglia decisiva per la guerra tra i curdi e ISIS.
Questa battaglia
che ora dura da 40 giorni ha già rivelato conseguenze politiche e militari
significative. Nonostante ISIS abbia riversato tutte le sue forze e risorse
nella battaglia a Kobane, non ha avuto successo di fronte ad una risoluta
resistenza curda. Questa battaglia, che è diventata una questione di vita o di
morte per entrambe le parti, ha anche dato luogo a nuove polarizzazioni
globali, che ricordano quelle della Seconda Guerra Mondiale.
Queste forze
regionali e globali che inizialmente hanno sostenuto ISIS per i propri
tornaconti politici nella regione, hanno dovuto rivedere le proprie posizioni
politiche di fonte alla crescente minaccia del fascismo di ISIS per la regione
e per il mondo. Ora queste forze stanno valutando come affrontare questo mostro
che hanno contribuito a creare.
Nonostante tutto
questo il Movimento di Liberazione del Kurdistan ha previsto i pericoli che
ISIS rappresentava per la regione e per l’umanità intera e non ha minimamente
esitato quando ha reagito a questa banda fascista. Il PKK non ha esitato a
mettersi alla testa della lotta per conto della dignità umana e della libertà
contro questo fascismo.
È evidente che
quello che da al Movimento di Liberazione del Kurdistan la possibilità di
condurre questa resistenza è la capacità di interpretare e comprendere eventi e
fenomeni. E quello che lo ha determinato è l’analisi teorica, politica e
storica del leader del popolo curdo Abdullah Ocalan. L’analisi del nostro
leader Abdullah Ocalan della società storica e il risultante paradigma di
modernità democratica è quello che rende i curdi capaci di mettere in campo una
lotta politica e militare efficace.
La posizione del
Movimento di Liberazione del Kurdistan come avanguardia nella lotta contro ISIS
ne è un risultato diretto. Questo a sua volta ha messo il popolo curdo alla
guida del nuovo fronte della democrazia.
Oggi, alla luce
della battaglia a Kobane, si sta concretizzando un nuovo fronte democratico. Da
una parte c’è il fronte del fascismo del 21° secolo guidato da ISIS; e
dall’altra parte c’è il fronte della democrazia che viene guidato dai curdi. Chiunque
stia sostenendo ISIS è parte del fronte fascista; e chiunque sta sostenendo la
resistenza di Kobane è nel fronte della democrazia.
Da questo punto
di vista la vera faccia del governo dell’AKP in Turchia è ora ben visibile a
tutti. È ora chiaramente comprensibile che l’AKP, che ha sostenuto ISIS fin
dall’inizio, è su una linea simile a quella dei fascisti di ISIS.
In contrasto con
questo, il PKK ha preso il suo posto nella prima linea del fronte della
democrazia. La posizione del Movimento di Liberazione del Kurdistan contro il
fascismo di ISIS ricorda la posizione presa dalla Russia dei Soviet contro il
fascismo di Hitler. Mentre questo ha portato la soluzione della questione curda
sull’agenda globale, ha anche provato che i curdi sono una forza progressista
per una soluzione nel Medio Oriente.
È evidente che
non siamo arrivati fino ad oggi senza fare sacrifici. Ci sono centinaia di
martiri e di vittime. Vogliamo commemorare tutti i nostri martiri come
rappresentanti della dignità umana e della libertà e ribadire la nostra
determinazione nell’alzare la bandiera dei valori che questi martiri
rappresentano. Coloro i quali sono in grado di compiere grandi cose con poche
risorse o senza averne alcuna, sapranno anche come portare a termine il
compito. Per questo i curdi, come avanguardia del nuovo fronte della
democrazia, risolveranno la questione curda e garantiranno la propria esistenza
e libertà!