Il rapporto del Congresso Regionale del
Kurdistan: perché la città siriana è sotto
assedio? Quale il ruolo delle forze locali e kurde? E quale quello messo in campo dal vicino turco?
del Congresso Regionale
del Kurdistan*
Bruxelles, 27 ottobre 2014, Nena News – Ricordando
Srebrenica, Vukovar, Ruanda, Halabja, Shengal…? Probabilmente
non ci siamo mai perdonati per questo. Se non vogliamo che si ripeta a
Kobanê, dobbiamo agire ora. Non è nostra responsabilità
sostenere la resistenza curda a Kobanê?
1. Introduzione
In questo dossier vogliamo condividere
informazioni importanti sulla guerra in corso nel Kurdistan Occidentale (Rojava) Siria. Come potrete
percepire da queste informazioni c’è una grossa guerra che si sta verificando
in Medio Oriente e soprattutto attraverso il Kurdistan. La relazione indica inoltre che i terroristi
dell’ISIS stanno portando avanti un massacro su larga
scala e un atto di genocidio contro il popolo curdo nel cantone di Kobanê in Rojava.
L’attuale attaco dell’ISIS, iniziato il 15 settembre
2014 contro il Cantone di Kobane, è attuato in collaborazione con lo stato
turco. I curdi sono impegnati in una guerra legittima di
autodifesa per porre fine a questa guerra sporca contro l’umanità.
Stanno combattendo l’ISIS con armi e tecnologia militare limitate e hanno solo la loro forza di volontà e il sostegno del popolo. La tragedia
è che i curdi sono stati lasciati soli in questa guerra che minaccia tutta
l’umanità. Nonostante questo i curdi sono determinati nel
resistere.
2. Kobanê – una città sotto assedio e perché?
La regione curda di Kobanê è stata assediata
lo scorso anno dai terroristi dell’ISIS da tre lati e
dal confine con la Turchia a nord. Dal 15 settembre 2014 Kobanê si è trovata sotto
attacchi brutali da parte delle grandi forze ISIS
con artiglieria pesante e carri armati. Le YPG e YPJ (Unità di Difesa del
Popolo/Unità di Difesa delle Donne) hanno resistito per quasi quattro
settimane, pur essendo disarmate e tagliate fuori. Per le YPG e YPJ si è
trattato di una lotta esistenziale per mantenere il
controllo su una delle loro tre enclavi non contigue nel nord della Siria e
difendere la popolazione civile da attacchi indiscriminati e odiosi dell’ISIS.
La regione di Kobanê è una delle tre enclavi
curde non contigue in Rojava (regioni curde della
Siria). I curdi in Rojava, insieme con un altro gruppo
etnico e religioso nelle regioni, hanno stabilito la propria amministrazione
cantonale ad Afrin, Kobanê e Cizire.
L’autonomia di Kobanê è stata dichiarata nel
novembre 2013 nell’ambito di una costituzione democratica con la partecipazione
di tutti i gruppi religiosi ed etnici. La creazione di strutture di base
democratiche di autogoverno in Rojava pone un’alternativa democratica per
l’intero Medio Oriente, al di là di un fondamentalismo
nazionalista, religioso e patriarcale. Questo modello democratico in Rojava è
la spina nel fianco dei gruppi terroristici come Al Qaeda, Jubhat al Nusra, e
ISIS, nonché delle forze regionali. ISIS sta attaccando
Kobanê a causa di questi risultati nel Kurdistan
occidentale (Rojava).
Nel corso delle ultime quattro settimane, la
situazione nella regione è ulteriormente degenerata. Le forze dell’ISIS hanno
trasmesso dichiarazioni su come massacreranno e uccideranno i curdi nel momento
in cui avranno conquistato la città, riferendosi a loro come “infedeli”,
“secolari” e “non credenti”. Inoltre, le dichiarazioni dicono che hanno promesso di rinominare la città `Ayn Al-Islam` e di
cancellare ogni segno della sua storia e della cultura del passato. Kobanê è una zona agricola fertile nell’antica regione dell’”Alta
Mesopotamia”, conosciuta per il suo patrimonio tradizionale e culturale in 400
villaggi nelle zone circostanti la città. I curdi che vivono nella campagna di
Kobanê sono stati obbligati a lasciare le loro case e di oltre 370 villaggi è
stata fatta una pulizia etnica della popolazione
curda.
L’ISIS sta avanzando
verso la città di Kobanê e pesanti combattimenti di strada sono attualmente in
corso tra le YPG/YPJ e i terroristi ISIS. Ci sono
ancora migliaia di civili all’interno della città e sono sotto la minaccia di
strage imminente da parte dell’ISIS, in quanto il
gruppo sta cercando di prendere il controllo dell’unico valico rimasto tra
Kobanê e la Turchia.
– Le forze della
coalizione internazionale hanno condotto raid aerei in Kobanê nel corso delle
ultime settimane per fermare gli attacchi ISIS.
Gli attacchi aerei devono, tuttavia, essere coordinati con le forze delle YPG
locali sul campo che combattono l’ISIS strada per strada.
– Vi è anche un
disperato bisogno di aprire un corridoio di approvvigionamento da Kobanê alla
Turchia, di rompere l’assedio e rifornire la città a livello logistico e
medico. L’ISIS ha continuato a rafforzare le sue prime linee intorno a Kobanê
con nuovi combattenti, munizioni e armi pesanti.
– Il mondo deve agire ora per sostenere la
resistenza di Kobanê prima che sia commesso un nuovo
massacro contro il popolo curdo.
– Le amministrazioni cantonali in Siria dovrebbero
essere riconosciute allo stesso modo del
governo regionale del Kurdistan (KRG) in Iraq.
La resistenza delle YPG/YPJ dovrebbe essere sostenuta.
– Le misure
adottate in Iraq
contro l’ISIS dovrebbero essere attuate anche in Siria.
– Un aiuto umanitario
urgente dovrebbe essere somministrato a coloro che fuggono dalle atrocità
dell’ISIS.
3. Un breve bilancio
dell’attacco dell’ISIS a Kobanê a partire dal 15 settembre
Quando è iniziato l’attacco dell’ISIS su
Kobanê, il 15 settembre, le potenze regionali nonché la Turchia e gli altri
sostenitori dell’IS prevedevano un’altra Sinjar o Mosul e speravano che la
città sarebbe caduta in poche ore o giorni. Tuttavia, la resistenza eroica dei
combattenti delle YPG e YPJ di Kobanê, con risorse limitate e vecchie armi, hanno combattuto questi terroristi per gli ultimi 30 giorni,
senza arrendersi e senza titubanza. In particolare le donne
combattenti delle YPJ hanno attirato l’attenzione mondiale per la lotta spalla
a spalla con gli uomini. Il morale e le competenze nel
combattimento delle YPG/YPJ hanno rafforzato il morale dei curdi in tutto il Kurdistan e in tutto il mondo.
Il nome di
Kobanê e dei suoi combattenti in questi giorni è sulla lingua di tutti i curdi
e del mondo.
3.1 L’ISIS ha concentrato tutte le sue forze contro Kobanê L’ISIS ha sospeso i
suoi attacchi in altre regioni della Siria e
concentrato tutte le sue forze contro Kobanê. L’IS sta attaccando Kobanê con le
forze raccolte dall’Iraq, Al Raqqa, Tel HemIs, Manbej, Jarabulus, Deir al-Zor,
Tel Abyad e altre aree siriane. Dopo che le YPG/YPJ iniziano con una nuova
offensiva, i terroristi dell’IS invadono dalle zone di Tel Abyad e Jarablus
portando armi più pesanti e munizioni con cui mirano a impadronirsi della città
di Kobanê. Accanto alle armi pesanti, carri armati e artiglieria, l’ISIS usa
sempre più autobombe.
Durante i primi
giorni degli scontri le YPG/YPJ prendevano misure preventive contro la minaccia
di genocidio evacuando i villaggi per la sicurezza dei civili. Passo dopo
passo l’ISIS stava attaccando villaggi curdi ad Est, Ovest e Sud di Kobanê. Gli
scontri molto pesanti hanno fatto irruzione nei villaggi ad ovest di Kobanê:
Zerik, Gire Zagros, Jib Alferec, Derbazin, Boraz, Degirmen, Ewene e Qilhayde;
Est di Kobanê: Korik, Metini, Idaniye, Bekhdik, Qilqilik e Ebu Sirre e Sud di
Kobanê: Qerarishik, Bokhaze, Berkhbatan, Torman, Qamche, Kunaftar, Zerik,
Ochkardesh, Chelebiye, Piling, Kharbistan, Goraniye, M.khabur.
3.2 Lo Stato turco forniva munizioni all’ISIS
tramite ferrovia
Lo Stato turco è direttamente coinvolto nella
guerra per la fornitura di munizioni e ‘assistenza’ logistica all’ISIS tramite
ferrovia. Fonti locali a Gire Spi (Tel-Abyad) garantivano che le partite
fossero consegnate in treno sulla linea tra il
Kurdistan turco e il Kurdistan siriano presso
una base militare utilizzata dalle bande di fronte al villaggio di Silîb Qeran.
4. La resistenza
di Kobanê diventa una resistenza nazionale
Milioni di curdi nel Nord Kurdistan (Turchia)
e in Europa hanno sostenuto l’eroica resistenza di
Kobanê. Anche migliaia di forze democratiche, gruppi e partiti nei rispettivi paesi
hanno anche partecipato alle manifestazioni in
solidarietà con la resistenza di Kobanê e i combattenti YPG/YPJ. Sono seguite
proteste, manifestazioni, raduni nel sud e nell’est del Kurdistan.
4.1 Manifestazione di
massa in Europa
Londra; Centinaia di persone di nazionalità
curda hanno organizzato una demo presso l’aeroporto di
Heathrow per protesta. La demo, iniziata al Terminal 2 dell’aeroporto, mirava a
fermare i voli per la Turchia.
Germania; continuano
raduni e dimostrazioni in molte città della Germania.
Mentre i dimostranti marciavano verso le ambasciate turche, l’azione sit-in
continua. In quasi tutte le città tedesche i curdi hanno
marciato verso l’ambasciata degli Stati Uniti in seguito a incontri presso i
parlamenti regionali.
Riuniti di fronte al Parlamento Federale,
alle ambasciate americane, russe e francesi, i manifestanti hanno
chiesto un’azione urgente principalmente dalla Germania
e dall’Unione Europea. Non solo in Inghilterra e in Germania, in tutti gli
altri paesi europei come Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Francia,
Italia, Belgio, Olanda, Svizzera, Stati balcanici, Austria. Anche
in Russia, India, Afghanistan, Sud-Africa, Stati Uniti e in molte città del
Sud-America, i curdi e i loro amici sono andati in strada per sostenere la
resistenza di Kobanê contro l’ISIS.
4.2 Regione del
Kurdistan /Kurdistan iracheno
Nella seconda settimana della
resistenza di Kobanê si è tenuto a Sulaymaniyah uno sciopero della fame largamente
organizzato. In due occasioni si sono tenute a Sulaymaniyah
grandi marce.
Il 6 ottobre 35 curdi, assiri, armeni e i
partiti politici turcomanni, hanno fondato una
campagna per sollecitare il governo curdo a sostenere Kobanê. L’8 ottobre uno
sciopero della fame è stato avviato di fronte al
Parlamento curdo di Erbil. Una marcia di
solidarietà con Kobanê ha avuto luogo il 9 ottobre, organizzata da 35 curdi,
assiri, armeni, e dai partiti politici turcomanni di Erbil.
Il Parlamento
Federale Regionale del Kurdistan
ha condannato il 12 ottobre il trattamento violento riservato ai manifestanti
in Turchia coinvolti in azioni di solidarietà con Kobanê e ha invitato le
autorità turche ad ascoltare le richieste dei manifestanti.
Decine di migliaia di persone a Sulaymaniyah,
Erbil, Dokan, Kelar, Halabja, Kirkuk,
Ranya, Germiyan hanno tenuto comizi per Kobanê.
4.3 Kurdistan
dell’Est/Iran
Nel Kurdistan orientale il
silenzio è stato rotto. Nonostante il pericolo del
regime iraniano, migliaia di curdi sono scesi in piazza e hanno scandito slogan
a favore delle YPG e YPJ. E’ noto che il coinvolgimento politico o l’attività
da parte dei curdi in Iran
può essere punito con la pena di morte. Nonostante questa minaccia, i curdi stavano dalla parte di Kobanê.
Nelle città curde come Mahabad, Urmiye, Sine, Ciwanroyê, Bokan, Kirmanşah,
Merîwan, Pîranşar, Serdeşt, Baneh, Saqiz, Paweh, Tebriz, nonché nella capitale
iraniana Teheran, migliaia di persone urlavano per la vittoria di Kobanê e per
condannare l’ISIS.
A Teheran poche centinaia di curdi hanno protestato contro la mancanza di azione a livello
internazionale davanti al Palazzo delle Nazioni Unite. Centinaia di studenti
curdi hanno tenuto una marcia di protesta nei pressi
dell’Università Tebriz. Dopo le proteste e i raduni molti dei
manifestanti sono stati arrestati.
4.4 Kurdistan
del Nord/Turchia
Milioni di curdi in
Turchia protestano contro gli attacchi dell’ISIS a Kobanê. Ma le politiche governative turche attaccano i manifestanti con le
loro forze paramilitari. Le forze di polizia turche
gridavano “Viva l’ISIS”.
Il Ministro dell’Interno turco Efkan Ala ha
tenuto una conferenza stampa e ha annunciato il bilancio delle azioni di
protesta in tutta la Turchia a partire dal 6 ottobre, che sono state attuate in
solidarietà con la resistenza di Kobanê e per protestare contro gli stretti
rapporti del governo dell’AKP con l’ISIS.
Ala ha detto che 33 persone hanno perso la vita, e altre 351 sono rimaste ferite. Mentre
Ala ha
ammesso che 35 province sono state influenzate dalle azioni, ha definito i
manifestanti “un gruppo marginale”.
4.4.1 Il bilancio
dopo l’attacco da parte delle forze di polizia turche:
1. Hakan Buksur
(25 anni), bomba di gas lacrimogeno dalla polizia, 7 ottobre, Muş/Varto;
2. Hamdi Caner
(55), sparatoria della polizia, 7 ottobre, Van;
3. Kerem
Karaaslan (22), sparatoria delle forze paramilitari, 7 ottobre, Mardin;
4. Sinan Toprak
(16), sparatoria delle forze paramilitari, 7 ottobre, Mardin;
5. Bilal Ghezer
(29), sparatoria delle forze paramilitari, 7 ottobre, Mardin;
6. Yusuf Çelik
(17), sparatoria delle guardie di Villaggio dell’AKP, 7 ottobre, Siirt;
7. Mehdi Erdoğan
(35), sparatoria delle guardie di Villaggio dell’AKP, 7 ottobre, Siirt;
8. Mahsum Çoban
(21), sparatoria delle forze paramilitari, 7-8 ottobre, Diyarbakır;
9. Emrah Demir
(23), sparatoria delle forze paramilitari, 7 ottobre, Batman;
10.
Eshan Akdogan, sparatoria di sconosciuti, 7-8
ottobre, Mardin;
11.
Davut Nas (19), sparatoria della
polizia, 8 ottobre, Siirt;
12.
Kamil Tas (28),
sparatoria di sconosciuti, 8-9 ottobre, Siirt;
13.
Ahmet Albay (65), sparatoria dell’ISIS, 8
ottobre, Adana;
14.
Necmettin Çelik (45), sparatoria delle
guardie di Villaggio dell’AKP, 9 ottobre, Siirt;
15.
Abdulkerim Seyhan (27), sparatoria dei
soldati turchi, 9 ottobre, Mardin;
16.
Besir Remezan Arif (8), sparatoria dei soldati
turchi, 9 ottobre, Nusaybin;
17.
Yunus Aktaş, sparatoria della polizia, 9
ottobre, Van;
18.
Erhan Şenyuza, sparatoria della polizia, 9
ottobre, Bingöl;
19.
Ali Bozan, sparatoria della polizia, 9
ottobre, Bingöl;
20.
Yunus Bulut, sparatoria della polizia, 9
ottobre, Bingöl;
21.
Murat Karaca, sparatoria della polizia, 9
ottobre, Bingöl;
22.
Necmettin Demir, sparatoria della polizia, 9
ottobre, Bingöl;
23.
Kendal Serhat, sparatoria della polizia, 9
ottobre, Bingöl;
24.
Sulayman Balcı (15), attacco da islamisti
razzisti, 9 ottobre, Gaziantep;
25.
Sevgi Alici (16), attacco da islamisti
razzisti, 9 ottobre, Gaziantep;
26.
Ömer Uçeker (27), attacco da islamisti
razzisti, 9 ottobre, Gaziantep;
27.
“Nome
sconosciuto”, attacco da islamisti razzisti, 9 ottobre, Gaziantep;
28.
Murat Dağ, sparatoria della polizia, 9-10
ottobre, Diyarbakır;
29.
Mert Değirmenci (18), attacco da islamisti
razzisti, 9-10 ottobre, İstanbul;
30.
Mesut Menekse (42), attacco da islamisti
razzisti, 9-10 ottobre, Diyarbakır;
31.
Sahan Akdogan (27), attacco da islamisti
razzisti, 9 ottobre, Gaziantep;
32.
Uğur Özbay (19), sparatoria della polizia, 9 ottobre, Diyarbakır;
33.
Baver Şeyhanlıoğulları (18), sparatoria della polizia, 9 ottobre, Diyarbakır.
(Continua)
*Il rapporto è stato pubblicato il 15 ottobre 2014