November 08, 2014
di Suveyda Mahmud - Qualche volta ti senti come se non
riuscissi a fare niente, ti rimane solo seguire da chilometri di distanza gli
avvenimenti storici di una resistenza che sta cambiando il futuro dei popoli e
della zona.
Da più o meno due mesi
condividiamo il nostro cuore con Kobanê, come gemelli originati dallo
stesso embrione.
Chi sa e chi può capire i
sentimenti delle persone che sono state e hanno vissuto lì, sono passate
per le vie della città e ne hanno conosciuto gli abitanti? Certo solo
quelli sono stati lì!
Siamo in una situazione molto
complicata e aspettiamo da giorni, da settimane e da mesi ormai notizie dalla
zona.
Le nostre orecchie ormai non
vogliono sentire le notizie brutte, siamo contenti quando riceviamo una notizia
buona anche se è come la luce fragile di una candela.
Le notizie buone se anche sono
piccolissime sono buone, per le notizie brutte noi tutti quanti sentiamo lo
stesso dolore e nascondiamo la nostra rabbia nel nostro cuore.
Ci prendiamo cura della speranza
nel dolore e guardiamo la situazione in modo positivo. Sempre la speranza
rafforza il nostro cuore, la nostra coscienza e la nostra anima.
Tutti diciamo che “questa
resistenza e questa lotta non si sono mai viste” e dopo sette settimane
tranquillamente diciamo “il cuore dei buoni del mondo batte a Kobane,
milioni di persone sentono la stessa cosa”; forse questo regala un
sorriso sul viso dei combattenti delle YPG/YPJ e gli dà quella forza
incredibile di combattere in un contesto così difficile.
Dall’inizio della guerra di
Kobanê abbiamo dimenticato il senso del sonno, ci vergognamo quando i
nostri occhi si chiudono dalla stanchezza, perché siamo vicino ai nostri
compagni anche se c’è la distanza fisica tra di noi.
Un ticchettio basta nel buio
della notte per farci alzare e aprire la pagina delle notizie.
Quando cade una bomba a
Kobanê, succede il finimondo nel mio cuore.
Ogni notizia porta via un pezzo
dal mio cuore. Voglio essere li! Penso alle madri lì, vorrei essere con
i nostri nonni, i nostri fratelli e le nostre sorelle.
Sempre restano in attesa con la
loro arma e il loro compito! Chi sa! Forse oggi un altro è diventato
martire mentre resisteva come un eroe!
E quei bambini “hanno la
testa dura”, “dico basta!”, “come adulti
piccoli”, immagino come sono cresciuti oggi nel loro corpo piccolo!
Ho pensato anche ai terreni
belli, i terreni al confine di Kobanê che erano attenti anche al fuoco di
una sigaretta, chissà il dolore che provano oggi per quel fuoco li!
Certo che ho pensato anche ai
miei compagni che difendono Kobanê e il suo popolo. Si difendono come
difendono i valori dell’umanità con risolutezza ed entusiasmo!
E quella conoscenza dà
forza a loro per stare in piedi, dà loro il sorriso sulla faccia…
E’ quello l’entusiasmo che dà l’amore per la vita e la
speranza.
Quelli fanno la rivoluzione, si
sono preparati, si sono organizzati per oggi. Sia quelli non addestrati, sia
quelli formati, gli esperti e gli inesperti, tutti quanti si sono uniti per
difendere i valori dell’umanità.
I miei compagni non si fermano
alle parole, vivono con il loro cuore e dimostrano a noi tutto quanto con i fatti.
Ho pensato a loro ogni momento.
Certo che non si può
vivere con i “magari”, non si riesce ad arrivare li, se anche
ferisce il nostro cuore, cerchiamo di vivere con voi momento per momento in
modo giusto.
Siamo lontani ma siamo nel vostro
cuore, si, come se fossimo nel nostro cuore. Il punto non è essere
fisicalmente insieme, toccarsi fisicamente e guardarsi faccia a faccia, il
punto è sentirsi dal cuore!
Nel mio tesoro Kobanê, ci
sono i segni della terza guerra mondiale! Mi immagino le case danneggiate e le
strade distrutte.
Per il popolo curdo, un popolo
che costruisce la vita dai sassi, la libertà per il popolo curdo si sta
avvicinando ad ogni momento.
A Kobanê di nuovo
risplenderà il verde e la città rivivrà!
Non rimanete lontano, diventate
parte della lotta!
©
2013 UiKi ONLUS Team
2014-11-08-U
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