November 08, 2014
Kader Ortakaya, uccisa ieri al confine
dai soldati, prima di entrare a Kobane aveva scritto una lettera da far avere
alla sua famiglia. Ortakaya ha perso la vita prima che la lettera raggiungesse
i suoi genitori. Nella lettera ha scritto che andava a Kobane per combattere
per l’umanità e chiedendo alla sua famiglia di sostenere la sua
lotta. Ortakaya faceva parte dell’Iniziativa Partito per
Ecco la lettera scritta da
Ortakaya alla sua famiglia prima di andare a Kobane per unirsi alla storica
resistenza:
“Cara famiglia,
Sono a Kobanê. Questa
guerra non è solo una guerra del popolo di Kobanê, ma una guerra
per tutti noi. Mi unisco a questa lotta per la mia amata famiglia e per
l’umanità. Se oggi manchiamo nel vedere questa guerra come una
guerra per noi, resteremo soli quando domani le bombe colpiranno le nostre
case. Vincere questa guerra significa che vinceranno i poveri e gli sfruttati.
Io credo di poter essere più utile unendomi a questa guerra che andando
a lavorare in un ufficio. Probabilmente vi arrabbierete con me perché vi
rendo tristi, ma prima o poi capirete che ho ragione.
Auguro a tutte e tutti di vivere
liberamente e da uguali. Non voglio che nessuno venga sfruttato per tutta la
vita per avere un pezzo di pane o un riparo. Perché questi desideri si
avverino, bisogna lottare e combattere.
Ritornerò quando la guerra
sarà finita e Kobanê sarà riconquistata. Quando
tornerò per piacere accogliete anche i miei amici. Per piacere non
cercate di trovarmi. È impossibile farlo. Una delle ragioni importanti
per la quale sto scrivendo questa lettera è che non voglio che facciate
sforzi per trovarmi e che ne soffriate. Se mi succede qualcosa ne sarete
informati.
Se non volete che venga
incarcerate e torturata in carcere, per piacere non rivolgetevi alla polizia o
ad altre istituzioni dello stato. Se lo farete, io, voi e i miei amici, tutti
ne soffriremo. Non dite nemmeno ai nostri parenti che sono andata a
Kobanê in modo che non sarò incarcerata quando tornerò. Strappate
questa lettera dopo averla letta.
Se volete fare qualcosa per me,
sostenete la mia lotta. Siete rimasti in silenzio rispetto a tutti i
malfunzionamenti dello stato. Dite basta al fatto che la gente viene uccisa per
la strada, esposta a bombardamenti con gas, bombardata come è successo a
Roboski. Continuerei a partecipare alle manifestazioni e alle attività
delle associazioni se vivessi con voi. Vi affido la mia lotta fino a quando
tornerò.
Vi abbraccio tutti, mia madre,
mio padre e Ada, Deniz, Zelal e Mahir che sta per nascere. Mando un saluto
particolare a mio fratello Kadri. Farà quello che è più
adatto a lui.
Vi abbraccio con tutti i miei
sentimenti rivoluzionari.
Il telefono è un regalo di
mio fratello. Dentro ci sono le nostre foto. Mando la mia tessera di studente a
mia madre. Lasciatele comprare le sue medicine fino a quando torno.
Vi amo tutti molto.
Per il momento arrivederci”
©
2013 UiKi ONLUS Team
2014-11-08-U
Ortakaya, Sto andando a
Kobane per combattere per l’umanità