November 14, 2014
Se da un lato gli attacchi delle
bande armate di ISIS vedono ormai concludersi il secondo mese di combattimenti,
una resistenza storica sta di pari passo continuando grazie ai guerriglieri e
alle guerrigliere delle YPG/YPJ (Unità di Protezione del
Popolo/Unità di Protezione delle Donne).
Enwer Muslim, copresidente
del Cantone di Kobanè, ha preso parte a una conferenza svoltasi ad
Hewler (Erbil), capitale del Kurdistan del Sud. Muslim è passato da
Suruç, distretto di Urfa per entrare a Kobanè. Il copresidente
Muslim ha parlato alla DIHA dei recenti sviluppi e della conferenza in
Kurdistan. “La resistenza ha avuto un costo per l’umanità durante
il secondo mese” ha affermato. Ed ha aggiunto “La resistenza
è diventata ed ha creato speranza per un futuro a favore della
democrazia, della libertà e dell’eguaglianza.”
“Kobanè è
diventata la fortezza della resistenza del XXI° secolo”
Muslim ha sottolineato “Kobanè è il simbolo della
resistenza” e, proseguendo il suo discorso, “Le bande armate di
ISIS hanno rinforzato i loro attacchi tramite armi pesanti e sono posizionate
tutte intorno allo scopo di occupare il cantone.Tuttavia, questo tentativo di
occupazione si è scontrato con la storica resistenza di Kobanè.
Giovani uomini e donne di 18-19 anni stanno combattendo coraggiosamente
contro armamenti pesanti. La nostra resistenza è divenuta simbolo
dell’intera umanità. La resistenza curda ha impedito alle bande
armate di prendere Kobanè. Circa 20 attacchi di auto-bombe sono stati
respinti e neutralizzati. Hanno anche provato a spaventare i civili con i loro
mortai di artiglieria. Kobanè si è guadagnata l’amore e la
stima della nazione, della resistenza e dell’umanità.
Kobanè è divenuta la fortezza simbolo della resistenza del
XXI°secolo.
“Ci basiamo sul valore
dell’umanità”
Il copresidente Enwer Muslim ha, in seguito, sottolineato riguardo alla
Siria e al regime di Baath: “Il regime di Baath nega il riconoscimento di
tutti i popoli ad eccezione del popolo arabo. Abbiamo dato avvio alla lotta del
popolo per la libertà e l’eguaglianza già da prima della
rivoluzione. Loro affermano che siamo in relazione con il regime. Si tratta di
una calunnia. Abbiamo arruolato sia soldati siriani sia membri
dell’esercito libero siriano che sono fuggiti dalle milizie barbare.
Perchè ci basiamo e siamo ancorati all’umanità. La nostra
lotta è per costruire una vita insieme attraverso una esistenza
democratica e libera.
Come possono correlarci ad un
regime che nega la libera esistenza dei popoli? Non stiamo in guerra; ci stiamo
solo proteggendo. Siamo una forza che è parte di un progetto di pace.
Stiamo usando le armi solo per difenderci. Non stabiliremo mai alcuna relazione
con il regime siriano che nega il riconoscimento delle diverse identità.
Vivremo tutti insieme in una Siria democratica”.
“Non siamo una minaccia per
la Turchia”.
Migliaia di civili hanno scelto di non abbadonare le proprie terre a
Kobanè e altre migliaia hanno iniziato a tornare nelle loro terre a mano
a mano che le forze di YPG e YPJ guadagnavano terreno” nota Muslim.
Inoltre, ha affermato: “Ci
sono migliaia di civili che aspettano vicino alla linea di confine. ISIS voleva
mettere in atto un massacro. Critichiamo la Turchia per il suo atteggiamento e
il suo approccio nei nostri confronti.
Abbiamo chiesto ufficialmente
sostegno per le persone e per i combattenti di YPG e YPJ. Perciò, se
ISIS occupa Kobanè in questo caso ci sarà una reale minaccia. I
curdi del Rojava non sono una minaccia. La pace e l’ordine in Turchia
sono positivi anche per noi”.
© 2013 UiKi
ONLUS Team
2014-11-14-U
Kobane, fortezza della
resistenza del XXI secolo