November 23, 2014
Viva la
lotta organizzata delle donne nel Rojava
Il 25 novembre,
giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il nostro pensiero
è rivolto alle lotte per la libertà per tutte le donne, per la
democrazia e per l’uguaglianza sociale.
Il 25 novembre
1960 le tre sorelle Mirabal, attiviste per i diritti delle donne, che lottavano
contro la dittatura di Trujillo, sono state crudelmente uccise nella Repubblica
Dominicana. Ricordiamo loro e insieme a loro tutte le donne progressiste e
rivoluzionarie con profondo rispetto.
Oggi, in un
mondo che muta sempre più rapidamente, la violenza contro le donne
prosegue, per niente diminuita. Un sistema basato sul dominio e sul potere ha
fatto in particolare della donna e dei suoi valori specifici l’obiettivo
centrale delle proprie pratiche di sfruttamento. Il sistema capitalista porta
l’umanità in un processo di scontri senza fine e per questo si
serve di strutture statuali ad esso assoggettate. Il capitalismo con la sua
logica di profitti senza limiti, per espandersi, oggi sostiene sistemi e gruppi
in particolare nel Medio Oriente, ma non solo, che vogliono cancellare i
diritti delle donne, delle varie religioni e di tutte le diversità.
Le bande di IS,
che disprezzano l’umanità e le donne, che dicono di sé di
essere parte dell’opposizione siriana, vengono appoggiate logisticamente
e a livello organizzativo da paesi europei, dalla Turchia, ma anche da stati come
Arabia Saudita e Qatar. Non ci sono numeri precisi, ma da agosto a Shengal in
Iraq migliaia di donne curde-yezide, turcomanne e di altre comunità sono
state rapite dalle bande di IS. Donne che vengono violentate e vendute al
mercato degli schiavi, pratiche che vanno oltre la nostra idea di Medioevo. Il
gruppo che si definisce fratello di IS, Boko Haram, in Nigeria ad aprile ha
rapito 276 studentesse e le ha costrette a matrimoni forzati con componenti del
gruppo.
La
violenza contro le donne viene perseguita in modo sempre più simile e
sistematico in ogni continente
Nei paesi
occidentali che si autodefiniscono progressisti, la guerra contro le donne
è spesso invisibile. Mentre le donne e i loro corpi vengono usati come
merci per garantire i profitti della modernità capitalista, in molti
paesi i diritti delle donne subiscono un arretramento, e in molti paesi del
mondo aumentano gli stupri e altre forme di violenza sessuata. Di recente in
Ucraina è stato individuata e accertata l’esistenza di una fossa
comune con 286 cadaveri di donne e verificato che queste donne erano state
violentate.
In questo
scenario di attacchi sistematici del sistema dominante contro le donne, la
resistenza e l’organizzazione è un compito storico per tutte le
donne del mondo, per chi difende i diritti delle donne e per le organizzazioni
delle donne.
Con la loro
lotta contro il sistema patriarcale e con le loro vite, le amiche assassinate
il 9 gennaio 2013 al centro di Parigi, Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla
Saylemez sono diventate un simbolo di libertà per le donne curde, come
le tre sorelle Mirabal, per i loro ideali di libertà e la loro grande
determinazione nella lotta delle donne.
In occasione del
25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, noi donne chiamiamo
in tutto il mondo alla solidarietà e alla collaborazione tra donne, per
rafforzare la resistenza e il livello organizzativo, per avere una forza
risolutiva contro ogni tipo di attacco contro le donne e i loro spazi vitali e
contribuire a costruire una vita alternativa della rivoluzione delle donne nel
Rojava.
L’Ufficio
d’Informazione del Kurdistan in Italia (UIKI-Onlus)
23.11.2014
©
2013 UiKi ONLUS Team
2014-11-23-U
UIKI - Insieme contro il
femminicidio