La battaglia per la conquista di Kobane prosegue da
ormai diversi mesi. L’Isis continua a inviare nuovi rinforzi ai miliziani
che dalla scorsa estate provano a conquistare l’enclave curda in Siria,
posta al confine con la
Turchia. Per al-Baghdadi la presa di Ayn al-Arab, il nome di
Kobane in arabo, è diventata un elemento chiave per la propaganda
millenaristica dell’Isis. Conquistando Kobane l’autoproclamato
califfato arriverebbe alle porte della Turchia, acquisendo
un’integrità territoriale capace di intimorire ancora di
più le minoranze etniche e religiose che vivono nella regione. I curdi
però stanno difendendo la città, e ora le truppe dell’YPG
riceveranno il supporto di altri 150 peshmerga curdi-iracheni. La Turchia, che continua a
non partecipare alla coalizione contro l’Isis, e che preferisce il
rafforzamento del fondamentalismo sunnita alla prospettiva di
un’autonomia territoriale curda, ha fatto passare i nuovi peshmerga. I
raid aerei proseguono, e negli scorsi giorni le truppe curde insieme ai caccia
americani hanno ucciso circa 50 guerriglieri dell’Isis, il più
grande tributo di sangue pagato dai miliziani di al-Baghdadi per la conquista
della città. Nel frattempo l’Isis sta subendo anche i
bombardamenti dell’Iran, che ha rafforzato le sue operazioni militari
contro i fondamentalisti sunniti per difendere l’area sciita
dell’Iraq. Una strategia militare più consapevole consiglierebbe
alle truppe del califfato di abbandonare l’assedio a Kobane, che sta
diventando sempre più faticoso e costoso. I guerriglieri del califfato,
che sono stati espulsi dalla maggior parte della città secondo le
ricostruzioni della stampa internazionale, si devono esporre ai raid aerei per
lanciare i loro assalti. Una strategia che provoca molte morti, e pochi
avanzamenti militari. I diversi mesi di assedio hanno reso Kobane una
città fantasma, dove vivono solo 2 mila persone. L’Associated
Press ha diffuso un video che mostra la sostanziale distruzione
dell’enclave curda.