09 -12- 2014
In Medio
Oriente è in atto una ridefinizione geografica che ne modificherà il volto. Tra
pochi anni non ci saranno più l’Iraq o la Siria come li abbiamo conosciuti
sinora. L’intervista a Salah al Nasrawi, analista e giornalista iracheno
di Chiara Cuciati - Il
Manifesto
Gerusalemme, 9 dicembre 2014, Nena News - Il fronte
della guerra al califfato travalica i territori occupati di Siria e
Quali saranno gli sviluppi futuri nella
regione? Una divisione definitiva di Siria e Iraq in zone di influenza esterne?
Assisteremo ad una divisione di potere tra
Iran, Turchia e Usa, una battaglia tra chi controllerà l’Iraq. Washington
sta creando un’ingente forza sunnita, 100mila soldati, che cambierà gli
equilibri sul terreno. L’esercito iracheno è formato da 85mila
soldati, a cui si aggiungono 20-25mila miliziani sciiti (a cui al-Abadi ha promesso
lo stipendio). Quindi 100mila militari sciiti, 100mila sunniti e poi i
peshmerga. Questa è una divisione reale, parliamo di tre eserciti, tre enclavi
definite da linee settarie.
Nasceranno tre entità diverse in Iraq, pronte
a combattersi, una formula volta alla divisione del paese e non alla sua
unificazione: gli Usa lo hanno detto, vogliono un
Gli iraniani questo lo sanno bene:
l’Ayatollah Khamenei la scorsa settimana ha detto che l’ideologia sciita è
ovunque in Iraq, Siria, Libano e Yemen; e Nasrallah ha parlato in un incontro
con Maliki del tentativo sunnita di creare un fronte ampio di controllo,
un’entità che sarà annessa alla Giordania e diventerà l’alternativa allo Stato
di Palestina, che accolga i rifugiati palestinesi dai vari paesi arabi. La
formula è palese: creare un’entità sunnita separata da quella sciita e alawita.
La domanda da porsi è se l’Iran si fermerà a
Nella regione non è in corso una mera
battaglia tra coalizione e Isis, ma un processo di ridefinizione geografico,
una nuova mappa
I risultati li vedremo tra 5-10 anni, ma non
ci saranno passi indietro: non vedremo più l’Iraq unito come prima, né vedremo
la Siria unita come prima a meno che non si arrivi ad un compromesso storico
tra sciiti, sunniti e curdi, una tregua di lungo periodo.
L’Iran bombarda l’Isis in Iraq, la Turchia
preme per la zona cuscinetto. Quella in atto sembra una guerra tra asse sciita
e asse sunnita.
Dopo che Phantom iraniani hanno bombardato
l’est dell’Iraq, il segretario di Stato
Lo stesso giorno in cui è stato girato il
video, un altro video dell’agenzia stampa curda Rudaw ha mostrato per
la prima volta pasdaran in
In questa battaglia geopolitica si infila la
Turchia.
In
Il premier ha tirato fuori la questione dei
soldati fantasma come risposta alle richieste
Al-Abadi non ha però l’autorità necessaria a
riformare le forze armate perché infiltrate da milizie sciite indipendenti, o
peggio legate all’ex premier Maliki. Il problema non è il costo in sé, ma che
il denaro pagato a queste milizie serve a creare una rete clientelare. Maliki
ha comprato fedeltà, ha comprato uomini, per avere sostegno politico e
militare. Resta da vedere se al-Abadi è pronto a sacrificare la fedeltà di
questi soggetti sull’altare
Sul terreno qual è la ragione di tanto
ritardo nella controffensiva governativa?
Le forze sciite sono riuscite a disegnare