December 10, 2014
Lo chiamano
Nemir, l’immortale, Xalil Heme, 69 anni, due figli che combattono ora a
Kobane e lui appena portato via per farsi curare dopo che i cecchini di Daesh
hanno provato a ucciderlo per la quarta volta nella sua vita.
Due proiettili
nel braccio sinistro ed altre cicatrici su tutto il corpo sono il ricordo dei
precedenti tentativi di stenderlo. Appena guarirà, ci dice,
tornerà tra le macerie di Kobane a combattere. Perchè Xalil
è una vita che difende la sua terra, il Kurdistan, perchè il
Kurdistan, da sempre è attaccato: dalle potenze europee che lo hanno
smembrato in quattro parti all’inizio del secolo scorso, dagli Stati che
lo hanno annesso e provato ad annullarne lingua e cultura.
E i curdi si
difendono da sempre.
Xalil ha
combattuto in Siria prima contro Al Nusra, ora contro l’ Isis.
Lo fa per i
curdi, ma parla immediatamente a chiunque combatte il fascismo.
Perchè
quando Xalil indica la natura di Daesh, mercenari di un esercito predone che
distrugge tutto ciò che non gli è uguale e che non può
dominare, noi riconosciamo un tratto fondamentale del fascismo: dividere il
mondo in amici e nemici ed attaccare i secondi.
Anche per questo
la resistenza di Kobane ed il progetto politico della Rojava sono
immediatamente antifascisti.
© 2013 UiKi ONLUS Team