18 -12- 2014
I peshmerga tentano di strappare le zone della minoranza
yazidi al califfato. Rapporti locali parlano di scontri
diretti tra soldati
di Chiara Cruciati
Roma, 18 dicembre
2014, Nena News – Ieri le forze militari
kurde irachene hanno lanciato
un’ampia controffensiva per
riprendere la zona di Sinjar e strapparla
al controllo dello Stato Islamico. Salita all’attenzione delle cronache ad agosto, l’area dove risiede la minoranza yazidi e’ stata oggetto di brutali
violenze da parte degli islamisti
di al-Baghdadi: ad oggi
sono centinaia di migliaia gli
yazidi fuggiti in
Ad agosto gli Stati Uniti
usarono come giustificazione
all’avvio della
campagna aerea contro il califfato
proprio l’assedio
“I peshmerga
hanno lanciato
l’operazione per liberare
le aree di Sinjar e Zumar alle 7
Un obiettivo non tanto legato alla terribile sorte della minoranza yazidi, quanto al timore di un’ulteriore
avanzata jihadista verso i territori kurdi
a nord: durante
i primi mesi
di offensiva, l’Isis non arrivo’ mai ai confini
con il Kurdistan iracheno, permettendo ad Irbil di approfittare del caos per occupare centri strategici come la ricca Kirkuk. Non pochi analisti parlarono allora di un accordo
sottobanco tra kurdi iracheni e islamisti per la spartizione
Oggi l’Isis ha modificato la propria strategia, andando ad attaccare alla frontiera con il Kurdistan e entrando
all’interno con kamikaze e autobombe,
esplose nel cuore di
La controffensiva kurda viene seguita
da vicino anche da
Per questo la
Casa Bianca sta premendo
per coinvolgere direttamente
le tribu’ sunnite della zona, molte
delle quali intenzionate a combattere l’Isis ma ancora marginalizzate da Baghdad, che esita a rifornire di armi
milizie sunnite che in futuro reclameranno
la loro parte di bottino politico. Una posizione opposta
a quella di Washington che sul tavolo
ha da tempo un piano per la creazione
di un esercito informale sunnita che affianchi Baghdad e che sia il
primo passo verso la divisione
dell’Iraq in regioni
federate, una sunnita, una sciita e una
kurda. Ovvero il primo passo per la trasformazione definitiva della mappa mediorientale
in grandi entita’
etniche, una sunnita e una sciita.
Una soluzione che non dispiacerebbe ai principali attori regionali, Iran e Arabia Saudita,
ma che istituzionalizzerebbe
il settarismo
regionale di cui l’Isis fa ampio
uso. Ultimo in ordine di tempo il
massacro di 230 membri della tribu’
sunnita Shaitat, in Siria, nella provincia
di Deir al-Zor: i corpi
sono stati ritrovati nell’ennesima fossa comune, probabilmente
uccisi la scorsa estate perche’ sollevatisi contro il califfato
di al-Baghdadi. Nena News