Intervista a Şoreş Hesen, portavoce delle YPG a Kobanè

Posted date: January 18, 2015

Intervista a Şoreş Hesen, portavoce delle YPG a Kobanè

Intervista a Şoreş Hesen, portavoce delle YPG a Kobanè a cura di Mutlu Çiviroğlu

-I combattimenti a Kobanè sono iniziati più di quattro mesi fa. L’arrivo dell’inverno ha reso le condizioni della battaglia ancora più difficili. Cosa è accaduto nei combattimenti durante gli scorsi tre mesi e quattro giorni?

Nel corso dei quattro mesi passati abbiamo testimoniato un resistenza senza precedenti contro la forze oscure del terrore in Medio Oriente. Durante gli ultimi due giorni abbiamo utilizzato la forza che questa resistenza ha suscitato per respingere gli attacchi di ISIS a Mekteba Reş (Scuola Nera) e nei dintorni di Miştenur. Abbiamo ripreso diverse strade e vie dal controllo di ISIS all’interno del nostro piano di offensiva per liberare Kobanè, operazioni che abbiamo avviato circa un mese fa. Certamente ISIS non ha potuto tollerare la perdita di queste posizioni. Hanno lanciato una serie di attacchi pesanti per riprendere le aree che avevano perso. Tuttavia, attraverso la lotta che noi YPG abbiamo condotto, abbiamo dato prova che ISIS non è riuscito a conquistare le posizioni che avevamo ripreso. Hanno distrutto dozzine delle nostre posizioni nelle aree circostanti attaccando con veicoli pieni di esplosivo e inviando dozzine dei loro uomini in attacchi suicidi ma alla fine non sono riusciti ad avanzare. ISIS è quindi stato respinto fuori da Kobanè e giorno dopo giorno la città marcia verso la vittoria.

- Siete attualmente in controllo delle aree di cui mi ha parlato, cioè Mekteba Reş e le zone circostanti Miştenur e la regione attorno alla serbatoio idrico?

Si. Queste aree sono adesso sotto il nostro controllo e sono difese dai contrattacchi di ISIS. Non siamo solo in posizione difensiva; contemporaneamente il nostro lavoro per liberare la città continua. Nonostante tutti questi pesanti attacchi li stiamo respingendo indietro e stiamo avanzando. Questi sono gli standard che abbiamo concordato e in linea con la nostra più recente decisione stiamo operando sulla base del principio che rifiuta il solo respingimento.

-L’opinione pubblica mondiale adesso crede che Kobanè e le YPG non saranno sconfitte. Comunque il processo di liberazione di Kobanè è stato molto difficile. Qual è la ragione principale?

Abbiamo parlato di questo varie volte precedentemente. Il combattimento urbano è una modalità di combattere molto difficile e non ci sono regole per questo tipo di battaglia. Tutte le case e le strade che si trovano nelle aree sotto il controllo di ISIS sono collegate l’una all’altra e formano una certa totalità. Per questa ragione non è possibile spingere fuori ISIS da tutte le case in queste strade in breve tempo. ISIS è un’organizzazione che non ha alcun concetto di umanità e non obbedisce a nessuna regola o principio e perciò stiamo avanzando lentamente contro di loro dal momento che stiamo rafforzando le zone che abbiamo ripreso dal loro controllo. Stiamo avanzando di modo che dopo aver guadagnato una posizione precludiamo la possibilità di re infiltrazione di ISIS.

-Ci sono notizie riguardanti rinforzi che ISIS avrebbe portato da Sirrin, Till Abyad e altre città circostanti nel corso degli ultimi due giorni. Queste informazioni sono corrette?

Sono assolutamente corrette. ISIS fa venire rinforzi ogni giorno a causa delle condizioni climatiche invernali, stanchezza, sfinimento e altre ragioni. Stanno sostituendo diversi gruppi di uomini ogni 5-6 giorni. Nessuno dei loro combattenti ha la forza di volontà per stare e combattere a Kobanè per più di un mese. Per questo cambiano in continuazione gruppi di combattenti. Quelli che sono stanchi tornano nei villaggi e nelle città circostanti e nuovi elementi vengono a rimpiazzare il loro posto. Vediamo come ogniqualvolta noi distruggiamo un’unità, un’altra viene a sostituirla. Fino ad oggi più di 10 unità cecene sono state distrutte. 6-7 unità turche sono state distrutte e anche molti altri gruppi da paesi come l’Afghanistan, Kazakhstan e Tajikistan e altri sono stati distrutti. Le bande armate di ISIS che stanno combattendo provengono da 27 paesi diversi. Diciamo questo sulla base dell’evidenza e dei documenti in nostro possesso. Inoltre, molti membri di ISIS che sono venuti a combattere i kurdi in Rojava sono passati attraverso la Turchia. A prescindere dal fatto che lo stato turco sia o meno a conoscenza di questo, noi vogliamo dirlo criticamente. La Turchia deve fermarsi e pensare seriamente a questa situazione. Fino ad oggi centinaia di individui provenienti dalla Turchia sono stati uccisi qui e se volete delle prove, allora, saremo ben contenti di condividere questi documenti con la stampa nella maniera opportuna.

- Lei sta facendo una dichiarazione interessante e dovrebbe essere possibile condividere questi documenti pubblicamente dal momento che tutti sembrano parlare di un numero inferiore di persone mentre voi parlate di centinaia.

Si, potremmo condividere questi documenti con lei e ciò non sarebbe difficile. Ma la Turchia dovrebbe guardare attentamente all’interno dei controlli di frontiera. Se la Turchia non sta collaborando con ISIS, allora deve provare al mondo di non avere alcun collegamento con le persone che passano attraverso il loro territorio. Inoltre, dovrebbero fermare ISIS dall’organizzarsi ovunque, da Ankara alle città curde(Kurdistan del Nord). Il gran numero di membri turchi dell’ISIS che sono stati uccisi a Kobanè ha innalzato i sospetti. Tutti sanno che tutti i membri di queste bande armate, quelli provenienti dalla Cecenia, Tajikistan, Kazakhstan, i paesi arabi ma anche Stati Uniti, Francia e Germania, attraversano il confine turco per entrare in Rojava.

-Voglio chiederle dei chiarimenti riguardo al sostegno ad ISIS proveniente da Til Ebyad, Sirrin e da alcune altre città limitrofe. Molte persone si chiedono perché la coalizione non prende di mira le strade sulle quali loro trasportano i loro rinforzi. Se continueranno a poter trasportare rinforzi in questo modo la battaglia andrà avanti molto più a lungo. Cosa può dirci in qualità di portavoce delle YPG su questo soggetto?

Fino ad ora il 95% degli attacchi aerei a Kobanè ha avuto esito positivo. Hanno ottenuto i risultati sperati e sotto le macerie delle case distrutte abbiamo trovato molti corpi di combattenti dell’ISIS. Non posso affermare con tutta certezza la ragione per cui la coalizione non sta prendendo come target le zone circostanti Kobanè. Non abbiamo alcuna autorità su di loro. Tuttavia, possiamo proporre come suggerimento che usino più aerei da guerra. Questo perché se c’è un aereo che controlla l’area su Kobanè, un altro aereo dovrebbe pattugliare le zone circostanti. Riteniamo che questa possibilità esista e che invece di un aereo la coalizione potrebbe mandarne sette. Sappiamo che la coalizione sta operando fortemente intorno a Şengal (Sinjar), Till Hemîs, Rakka e anche Baghdad ma crediamo che la colazione dovrebbe inviare un altro aereo. Siamo dell’opinione che anche con un solo aereo in più il sostegno della logistica e delle armi potrebbe essere eliminato. Poco tempo fa la coalizione ha colpito un bersaglio di ISIS 7 chilometri a est nel villaggio di Şêran e ha distrutto una squadra di 10 componenti. Questo attacco aereo è stato qualcosa di nuovo perché effettuato al di fuori della città di Kobanè. Proprio adesso c’è un aereo sopra Kobanè pronto a realizzare attacchi aerei e alla ricerca di bersagli.

Certo, se ci fossero due aerei, allora, uno potrebbe sorvolare Kobanè e l’altro pattugliare i dintorni e raggiungeremmo migliori risultati.

-Un paio di giorni fa c’è stato un attacco contro un settimanale satirico in Francia e 12 persone sono state uccise e poi c’è stato un altro attacco. L’Europa intera si è alzata per prendere posizione contro Al-Qaida e ISIS e altri simili gruppi radicali. Le YPG come valutano questi attacchi?

ISIS è un’organizzazione disumana. Riteniamo importante che diverse persone e paesi democratici si uniscano e lavorino insieme contro questo tipo di gruppi. Potrebbe essere anche un pò tardi. Stiamo combattendo contro ISIS da un anno e mezzo in Siria. Tutti hanno visto questo ma sono rimasti in silenzio. Abbiamo criticato questo silenzio. Vediamo i vari leader mondiali che hanno preso parte alla marcia in Francia come una risposta a questa nostra critica. Ora sappiamo che il mondo intero ci sosterrà nella battaglia che stiamo conducendo contro i nemici dell’umanità. Lo ripetiamo sempre: nella misura in cui proteggiamo i nostri valori nazionali, così proteggiamo anche l’umanità da un’organizzazione che pervade il mondo intero. Perciò, bisogna che le YPG, che hanno combattuto ISIS sulla linea del fronte e hanno pagato il prezzo più pesante ricevano più sostegno da parte tutti i paesi, sia la Francia o altri paesi della coalizione, o anche da paesi esterni alla coalizione. Con questo sostegno possiamo liberarci, anche più rapidamente, di questa organizzazione che è nemica dell’umanità.

-In alcune notizie viene riportato che la Francia avrebbe fornito alle YPG delle armi. Queste affermazioni sono vere?

No, questo tipo di aiuto non è stato ancora discusso. Oltre alle armi ricevute dal KRG attraverso gli aerei americani e a quelle consegnateci dai peshmerga stessi, non ci è arrivato nessun altro armamento. Voglio sottolinearlo. Comunque, di sicuro abbiamo bisogno di armi e munizioni per vincere questa battaglia. Stiamo aspettando un aiuto da parte della Francia e da altri paesi.

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