Kobanê e Kirkuk
February 07, 2015
ISIS – che
sta avvelenando il Medio Oriente come la lingua di Cerberus, il cane da guardia
a tre teste degli inferi o della terra dei morti la cui saliva, un tempo,
diffondeva il veleno in tutto il mondo – ha subito una grave sconfitta a
Kobanê. Molte persone sono giunte a Kobanê dal Kurdistan e da tutto
il mondo e si sono unite alla resistenza che ha finalmente liberato la collina
di Miştenur, tra il 18-19 gennaio, e poi l’intera Kobanê, il
26 gennaio. Quasi immediatamente è stata avviata un’operazione
diretta a liberare le centinaia di villaggi intorno a Kobanê ancora sotto
il controllo di ISIS. Per lo stesso ISIS, che crede che “Dio è
dalla sua parte”, questo rappresenta un grave trauma.
Quando ho
chiesto a Meryem Kobanê – una delle comandanti YPJ nella
città – come hanno raggiunto la vittoria contro ISIS, che è
cresciuto al punto da disperdere gli eserciti regionali e che continua a
ricevere il sostegno degli stati della regione, mi ha riferito che è
stato grazie alla volontà umana di combattere e alla filosofia del
Movimento di Liberazione kurdo.
Meyrem
Kobanê ha descritto come i difensori di Kobanê abbiano mostrato, in
un rimprovero a ISIS, che l’arma più potente è
l’essere umano e non un po’ di armi pesanti, e come abbiano creduto
nella loro vittoria e promesso di restare a Kobanê fino a che non una
sola casa fosse rimasta in piedi. Ha anche descritto i modi in cui le donne
hanno combattuto contro l’ideologia dell’egemonia maschile e come
le loro combattenti, che hanno perso la vita nelle operazioni per riprendere
Miştenur, abbiano aderito a questa spinta, nonostante siano state ferite
in numerose occasioni precedenti, e come le bandiere di TEV-DEM , YPG e YPJ ora
sventolino sopra Miştenur in loro memoria.
A seguito della
successiva vittoria a Kaniya Kurda, vicino Miştenur, due enormi bandiere
delle YPG e YPJ sono state innalzate una affianco all’altra in
quell’area.
ISIS, che non può comprendere questo impegno per la libertà, ora
ha subito la terza sconfitta a Kobanê dal marzo 2014. Questa volta
è andato incontro a un catastrofico fallimento. Nei primi due attacchi
è stato respinto prima che raggiungesse il centro della città.
Nel suo terzo assedio è riuscito a entrare nel centro della città
e catturarne una gran parte. Tuttavia Kobanê è rinata in un nuovo
universo, un microcosmo che ospita l’umanità, la pace,
l’uguaglianza e l’onore assieme ai suoi combattenti di diverse
etnie che hanno resistito insieme nella loro opposizione all’occupazione.
La dialettica di Kobanê si è intrecciata a un’opposizione
storica contro un ISIS inumano e ha respinto una grande oscurità che
aveva minacciato di avvolgere l’umanità.
Anche se i
poteri egemonici perseguono i loro nuovi giochi, la storia scorrerà ora
in una nuova direzione guidata dalla fiducia in sé stessi conquistata in
seguito a Kobanê, e dalla crescente comprensione dell’importanza
della lotta comune e dello spirito della resistenza femminile. Kobanê,
che ha pagato il prezzo per diventare un simbolo per tutto il mondo,
crescerà più robusta poiché diventa ora un manifesto di
lotta. I vincitori sono i popoli oppressi della regione, le donne e gli operai
che dimostrano una posizione anti-capitalista. I grandi perdenti sono il Regno
saudita, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti e il governo dell’AKP.
Mosca e gli Stati
Uniti
Un’importante
battaglia è attesa a Kirkuk
ISIS, il pus ormai trasudante dalla putrefazione interna al sistema capitalista,
è un antagonista dei conflitti tra le persone. ISIS, un incubo che basa
la sua reputazione sul sangue e non vede obiezioni a sé dei molti
musulmani non violenti, potrebbe lanciare nuovi attacchi per vendetta e per la
propria solennità. Tale era l’attacco a sud-ovest di Kirkuk il 30
gennaio, in cui hanno usato tattiche mordi e fuggi, un bombardamento diretto
all’Ufficio di Sicurezza Centrale e un attacco suicida sul Qesra Kirkuk
Hotel. ISIS vuole catturare Kirkuk, utilizzando gli abitanti della città
gli uni contro gli altri. Dopo aver preso il controllo di Mosul e Kirkuk essi
circonderanno Hewlêr (Erbil) in una mezzaluna che va da ovest a sud e la
lasceranno isolata. In questo modo potranno controllare le rotte energetiche e
puntare alla gola di Baghdad. Essi potrebbero anche passare a saccheggiare
Efrîn e qualche città turca. La via d’uscita è quella
di unire le forze e moltiplicare il numero di Kobanesi.
di M. Ali
Çelebi – Özgür Gündem