Posted date: February
20, 2015
In Italia aveva
tutto. Lavoro, famiglia, amici. Ma a Salman, ragazzo
curdo ormai trapiantato a Novara, non bastava. La causa del suo popolo in lotta
con l’Isis è stata più forte di tutto. Così è partito per combattere quella che
considerava una “guerra giusta”. Ed è morto , trafitto
da un proiettile che gli ha oltrepassato il cranio.
Come racconta
“Un anno fa la
decisione di abbandonare la sua nuova vita e partire. Ha lasciato solo una
lettera: ‘Nessuno mi ha obbligato. Vado a combatter
contro l’Isis perché la mia famiglia possa scrivere nella sua lingua”. Poche parole ai genitori per spiegare la partenza. Per
dodici mesi nessuna ha saputo più nulla di lui. Finché
il 27 gennaio scorso, i familiari hanno ricevuto la notizia della sua morte”.
“Era inquieto,
parlava sempre della situazione della nostra gente e delle guerre in Medio
Oriente”, racconta il fratello a
Huffington Post
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