08 -03- 2015

 

La battaglia in corso a Kobane non è soltanto militare, ma ha rilevanti risvolti ideologici. La città è il terreno di scontro tra due opposte visioni del mondo, tra l’oscurantismo di una certa interpretazione dell’islam e la visione democratica e autonomista dei curdi. E in questa lotta sono centrali le donne. L’intervista con l’attivista curda Dilar Dirik

di Sonia Grieco

Roma, 17 ottobre 2014, Nena News – Lo Stato islamico (IS) sta allentando la morsa su Kobane, la città siriana al confine con la Turchia, diventata il simbolo della resistenza curda all’avanzata dei jihadisti che la stringono d’assedio dalla metà di settembre. Un attacco che non ha soltanto un valore strategico militare, ma anche un profondo valore simbolico. La città è il terreno di scontro tra due opposte visioni del mondo, tra l’oscurantismo di una certa interpretazione dell’islam e la visione democratica e autonomista dei curdi.

In questa regione, il Rojava, i curdi hanno costruito un sistema di governo basato sull’autonomia e sulla partecipazione, che vede in prima linea le donne e che sfida l’ideologia stessa dello Stato islamico, intenzionato a cancellare le comunità di “infedeli” e chiunque non condivida il suo credo e la sua visione politica.

Ma infastidisce molto anche Ankara, rimasta a guardare il massacro nonostante il massiccio dispiegamento di truppe a pochi chilometri dalla città. Il governo turco, impegnato in un trentennale conflitto con i curdi del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, teme l’autonomia curda ai suoi confini. La frontiera turca, piuttosto porosa quando si trattava di far passare i jihadisti diretti in Siria per combattere Assad, è diventata invalicabile per decine di volontari curdi che volevano unirsi alla resistenza di Kobane.

Una lotta di cui sono protagoniste anche le donne curde, le cui immagini stanno facendo il giro del mondo. Ma la loro rappresentazione sulla maggior parte dei media non piace alle curde che la ritengono superficiale e incompleta.

“Sono ritratte come delle amazzoni”, spiega Dilar Dirik, attivista curda e ricercatrice all’Università di Cambridge durante, un incontro alla Casa internazionale delle Donne (Roma). “Dietro la lotta delle donne curde c’è un’organizzazione grande e solida, con una sua ideologia che, piaccia o meno, è quella del Pkk”.

L’intervista con Dilar Dirik. Nena News

 

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