March 19, 2015
Giovanni Vassallo, attivista del centro
sociale “
“Primo giorno in Kurdistan – scrive
Vassallo – e primo contatto con i profughi di Kobane. Nei
campi di Suruc, cittadina turca abitata (e amministrata) da curdi. Son tutti uguali i campi profughi, bambini che giocano nel fango,
donne affacendate a costruire una parvenza di quotidiano tra tende, fontane e
distribuzione delle vivande e uomini che alla fine della loro storia raccontata
con dignità non riescono a trattenere le lacrime. La notizia
buona è che i campi sono parzialmente in via di smantellamento, molti
vogliono tornare subito nella città appena riconquistata, portandosi
dietro la tenda, a sostituire una casa distrutta. La notizia cattiva è
che il governo turco non autorizza ancora l’apertura di un corridoio
umanitario per far passare le merci e i materiali necessari alla ricostruzione.
Faremo del nostro meglio per aiutarla la
gente coraggiosa di Kobane e conto su di voi. Se lo meritano..
A vista non li distingui da tutti gli altri mediorientalie neppure dai
maghrebini. Donne, qualcuna con il velo, tante senza, ma
piene di bambini, uomini baffuti e vecchi con la kefia in testa e la faccia
rugosa da contadino e sopratutto con quell’aria impacciata e
timorosa propria dei fellain, gli agricoltori poveri, di tutto il mondo arabo. Ma a fargli le domande hai tutte le risposte che vorremmo sentire
da un musulmano, sembrano lì apposta per sfatare i nostri pregiudizi.
Noi ci lamentiamo che in Medio Oriente non
c’è libertà e loro tirano fuori il confederalismo
democratico, che è un esperimento avanzatissimo di democrazia diretta e
autogoverno. La sorte delle minoranze cristiane ci preoccupa e loro hanno
protetto e integrato nelle loro unità militari i cristiani assiri. E la donna? La condizione della donna? Qui a qualcuna han dato i gradi da colonnello e i soldati maschi
stanno sull’attenti e dicono signorsi e sissignora. I fascisti del
Califfato nero bruciano le biblioteche loro le costruiscono
in terra cruda nei villaggi, piene di libri e foto di ragazzi caduti nella
lotta”.
Imperia
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