March 19, 2015
“Giornata intensa per la carovana
internazionale giunta nel Kurdistan turco per sostenere la resistenza di Kobane
e l’esperienza politica del Rojava”
Imperia-Kobane. Il consigliere Mauro Servalli
insieme all’attivista Giovanni Vassallo e altre 150 persone, è
partito con una carovana alla volta della cittadina turca di Suruc. Ecco il suo
racconto insieme alle immagini di Nicola Giordanella.
“Giornata intensa per la carovana internazionale giunta nel Kurdistan
turco per sostenere la resistenza di Kobane e l’esperienza politica del
Rojava. Il nostro gruppo si è recato oggi a Suruc, cittadina sul confine
siriano a pochi chilometri da Kobane abitata principalmente dai curdi che
controllano la municipalità tramite il partito HDP.
Prima tappa il centro culturale di Suruc,
dove abbiamo incontrato Fayza Abdi, combattente e membro dell’autogoverno
di Kobane.
Dopo aver liberato Kobane, ora distrutta all’80% e in gran parte ancora minata, i curdi del
Rojava continuano la lotta di liberazione nel resto del cantone dall’ISIS
e si stanno impegnando nella ricostruzione della città.
Il problema maggiore, oggi, è
rappresentato dal governo turco, che non vuole aprire la frontiera e permettere
l’arrivo degli aiuti necessari alla ricostruzione: materiale da
costruzione, medicinali, cibo, acqua potabile, apparecchiature per togliere le
moltissime mine e bombe inesplose, etc. Per questo la priorità, oggi,
è quella di premere sul governo turco per l’apertura di un
corridoio umanitario.
La carovana è stata poi ricevuta dalla
municipalità di Suruc, che ha ringraziato per il sostegno internazionale
e sottolineato come la lotta del popolo curdo sia una
lotta per l’intera umanità. Una lotta frutto
di un’importante esperienza politica, basata sull’autogoverno, la
democrazia dal basso e la centralità delle donne.
La carovana si è mossa poi verso i
campi profughi.
A Suruc ce ne sono sei, autogestiti dai curdi
con il solo sostegno della municipalità e delle organizzazioni curde. In
Turchia sono arrivati dalla Siria oltre 2 milioni di profughi, e il pensiero
non può non andare a chi, in Italia, fa le
barricate per poche migliaia di disperati.
La situazione nei campi è ovviamente
difficile, ma la voglia di ritornare a casa è tanta, anche per chi una
casa non l’ha più. Il problema, di nuovo, è
l’atteggiamento del governo turco, che non aiuta i profughi e impedisce
loro di poter ricostruire la propria città.
Ultima emozione della
giornata, la visita a Mesher, villaggio sulla frontiera a poche centinaia di
metri da Kobane. In sottofondo
riusciamo a cogliere l’eco lontano dei bombardamenti. Vediamo Kobane semidistrutta
di fronte a noi, appena oltre la frontiera, ma l’esercito turco è
schierato ad impedire il passaggio. Speriamo di riuscire a passare nei prossimi
giorni”.
Mauro Servalli
per immagini :
http://www.imperiapost.it/100291/imperia-kobane-il-racconto-e-le-immagini-della-prima-giornata-in-kurdistan-servalli-sentiamo-leco-dei-bombardamenti
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