June 07, 2015
Quando
agli inizi degli anni ’90 la guerra in Kurdistan era al culmine, anche in
La
situazione ha iniziato a cambiare quando nel 2003 venne pubblicato un libro
scritto dal presidente del PKK Abdullah Öcalan sull’isola carcere di Imrali dal
titolo »Gli eredi di Gilgamesh«. La rinuncia nei confronti di qualsiasi forma
di nazionalismo – anche di quello curdo – che vi veniva espressa, la critica
generale nei confronti dello stato, anche di quello
Dai e
dalle partecipanti tedeschi/e poi nel
Nel
settembre 2011 un gruppo di dieci persone di „TATORT Kurdistan“ visitò diverse
città e villaggi nei territori curdi della Turchia. Nei colloqui con numerose
cooperative, accademie e organizzazioni giovanili e femminili, il gruppo si
fece un’idea di come la popolazione curda si auto-organizzava secondo i principi
della democrazia di base, senza aspettare concessioni da parte dello stato
turco. Per quest’ultimo le attività erano come fumo negli e così nel periodo
del viaggio, una gran parte delle e degli attivisti politici si trovavano nelle
carceri turche nell’ambito dell’operazione KCK. Le impressioni del gruppo e
numerose interviste vennero pubblicate nel 2012 come brochure »Autonomia
democratica nel Kurdistan settentrionale«.
Nel 2012
curde e curdi in Siria, nel vuoto di potere della guerra civile siriana riuscirono
a liberarsi in larga parte dal dominio straniero del partito Baath al governo
sotto il presidente Assad. Ebbe immediatamente inizio la messa in pratica del
confederalismo democratico nelle regioni (cantoni) del Rojava, Afrîn, Kobanî e
Cizîrê, sotto il controllo della popolazione. I curdi e le curde in queste
aree, insieme ai più diversi gruppi etnici e religiosi della popolazione e con
una guerra in corso, costituirono l’amministrazione autonoma.
Il
progetto subiva ulteriori intralci per le centinaia di migliaia di profughi di
guerra provenienti da altre parti della Siria e per via di un embargo economico
sia da parte della Turchia, confinante con i cantoni del Rojava, che da parte
del governo autonomo curdo nell’Iraq settentrionale a causa di rivalità interne
tra curdi. Con il sostegno logistico della Turchia si moltiplicarono
rapidamente anche gli attacchi di milizie islamiche come il Fronte Al-Nusra e
Stato Islamico (IS) contro i cantoni curdi. In condizioni difficili le autrici
e gli autori di questo libro nel maggio 2014 sono riusciti a soggiornare per
quattro settimane nel cantone di Cizîrê e a condurre numerosi colloqui. Le loro
impressioni e ricerche costituiscono il contenuto del libro.
Pochi mesi
dopo la loro partenza, il cantone Kobanî per settimane fu al centro
dell’attenzione mondiale. IS attaccò Kobanî con armi modernissime conquistate
all’esercito irakeno nella speranza di poter conquistare la città in pochi
giorni come nelle precedenti spedizioni. Ma la resistenza piena di abnegazione
delle forze di difesa curde YPG e YPJ riuscirono a fermare gli aggressori e
dopo combattimenti durati diversi mesi e gli attacchi aerei da parte di una
coalizione guidata dagli USA e dovuti alla pressione dell’opinione pubblica
mondiale, a scacciarli. Il 1 novembre
Come può
continuare questa solidarietà? In primo luogo con la ricostruzione della Kobanî
ormai liberata, e con del ritorno dei profughi come priorità. Per questo va
esercitata pressione sulla Turchia, come richiesto dalla popolazione locale,
perché venga aperto un corridoio umanitario per gli approvvigionamenti. A
livello di politica interna in Germania va rimosso il divieto di attività del
PKK tuttora in vigore, anche se fino ad ora non riguarda direttamente le
organizzazioni curdo-siriane PYD e YPG. E naturalmente alla sinistra tedesca si
pone anche l’interrogativo su quali sviluppi nel Rojava siano trasferibili. I
punti di raccordo con la tradizione europea della democrazia dei consigli del
movimento dei lavoratori, come ad esempio
L’intera
pubblicazione in PDF.(TEDESCO)
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352 pagine | 2015 | EUR 19.80
ISBN 978-3-89965-658-9
© 2013 UiKi ONLUS Team