13 -06- 2015
Abusate e
vendute come schiave in veri e propri bazar, le donne sono diventate l’immagine
più atroce dell’oscurantismo dello “Stato islamico”. Ma la loro tratta è
un’affare vantaggioso anche dal punto di vista propagandistico
di Sonia Grieco
Roma, 13 giugno 2015, Nena News – Da quando
l’Isis ha intrapreso la sua avanzata in Iraq e in Siria, la sorte delle donne,
persino delle bambine, che hanno avuto la sciagura di incontrare i jihadisti è
stata raccontata dai media di tutto il mondo. Abusate e vendute come schiave in
veri e propri bazar, sono diventate l’immagine più atroce dell’oscurantismo del
sedicente Stato Islamico, particolarmente spietato e vigliacco con le
“infedeli”.
Ma per i jihadisti, la tratta delle
donne non è un affare vantaggioso soltanto dal punto di vista economico, ma anche
propagandistico, considerato che la promessa di una vergine contribuisce ad
attirare le centinaia di stranieri che sono diventati la spina dorsale
delle milizie dell’autoproclamato califfato. Ed è parte integrante
dell’affermazione di una visione del mondo che ormai tanti definiscono
medioevale, in cui la donna è un oggetto e basta.
Una donna, infatti, può essere venduta anche
al costo di un “pacchetto di sigarette”, o per centinaia o migliaia di dollari, ha detto
Zainab Bangura, inviata speciale dell’Onu per la violenza sessuale nelle zone
di guerra. “Questa guerra è combattuta sul corpo delle donne”, ha detto
all’Afp, spiegando che al momento non si hanno cifre precise su quante siano
cadute nelle mani dei jihadisti.
Di storie, però, ne sono state raccontate
tante in questi ultimi 18 mesi, da donne e ragazze che sono riuscite a
fuggire dai propri aguzzini. Adolescenti di 12-14 anni vendute a uomini adulti,
donne bruciate vive perché si sono ribellate allo stupro, umiliazioni e
sevizie: la schiavitù sessuale in tutte le sue forme. Alcune yazide,
tra le più prese di mira dai jihadisti, hanno raccontato di essere state
rinchiuse in cento in una casa, spogliate e lavate e, infine, messe in fila per
essere “valutate” da un gruppo di miliziani, che ha attribuito loro il prezzo a
cui poi sono state vendute.
Per le milizie di Abu Bakr al-Baghdadi, ogni
territorio conquistato in
Per chi riesce a fuggire, oltre al trauma e
alle conseguenze fisiche delle violenze, c’è il complicato rientro nella
comunità e talvolta la stigmatizzazione. Quella yazida sta
accogliendo le ragazze riuscite a scappare, ha detto Bangura, auspicando che
altri seguano l’esempio
E comunque la ferita della schiavitù è
indelebile per una generazione di ragazze che ha bisogno di assistenza e
sostegno. Intanto, in