June 22, 2015
Di Luigi
Vinci –
L’offensiva
curda potrebbe addirittura liberare Rakka, la capitale in Siria dello Stato
Islamico. I combattenti curdi siriani sono diventati beniamini mondiali, e
Viene ora
a incrementare il riconoscimento mondiale della realtà curda Selahattin
Demirtaş, presidente dell’HDP, quel partito curdo di Turchia che non solo nelle
recenti elezioni politiche ha più che raddoppiato i voti alle formazioni curde
che l’hanno preceduto, ma che ha pure saputo unire a sé la frastagliata
sinistra turca e aprire le sue liste alla totalità delle minoranze etniche e
religiose della Turchia, alle persone omosessuali, ai giovani e alle donne
protagoniste delle rivolte a Istanbul, alle associazioni per i diritti umani,
assegnando così un colpo politico micidiale alla feccia fondamentalista e
autoritaria guidata dal presidente-canaglia turco Erdoĝan.
Ciò
tuttavia non toglie che la stampa sia partecipe della censura o della
manipolazione occidentali nei confronti della realtà curda. Va bene elogiare
questa realtà, ma attenti a non esagerare: è un po’ questa la direttiva a cui
Fin qui le
notiziole fasulle.
Molte
volte ho denunciato, qualcuno magari lo ricorderà, sulla scia delle notizie
fornite da parte curda, i transiti in Turchia di militanti dello Stato Islamico
su veicoli delle forze armate turche, gli ospedali turchi ospitanti i feriti
dello Stato Islamico, l’infamia del blocco dei confini turchi nei confronti di
quei curdi di Turchia che volevano andare ad aiutare Kobanê assediata (i
soldati turchi sparavano su quei curdi che tentavano di passare dall’altra
parte del confine, e uccidevano). Molte volte ho scritto che basta guardare la
carte geografica
Ora la
conferma viene addirittura da quella che con molta probabilità è una velina
Qualche
altra osservazione. La conquista da parte curda della città di Tal Abyad
restituisce a quasi tutto il Curdistan curdo autogovernato (a due dei suoi tre
“cantoni”) continuità territoriale. Kobanê quindi non è più isolata rispetto
non solo al cantone curdo orientale (territorialmente il maggiore) e alle sue
città importanti (Hasakh e Qamishli), ma anche al Curdistan iracheno: con tanto
di possibilità di ricevere armamenti, rinforzi, cibo, ecc. È anche utile
rammentare come il frastagliamento del territorio curdo siriano sia stato il
risultato del tentativo della sua arabizzazione da parte di Assad padre, a cui
si accompagnavano fatti precedenti come il mancato riconoscimento ai curdi dei
diritti linguistici e il rifiuto della cittadinanza della loro parte costituita
dai discendenti di immigrati da altre zone dell’Impero Ottomano, principalmente
dalla Turchia.
Ciò
avvenne ai tempi della frammentazione di dell’Impero Ottomano seguita alla
sconfitta subita nella prima guerra mondiale (
Ultima
osservazione. Nel quadro della straordinaria confusione della politica
statunitense in Medio Oriente c’è che, nonostante le veline del Dipartimento di
Stato parlino del PYD come di un partito “moderato”, esso, al pari del PKK, che
a suo tempo bloccò l’attacco al Kurdistan iracheno orientato a conquistarne la
capitale Erbil, mentre i peshmerga si squagliavano, continua a trovarsi dentro
alla lista statunitense delle “organizzazioni terroriste”. PYD e PKK, cioè
quasi gli unici combattenti efficaci nel contrasto a terra dello Stato Islamico,
sono in questa lista! Non Erdoĝan, non il suo partito AKP! Naturalmente
(quest’aggettivo è quanto mai appropriato) questa lista è condivisa dall’Unione
Europea, e nessun suo governo fondamentale mostra di accorgersi di come a
difendere l’Europa, facilissima da raggiungere dallo Stato Islamico, ci siano
proprio quelli che essa pure bolla come “terroristi”. Ma che si sia in mano in
Europa a irresponsabili buffoni non c’è più necessità di documentarlo, basta
guardare al trattamento della Grecia, a quello dei migranti, all’insistenza su
politiche di “rigore” impedenti la ripresa economica, ecc.
© 2013 UiKi ONLUS Team