June 24, 2015
La
liberazione dell’importante città strategica di Girê Spî (Tel Abyad) è
rivoluzionaria per curdi, arabi, turkmeni, assiri e ceceni che stanno
conducendo una guerra per l’esistenza negli ultimi 3 anni. Attraverso questa
I
battaglioni delle donne YPJ sono state le prime ad
arrivare in città.
Mentre ci avviciniamo a Girê Spî, notiamo che il ponte
sulla strada Serêkaniyê è stato bombardato da
Segni dell’ISIS dappertutto.
Tutti gli appartamenti e le case utilizzati dall’
Uffici
pubblici non hanno ancora iniziato a fornire il
servizio, ma si sta lavorando per superare questo problema. Il
primo passo è quello di stabilire le forze Asayiş e impostare un comune.
Le bande
ISIS hanno sistemato trappole esplosive in molti
villaggi, in imprese e nelle case prima di fuggire dalla città, e gli sforzi di
sminamento proseguono in pieno. I civili sono ammessi nei
villaggi dopo la rimozione delle mine in questi settori.
La
minaccia di
Migliaia
di documenti sono stati sequestrati in case occupate da ISIS, e alcuni di
questi documenti sono permessi di soggiorno temporanei che
I giovani arabi combattono assieme alle YPG.
Incontriamo centinaia di giovani arabi che si battono nei
ranghi YPG. La maggior parte di questi combattenti è venuto dal cantone
di Cizîr e la loro permanenza nelle YPG varia da
Il comandante
di battaglione YPG, Ahmet Aşukari, indica Deham Hamit e Mustafa Muhammed, e
dice che combattono contro ISIS ormai da due anni. Deham Hamit dice che è un dovere combattere contro le bande e che decise di unirsi
alle YPG perché è l’unica forza che attacca veramente
“Hanno abbandonato il loro bottino e sono fuggiti”.
Mentre camminiamo per le strade di Girê Spî, vediamo mobili e
proprietà private, che sono stati portati via ai civili e conservati negli
uffici
Indicando
case usate dalle bande, il comandante YPG, Ahmet
Aşukari, dice che alcune bande hanno vissuto qui con le loro molteplici mogli e
figli. Un emiro tunisino ha sposato una bambina di 9
anni Yezidi a Shengal ed è fuggito con lei prima della liberazione della città.
Aşukari si sente in colpa per non essere stato in grado di
salvare la ragazza.
La città
di Siluk è silenziosa.
Siluk, una città prevalentemente araba e turkmena situata a
Gli arabi che vediamo a Siluk parlano con noi brevemente e
non vogliono che siano resi pubblici i loro nomi o le foto perché temono una
rappresaglia
“Nessuno affitterebbe a noi una casa”.
Parliamo con turkmeni dentro e nei dintorni di Girê Spî dopo che abbiamo
sentito delle affermazioni che accusavano YPG di effettuare una pulizia etnica
prendendo di turcomanni e arabi. Hamid Mahmud Şêxo è un
turkmeno che si è trasferito qui dalla regione di Azaz quasi 30 anni fa.
Mahmud
dice che lui e la sua famiglia sono fuggiti a Akçakale in Turchia due anni fa,
quando l’ISIS ha assunto il controllo in città e ha
dovuto vivere per strada per 5 giorni perché nessuno ha affittato loro una
casa. Mahmud dice che ogni proprietario di casa con cui ha
parlato avrebbe gli ha chiesto di pagare l’affitto dei primi 6 mesi in
anticipo, ma la sua famiglia non poteva permettersi questo, quindi sono tornati
a Girê Spî dopo 5 giorni. Le bande ISIS hanno
interrogato Mahmud sul perché aveva lasciato la città, ma non lo hanno punito,
quando ha risposto che avevano temuto gli attacchi aerei.
“L’ISIS ha ucciso mio figlio”.
Mahmud afferma che
“Neppure Israele è stato così crudele”.
Mahmud afferma di aver servito nell’esercito siriano durante
la guerra
4 persone
sono morte mentre cercavano di attraversare il confine
con
Mahmu
“Non
abbiamo problemi con le YPG”.
Mahmud afferma che, contrariamente a ciò che sta
sostenendo la propaganda, le YPG sono disponibile nei loro confronti. Mahmud
racconta la storia di una unità YPG che ha soggiornato nella sua casa fino al
loro rientro dal confine. I combattenti YPG, ha detto
Mahmud, avevano mangiato un po ‘di yogurt e verdure
che hanno trovato nel frigorifero, e hanno chiesto a Mahmud la sua benedizione
e la comprensione. Mahmud dice che a differenza di ISIS, YPG non hanno mai fatto
“L’ISIS giustiziava persone ogni giorno”.
Mahmud sottolinea che
“Non ce ne andremo, rimarremo qui”.
Una donna turkmena Saliha Hasan dice che le donne non
potevano lasciare le loro case a meno che non si coprivano completamente. Hasan
ha descritto come i civili abbiano fatto la spia gli uni agli altri e come i
mariti delle donne considerate indecenti siano stati
puniti con 80 frustate. Hasan invita il mondo a
prendere posizione contro la crudeltà dell’ISIS, sostenendo che non lascerà mai
la città.
di Ahmet Sümbül -Girê Spî
© 2013 UiKi ONLUS Team