Il
Consiglio Esecutivo del KCK, tramite i co-presidenti, ha dichiarato che i
popoli della Turchia, del Medio Oriente e del mondo intero dovrebbero ricevere la garanzia che i
perpetratori del
massacro di Kobanê, che ha sottratto la vita a donne e bambini kurdi,
siano chiamati a risponderne alla giustizia.
La copresidenza ha dichiarato che bande fasciste dell’ISIS hanno provato a vendicarsi della sconfitta subita da
YPG/YPJ, massacrando brutalmente dei civili durante il ramadan a Kobanê.
Nella dichiarazione, scritta, il KCK dichiara che fra 50 e 60 persone si sono
infiltrate nella città da percorsi differenti e hanno massacrati decine
di civili inermi.
Il KCK ha
anche offerto le proprie condoglianze a chi ha perso persone care e auspicato
una rapida guarigione dei feriti. Ha aggiunto che tali massacri non sono
d’impedimento alla liberazione del Kurdistan e
alla democratizzazione del
Medio Oriente; il popolo kurdo persisterà nel cercare di conseguire una
vita libera e nel democratizzare l’area.
Si
enfatizza inoltre che tutti gli stati, in primo luogo quello turco guidato
dall’AKP, che sostengono ISIS sono
responsabili degli attacchi. Quelli che sostengono che il
PYD “è più pericoloso dell’ISIS” e considerano
sullo stesso piano YPG/YPJ e ISIS di fatto
incoraggiano simili attacchi. Il KCK puntualizza che il
massacro evidenzia il carattere dello stato turco e la sua ostilità
verso la rivoluzione nel Rojava. Uno dei percorsi seguiti dai
massacratori è stato attraverso la frontiera turca. Le bande che
attualmente si trovano ad Akçakale hanno
relazioni strette con polizia e militari turchi, quantunque nelle dichiarazioni
ufficiali turche si dica il contrario. La Turchia mai potrebbe ammettere la propria
cooperazione con ISIS.
Il KCK
ricorda come lo stato turco coopera con forze anti-kurde nel muovere guerra nel
Kurdistan settentrionale. Tale
cooperazione continuerà finchè la Questione Kurda non sarà
risolta. Il KCK esorta chiunque a non tener conto delle asserzioni delle
autorità turche che non vi sono relazioni con
le bande che hanno attaccato a Kobanê, poiché tali dichiarazioni
sono mirate a manipolare l’opinione pubblica.
Si
evidenzia che la Turchia
è sicuro luogo di rifugio per le bande e che le dichiarazioni
contrastano con il dato di fatto della presenza e
delle attività di ISIS in Turchia. Il
KCK esorta l’AKP al governo e il Presidente
Erdogan a porre fine a tali relazioni con ISIS
e all’ostilità verso la rivoluzione nel Rojava.
I kurdi di
ogni parte del Kurdistan, asserisce il KCK, non dimenticheranno la
complicità turca nell’attacco e i discorsi antikurdi
dell’AKP. E chiameranno a rispondere sia i perpetratori che il governo a guida AKP.
KCK esorta
i kurdi e altri popoli di Turchia a non credere alle dichiarazioni di Erdogan,
dei portavoce dell’AKP e di quei media che negano un
coinvolgimento dello stato turco negli attacchi. Si fa appello a reagire al
massacro protestando in maniera democratica contro il
governo dell’AKP per la sua complicità.