June 28, 2015
La citta curdo-siriana di Kobanê, attaccata
improvvisamente nei giorni scorsi dai miliziani dell’ISIS, è stata liberata dalle milizie curde YPG e YPJ del PYD. Si è trattato da
parte dell’ISIS, in tutta evidenza, di un’operazione diversiva, di alleggerimento
della sua
situazione diventata precaria nell’area centrale siriana da esso da
tempo controllata e nella quale è la “capitale” siriana dell’ISIS Raqqa. Come sappiamo, nelle settimane scorse le milizie curde hanno conquistato
l’area che divideva il cantone
curdo-siriano di Kobanê dal cantone
curdo-siriano orientale: in
questo modo le milizie curde si
sono garantite l’afflusso di armi
e di rinforzi dal territorio curdo-iracheno di fatto indipendente, al tempo stesso hanno liberato
quel tratto di frontiera con
L’attacco dell’ISIS a Kobanê è avvenuto, tutto lo documenta, da parte
di miliziani dell’ISIS provenienti dalla Turchia. Essi hanno
raggiunto Kobanê da nord: i
soldati turchi sulla frontiera si sono improvvisamente
ritirati, la frontiera è stata attraversata da veicoli che
trasportavano i miliziani dell’ISIS, che poi hanno occupato
alcuni edifici, preso prigioniere alcune centinaia di persone, tra
cui famiglie intere. Dichiarazioni curde indicano che l’ISI
ha poi assassinato a freddo,
ritirandosi, oltre due centinaia di queste
persone, tra le quali molte donne e molti bambini.
Tutto documenta da un molto tempo il
fatto che l’ISIS è appoggiato dal governo della
Turchia, vale a dire, concretamente,
dalle sue forze armate e dal MİT, il servizio turco
di intelligence. Molti filmati
documentano i transiti di miliziani
dell’ISIS in territorio turco, spesso su
automezzi dell’esercito turco. La cosa è nota da sempre
ai governi occidentali, a partire da quello statunitense,
i cui satelliti militari e quelli NATO (che sono di
appartenenza
Il problema di fondo è evidente: che cosa vogliono
fare in quest’area e di quest’area gli Stati Uniti? La cosiddetta coalizione a guida
Il recente attacco dell’ISIS a Kobanê pone un evidente problema militare e un altrettanto evidente problema politico agli Stati Uniti
(lasciamo perdere l’Europa, per non ridere, o non piangere). Le milizie
curde sono in grado di conquistare
o riconquistare e di difendere i loro
territori, allargarli a prospicienti territori prevalentemente arabi o abitati da altri
gruppi etnici, ma non più che tanto.
Se queste milizie tentano di allargare
troppo il
territorio da esse controllato si diradano troppo,
e così si espongono a contrattacchi mirati dell’ISIS, inoltre espongono le popolazioni coinvolte a massacri da parte
di quest’ultima. Né è possibile altrimenti: i curdi
siriani sono una piccola realtà,
circa 2 milioni di persone, che fatica
a ricevere rinforzi dalla Turchia e anche dall’Iraq, la cui realtà curda deve
a sua volta fronteggiare quelle milizie dell’ISIS che occupano il
nord e l’ovest di questo paese
e minacciano addirittura
Baghdad. Non solo: i curdi siriani beneficiano certo dell’appoggio dell’aviazione statunitense, ma continuano a disporre di armamenti vecchi
e solo leggeri, mentre l’ISIS dispone dei modernissimi mezzi statunitensi, tra cui carri armati
e artiglieria, abbandonati
a suo tempo dall’esercito iracheno, che era stato messo in fuga precipitosa dal nord dell’Iraq
dall’inizio del conflitto. D’altra parte, che diamine, mai
dimenticare che il PYD, cioè il
partito curdo-siriano cui fanno capo le milizie di autodifesa che
combattono contro l’ISIS, è legato strettamente al
PKK curdo-turco, quindi è
come quest’ultimo, su richiesta turca, in quell’elenco statunitense delle realtà terroristiche
mondiali che, su ordine statunitense,
è stato fatto proprio senza discutere
dall’Unione Europea.
E’ davvero arduo comprendere come e quando il conflitto medio-orientale
avrà termine, essendo questa la capacità politica di afferrarne e gestirne le questioni da parte statunitense,
ed europea; e quanta gente perderà quindi la vita o sarà costretta a fuggire verso improbabili accoglienze a causa di questo straordinario
esempio di inconcludenza e di responsabilità politiche, da parte occidentale.
di Luici
Vinci
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