June 29, 2015
E’ il simbolo
della resistenza, nella lotta contro
l’orrore dello Stato islamico. Ma Kobane non riuscirà
a rinascere da sola. Le forze curde hanno
sì riconquistato il controllo della
città sabato 27 giugno, due giorni dopo che l’Isis
era riuscito a penetrare ancora una
“Il problema più
grande è che siamo circondati – spiega Dozdan Memo, uno dei membri
del Comitato – a sud ci sono i
territori dello Stato islamico e a nord il confine con la Turchia è ancora chiuso. La merce che serve per sopravvivere entra solo illegalmente e per questo motivo si
trova a prezzi altissimi”. In città manca tutto: acqua,
elettricità, cibo. L’80 per cento dell’abitato è distrutto, le gente vive come riesce in edifici comunque danneggiati. E la
penuria di gasolio crea enormi
difficoltà: un litro costa 350 lire siriane, circa 1 euro e 70 centesimi.
“‘Il diesel serve per azionare
le pompe che ci permettono di
recuperare acqua pulita dalle falde
– dice Dozdan – e per soddisfare
la richiesta ci servirebbero 10 mila litri di gasolio
al giorno. Prima della guerra, avevamo impianti capaci di utilizzare l’acqua
proveniente da un fiume che
dista 40 km da qui. Ma le truppe del Califfato
li hanno distrutti”.http://www.repubblica.it/esteri/2015/06/29/news/kobane-117948859/?ref=HREC1-5&refresh_ce
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