July 02, 2015
Mobilitazione internazionale per ricostruire Kobanê- EP, Sala P7C050, 1/7/15
Intervento di Vassilis BONTOSOGLOU, Direttore del SEAE (Servizio Europeo per l’Azione Esterna) Divisione per il Medio Oriente,
già ambasciatore in Siria
Signor Presidente,Onorevoli membri
A nome del Servizio Europeo per l’Azione Esterna vorrei ringraziarvi per avermi invitato a illustrare la risposta UE alla crisi siriana e cosa può fare e farà l’UE, in particolare
a sostegno della popolazione di Kobanê.
Durante numerosi dibattiti in plenaria sulla crisi in Siria abbiamo evidenziato
il fatto che Da’esh costituisce
una complessa minaccia terroristica nei confronti della
Siria, dell’intera regione, ma anche dell’Europa.
Ma dobbiamo ricordare che semplici cittadini
in Siria così come in
Le violazioni dei diritti umani commesse
da Da’esh sono in crescita, sia per numero di vittime che
per atrocità.
Solo negli ultimi giorni
oltre 200 persone, prevalentemente civili, sono state uccise a Kobanê durante uno dei peggiori
attacchi terroristici commessi da Da’esh
su suolo siriano. Alle famiglie
delle vittime vanno le nostre più profonde condoglianze.
Ancora una volta
l’intenzione di Da’esh è chiarita dalla sua azione
– Da’esh vuole occupare quanto più territorio possibile, acquisire autosufficienza e espandere il suo brutale
dominio.
Signor Presidente, onorevoli
membri del Parlamento Europeo, gentili signore e
signori, per oltre 4 mesi fino alla fine del gennaio 2015 la città di Kobanê in Siria
è stata assediata da questi terroristi.
I combattimenti sono stati feroci e sbilanciati: i terroristi erano riusciti a trasferire a Kobanê un considerevole volume di forze e considerevoli
quantità di equipaggiamento sofisticato e pesante sequestrato in particolare dopo la caduta di
Dall’altra parte poche
centinaia di combattenti locali e volontari contano solo su armi leggere,
ma grande coraggio. Difendono la loro città strada per strada, casa per casa, con sostegno
internazionale limitato.
Questo è come Kobanê è diventata simbolo della resistenza locale contro il dominio
di terrore e oppressione di Da’esh. Dobbiamo rendere omaggio a coloro che hanno
sacrificato la loro vita
per questa causa.
Ma sappiamo tutti che l’azione militare
non è sufficiente per sconfiggere
Da’esh.
Dobbiamo ricordare che mentre Da’esh
è una singola organizzazione e serve un approccio
regionale per contrastarla,
le circostanze in Siria e
in Iraq sono distinte:
(1) in
Iraq stiamo lavorando in stretto contatto con il governo legittimo
e continueremo a farlo, sostendolo per quanto ci è possibile nei suoi sforzi
di ripristinare governance
inclusive e stabilità,
(2) in Siria una transizione
politica inclusiva è cruciale per una pace sostenibile e stabilità: la lotta contro Da’esh
e altri gruppi terroristici deve essere condotta in parallelo con la ricerca di soluzioni politiche
durature.
La
nostra posizione è chiara:
è la brutale guerra del
regime di Assad contro il suo
stesso popolo, le violazioni di diritti
umani su larga scala e il
blocco sistematico delle riforme democratiche
che hanno contribuito alla proliferazione di Da’esh in Siria . A seguito delle sue politiche e azioni, il regime di Assad
non può essere un partner nella lotta contro
Da’esh.
La minaccia posta da Da’esh non deve
mettere in ombra la considerevole sofferenza della popolazione siriana come conseguenza di questa crisi
politica. Ieri, il Segretario Generale
dell’ONU ci ha ricordato che:
Dovremmo tutti vergognarci
per il fatto che a tre anni
dall’azione del Comunicato di Ginevra sulla
risoluzione del catastrofico
conflitto in Siria, la sofferenza della popolazione siriana continua a sprofondare in nuovi abissi … Tre anni
dopo che le parti stesse e tutti coloro che
hanno influenza su di loro hanno
espresso sostegno a un piano per mettere
fine a questa sofferenza, è
ora di trovare
una via d’uscita da questa follia.
Continuiamo a dare pieno sostegno agli sforzi
dell’Inviato Speciale dell’ONU de Mistura per raggiungere la pace in Siria e mantenere l’unità del paese, la sua sovranità
e integrità territoriale.
Sta continuando un intenso lavoro diplomatico. Abbiamo partecipato alle “consultazioni di Ginevra” e speriamo che questi colloqui
aiuteranno a lanciare un processo che porti
a una transizione nell’ambito dei provvedimenti del Comunicato di Ginevra del 30 giugno 2012.
Il nostro obiettivo finale
è di aiutare a costruire una Siria
democratica e pluralista dove
trovino posto tutte le minoranze e tutti i gruppi
vulnerabili.
Questo approccio politico è il cuore della
strategia regionale dell’UE rispetto a Siria e Iraq e alla minaccia di Da’esh
che è stata adottata nel marzo
2015 e che attualmente viene perseguita e attuata.
Signor Presidente, onorevoli membri del Parlamento Europeo, gentili signore e
signori, l’UE è anche
determinate continuare a sostenere
i siriani e i vicini della
Siria colpiti dalla crisi.
Aiuti umanitari e assistenza a lungo termine resteranno importanti pilastri della risposta dell’UE alla crisi
in Siria e nei paesi vicini.
Durante i primi
giorni della crisi di Kobanê
la Commissione Europea ha adottato una decisione
di emergenza di 3.9 milioni per fornire urgenti aiuti umanitari alle persone che
hanno trovato rifugio in Turchia.
Elogiamo il governo
turco per aver fornito assistenza salvavita e rifugio a coloro che sono stati
costretti a lasciare Kobanê. È della massima importanza che i valichi
di confine ufficiali restino aperti per le emergenze mediche. Il ritorno alla normalità
(commercio, ecc.)dipenderanno in larga misura dalla situazione
del confine tra la Turchia
e Kobanê.
Dalla liberazione di Kobanê ci
siamo impegnati in sforzi a sostegno di quei profughi
e di altre vittime della crisi
siriana.
Come dimostrato dai più recenti attacchi
terroristici contro Kobanê, sicurezza e protezione restano una grave preoccupazione. Anche lo sminamento di Kobanê è una
condizione cruciale per il lancio di
attività umanitarie e di ricostruzione a tutto campo.
La Direzione Generale della Commissione Europea per gli Aiuti Umanitari (DG ECHO) e altri servizi stanno
attualmente mobilitando risorse significative per sostenere operazioni
Queste operazioni, implementate in coordinamento con
l’amministrazione cittadina,
daranno un chiaro segnale del fatto che l’UE è coerente
con il suo impegno per sostenere il ripristino dei
servizi di base e il ritorno alla
normalità a Kobanê così come in altre aree della Siria
in cui la violenza è ridotta.
Alla Conferenza Kuwait III il 31 marzo 2015, la Commissione Europea e gli Stati Membri
si sono impegnati
per quasi 1.1 miliardi di
Euro (il doppio dell’impegno UE alla conferenza del 2014).
Questo mette in evidenza la nostra volontà di sostenere il
livello del nostro impegno umanitario e non umanitario in risposta alla crisi in Siria
e alle sue conseguenze regionali.
Grazie.
© 2013 UiKi ONLUS Team