July 08, 2015
Kobane è a due chilometri da Suruc,
una città di circa 100.000 abitanti al
confine tra Turchia e Siria. Poco meno
di un anno
fa è cominciata una guerra:
Oggi Kobane è libera. L’abbiamo vista da lontano, sventrata e piano piano ci siamo
avvicinati, con una delegazione istituzionale che non poteva essere fermata. Un accompagnatore ci mostra le prime foto delle unità di
polizia locale di Kobane, appena ricostituite.
Oggi Kobane è libera. Ma il merito
non è dell’Occidente. Anzi. Ce
lo racconta, in un caldo torrido che
invade una tenda, verso le quattro
La signora
sa che
Ma cos è l’Isis? Per le nostre controparti politiche, tutte dell’Hdp, è molto chiaro: l’Isis è il frutto
Un’altra profuga ci
racconta l’ultima strage dell’Isis: 250 morti, che potevano
essere molti di più. Vestiti da
guerriglieri Ypg e Ypj l’Isis, secondo
lei provenienti dalla Turchia, sono arrivati
a Kobane. Hanno cominciato a bussare le porte, ed ammazzare
tutto ciò che incontravano. Se non fosse stato per l’intervento delle forze di resistenza,
la strage avrebbe assunto proporzioni più ampie.
Secondo la co-sindaca di Suruc
La co-sindaca ci fulmina:
“Come mai in questa delegazione non c’è neanche una donna?”. L’Hdp, il partito rivelazione delle ultime elezioni turche, che ha come massimo aspiratore Abdullah Ocalan, da tempo attua azioni fortissime
per imporre la parità di genere. Ad ogni
livello amministrativo i capi sono
due: una donna
ed un uomo. Anche se la legge turca non lo consente, invece
Cosa rispondi all’osservazione? Racconti delle condizioni storiche, della Chiesa,
Oggi a Kobane c’è tutto
e non c’è nulla. Non ci sono le scuole,
non c’è lavoro, non c’è da mangiare,
non c’è un posto dove dormire, perché l’80% delle case sono distrutte. Ma a Kobane c’è
tutto.
di Enrico
Lobina, Consigliere comunale
Foto di Roberto Mulas
© 2013 UiKi ONLUS Team