30 -07- 2015
Dei 1.300
arrestati dalla polizia, solo il 10% sono sospetti miliziani islamisti: il
resto sono simpatizzanti
AGGIORNAMENTO ore 11.45 – UCCISI 190
COMBATTENTI DEL PKK
Secondo fonti turche e irachene, dal 24
luglio ad oggi i raid turchi avrebbero ucciso 190 combattenti
———————————————————————————————
della redazione
Roma, 30 luglio 2015, Nena News – Uno
stillicidio, uno, due, tre morti al giorno, mentre i jet dell’aviazione
militare colpiscono con le bombe il nord dell’Iraq. Resta in silenzio, invece,
il nord della Siria: dopo aver dichiarato guerra all’Isis di raid contro le
postazioni islamiste in Siria ne stanno compiendo solo gli Stati Uniti. Ankara
è impegnata sull’altro fronte, quello vero: la guerra al Pkk.
E se il conflitto si gioca in
Nelle stesse ore uomini armati hanno preso di
mira una pattuglia della polizia ad Amed, distretto di Çinar: il poliziotto
Mehmet Uyar e un civile Osman Caran sono morti per le ferite riportate nella
sparatoria. Secondo le autorità, l’azione è stata compiuta dal Pkk.
Perché l’Hdp fa paura: vera sorpresa delle
elezioni del 7 giugno, con il 13% delle preferenze, è la spina nel fianco al
progetto presidenzialista e autoritario di Erdogan, ad oggi incapace di formare
una propria coalizione di governo dopo i nuovi dubbi mossi dal più grande
partito di opposizione, il Chp. Così, si susseguono le voci di piani messi in piedi da governo e servizi
segreti per trascinare il paese a nuove elezioni, a novembre, forti del panico
creato da attentati e dalla ripresa del conflitto con il movimento curdo.
Nel frattempo proseguono i raid aerei contro
le postazioni curde nel nord dell’Iraq: colpiti – fa sapere l’ufficio del
premier turco Davutoglu – depositi, rifugi e grotte in sei diverse aree, il più
ampio assalto dall’inizio della campagna militare il 24 luglio. Una
potenza di fuoco che non sta toccando lo Stato Islamico, in Siria, dove l’obiettivo
è un altro:
Dopo la benedizione della Nato, ieri è
arrivata anche quella delle Nazioni Unite: il segretario generale Ban Ki-moon
ha detto che la Turchia sta esercitando, nei confronti
Erdogan prende la palla – che lui stesso ha
lanciato – al balzo: nei giorni scorsi ha dichiarato finito il processo di pace
con i curdi, mai realmente voluto dal suo partito, Akp, e chiesto al parlamento
di togliere l’immunità ai membri dell’Hdp, una mossa
illegittima ma che dà bene la misura della guerra aperta dal novello sultano
turco. Nena News